Scorrendo le pagine del documento programmatico firmato da
bel 40 sindaci del cratere del terremoto del 2016, si capiscono tante cose.
Ovviamente si è d’accordo con tutto o quasi quello che è contenuto nel testo, e
ci mancherebbe altro: è talmente ovvio che come si fa a dissentire? Si parla di
semplificazione, cratere ristretto, si parla di valore alle seconde case, di rilancio
del turismo, dell’economia. Si parla, ma sono proposte blande, che vengono
ripetute da due anni e mezzo rimanendo pressochè inascoltati. Un documento che
lascia sostanzialmente il tempo che trova.
Non lascia il tempo che trova, però, questa ritrovata (ma
neanche tanto ritrovata, è proprio nuova) unità di intenti tra così tanti
sindaci, sindaci che sembravano dormienti fino a ieri, preoccupati più di poter
prendere benefici maggiori rispetto al Comune vicino che per i problemi reali,
sindaci che, quando si trattava di andare a Roma a manifestare, si trinceravano
dietro il proprio ruolo istituzionale e rimanevano a casa ad assistere ai
tentativi infruttuosi di farsi ascoltare dei Comitati. Ora, quegli stessi
sindaci salgono sul piede di guerra e minacciano, udite udite, manifestazioni
a Roma.
L’odore di elezioni deve sentirsi forte in montagna, ed ecco
qua questa nuova armata di fasce tricolore, miracolosamente sopravvissute alle
forbici da inaugurazione di Ceriscioli, farsi paladina di un popolo che quasi
non c’è più, un popolo ridotto al nichilismo più che alla rassegnazione, dopo
mesi e mesi di tribolazioni a cui mai è corrisposta così tanta energia da parte
dei primi cittadini nel reagire. Fa coppia, questo nuovo zelo, con quello della
Regione Marche che improvvisamente ruggisce contro un governo non più composto da
elementi del partito che sostiene la giunta regionale. Reazioni vagamente
scomposte, ritardate, sospettabili di strumentalità. L’impressione è che si
voglia salvare il salvabile, non tanto per le comunità amministrate, ma per la
propria carriera politica. Del resto, le comunità quasi non esistono più,
sacrificate a ogni livello a valori ben diversi.
Luca Craia