“Il Salone un'occasione persa per rimarcare valori di
libertà, democrazia e confronto. In Italia si censura il passato ma si chiudono
gli occhi sul presente”, ha aggiunto il Capogruppo di Fratelli d'Italia
Comunicato integrale
Elena Leonardi ospite al Salone del libro di Torino nello
stand della Regione Marche: “una importante vetrina per la nostra Regione.
Anche quest’anno ho voluto essere presente allo stand marchigiano del Salone
del Libro, un corner strategico per la promozione turistica e culturale per le
Marche e per le iniziative che i marchigiani sanno esprimere”. Ospite della
Giaconi Editore di Recanati, il capogruppo di Fratelli d’Italia ha partecipato
alla presentazione dei lavori di due giovani autori marchigiani: il poeta di
Civitanova, Matteo Pirro, molto conosciuto sui social network che ha presentato
la sua ultima raccolta “Per ogni lacrima che scende esprimi un desiderio”, e la
graphic designer di Pesaro, Benedetta Leonardi, ideatrice della collana “Colora
le Marche”, con le più importanti opere d’arte delle città marchigiane da
colorare. Un’opportunità di interazione, contaminazione e promozione, quella
espressa dall’angolo dedicato alle Marche, che si è potuta concretare anche
intorno alle iniziative legate al 200° anniversario dell’Infinito di Giacomo
Leopardi. Un anniversario celebrato nello stand istituzionale e che permesso di
tracciare un parallelismo tra la cultura classica nel mondo e la declinazione
moderna delle tematiche leopardiane. Una modernità che esalta
l’intramontabilità del poeta di Recanati e, a 360 gradi, del libro, come
veicolo primario di cultura e di bellezza. “Mi sento di ringraziare l’editore,
che si occupa con attenzione di autori marchigiani – ha detto Elena Leonardi –
e chi allo stesso modo evidenzia i talenti della nostra Regione, che si sanno
fare strada nel panorama nazionale e internazionale. Dispiace, però, vedere che
all’interno di un’iniziativa di così grande pregio e respiro, abbia trovato
posto la censura, che si applica in nome in un certo autoritarismo e impedisce
la circolazione e il confronto, che ritengo sempre positivo. In un paese come
l’Italia si dovrebbe essere in grado di fare i conti con il passato senza
strumentalizzazioni per il presente. Quella di Torino è stata un’occasione
persa, e certe prese di posizione non fanno bene ai concetti di democrazia e di
libertà che invece devono essere sempre garantiti. Con il solito doppiopesismo
tutto italiano, che invece ha riservato un ampio spazio, proprio all'ingresso
del Lingotto, allo stand di un Paese in cui vige la pena di morte, avvengono
gravi violazioni dei diritti umani, le donne vengono discriminate e maltrattate
e i reclusi condannati e torturati”.