sabato 19 gennaio 2019

Fare turismo senza progetto serve solo a buttare via soldi.


Che l’Amministrazione Mancini e l’assessore con delega al turismo per il Comune di Montegranaro, Giacomo Beverati, non abbiano un progetto il turismo è assodato. Ormai, dopo quasi cinque anni di governo della città e a pochi mesi alle elezioni è evidente che il turismo non sia una delle priorità di questa Giunta. Eppure lo stanno capendo un po’ tutti che l’economia del futuro è o, quanto meno, potrebbe essere basata proprio sul turismo. Oramai è chiaro che la calzatura non è più il volano della nostra economia e probabilmente non tornerà a esserlo in futuro. Le realtà manifatturiere superstiti vanno salvaguardate e sostenute con tutti i mezzi possibili, ma occorre pensare a nuove economie per scongiurare quello che già sta avvenendo, ossia il decremento demografico e l’impoverimento del tessuto sociale. Da noi, però, si è solo parlato molto e sprecato un po’ di soldi con iniziative senza filo conduttore, senza progetto, che hanno lasciato il tempo che hanno trovato.
La collaborazione con Marca Fermana, che comunque non è affatto gratis, non ha prodotto alcun risultato tangibile: turisti, a Montegranaro, non se ne vedono da tempi immemorabili e, senza falsa modestia, quei pochi che si sono visti ce li ho portati io con gli amici di Arkeo e con le nostre iniziative mai sostenute, anzi, spesso osteggiate dal Comune. Proposi a Giacomo Beverati, appena insediato come assessore, una collaborazione con la nostra realtà, mettendogli a disposizione tutto il nostro bagaglio di esperienze e, soprattutto, i nostri contatti, ma l’assessore preferì seguire altre strade. Oggi possiamo vedere i risultati.
Per far sì che il turismo possa diventare una nuova leva economica per Montegranaro, dicevamo, serve un progetto. Non facile fare in modo di creare una nuova economia con qualcosa di cui sappiamo poco, ed è per questo che servirebbero collaborazioni con professionisti, ma che siano serie, non per iniziative spot, una ogni tanto, come quella sanremese a venire. Perché il punto, per semplificare, non è portare i turisti a Montegranaro, cosa tutto sommato possibile. Il punto è: una volta che abbiamo portato i turisti a Montegranaro, cosa gli offriamo? Il comparto calzaturiero, i famosi outlet, sono una realtà decisamente ridimensionata rispetto al passato e da soli non possono più essere un’attrattiva efficace. Lo stesso patrimonio storico-culturale non è minimamente appetibile se scisso da un contesto più ampio. Inoltre non abbiamo una ricettività adeguata. Infine manca il centro storico, quello per cui di solito si muovo i turisti: il nostro è massacrato, impresentabile. In quanto al patrimonio, quel poco che c’è non è fruibile, le chiese sono chiuse, non esiste un polo museale. Insomma, abbiamo poco o niente da offrire.
Avere un progetto significa rendere fruibile il patrimonio, creare attrattività, creare infrastrutture e, soprattutto, mettersi in rete col territorio, perché l’unica strada è fare un’offerta turistica comune a tutto il Piceno. Montegranaro non è Firenze, non lo è nemmeno Fermo, ma se mettiamo insieme l’enorme mole di tesori che possediamo a livello territoriale, allora diventiamo molto interessanti. Ma se andiamo avanti con iniziative estemporanee, stiamo solo perdendo tempo e soldi.

Luca Craia