venerdì 8 marzo 2019

Ecco il progetto per la zona La Croce. Lo scheletro del palasport e l’incrocio pericoloso non si toccano.


Un progetto da 300.000 Euro, ovviamente approvato alla vigilia delle elezioni amministrative, con la speranza di vederlo ultimato in tempo da poterlo inaugurare prima del voto in perfetto stile politico anni ’80 (peccato il Ramazzotti è finito da un pezzo), per dare un minimo di dignità a uno spazio molto frequentato dai Montegranaresi nonostante non sia per niente l’ottimo, tutt’altro, ma è quello che offre la casa. Ora, con questo progetto di riqualificazione, si cerca di dare alla città uno spazio frequentabile senza rischiare di finire arrotati o di prendere il tetano.
Il progetto, così sulla carta, sembra carino: semplice, senza troppi fronzoli, senza inserti di travertino (e questa è una bella novità per l’Amministrazione Mancini), prevede di sistemare la scarpata soprastante lo stadio comunale per crearci un giardino con un camminamento piuttosto esteso e un’area gioco per bambini. 300.000 Euro non sembrano pochi per un progetto tutto sommato modesto, ma ci siamo abituati.
Si prevede anche di ampliare e rendere finalmente carrabile la stradina che passa di fianco allo scheletro del palasport per immettersi sulla via Fermana. Peccato, però, che non si è pensato a renderne sicuro lo sbocco: la strada si immette in mezzo all’incrocio tra via Fermana e via Della Croce, ma ci arriva proprio in mezzo, costringendo ad attraversare contemporaneamente entrambe le strade e mettendo in serio pericolo chiunque compia la manovra o chi sopraggiunga nel frattempo. Ci voleva una rotatoria, ma era troppo complicato mettersi d’accordo con la Provincia (ma non comandano sempre loro?) e trovare i soldi necessari. Il problema, molto sentito specie dai residenti, non viene quindi risolto.
Stessa sorte per il palasport potenziale, lo scheletro di cemento armato che racchiude in sé un parco botanico spontaneo con rarissime specie ed essenze arboree autoctone (ci sono erbacce che non riconoscerebbe nemmeno Piero Angela). Nel progetto non se ne parla, nel disegno c’è un grosso rettangolo bianco. Del resto, ancora nessuno si pronuncia su cosa ci si vuol fare, con l’ecomostro nostrano. Qualcuno, compreso il padre politico Gianni Basso, invoca la sua ultimazione per giocarci a basket finchè dura e poi Dio provvederà; moltissimi cittadini si sono espressi su un nostro sondaggio per il suo abbattimento. Fatto sta che sembrerebbe che ce lo dobbiamo tenere ancora un po’. Magari fino alle elezioni successive.

Luca Craia