mercoledì 9 gennaio 2019

AVIS: una comunale con numeri straordinari. 1.155 volte grazie.


Comunicato integrale

Il Presidente Ermanno Vitali e Il Consiglio Direttivo dell’AVIS locale sono ben lieti di rappresentare una Comunale che è l’orgoglio della città e del territorio.
Nel corso del 2018, nonostante in alcuni giorni non sia stato possibile donare a causa della mancanza di medici, la Comunale di Montegranaro si conferma come una delle più vive di tutta la provincia, visto che nel 2018 vi sono stati 54 nuovi donatori ed essendo arrivata 1.155 donazioni, di cui 1031 di sangue e 124 di plasma, con una crescita di quasi il 22% rispetto al 2017 quando le donazioni furono complessivamente 947: numeri di assoluto prestigio che testimoniano quanto l’AVIS e soprattutto la cultura del dono siano radicati nei Montegranaresi.
Basti pensare che i numeri prestigiosi delle donazioni sono ancor più splendenti se solo si pensa che, rispetto alla popolazione residente, sono di quasi il 40% maggiori rispetto a quelli della Regione Marche e più che doppi rispetto a quelli della media nazionale: se l’Italia avesse i numeri di Montegranaro, l’AVIS passerebbe da 2 milioni di donazioni annue ad oltre 5,5 milioni. Che dire di più?
Brava Montegranaro e Forza AVIS
Vi sono però, in un bilancio così gradevole, delle nubi fosche all’orizzonte quali il rapporto con l’ASUR locale.
La cronica mancanza di medici, e soprattutto l’assoluta inerzia dell’ASUR di trovarne dei nuovi, sta decretando la chiusura di molti centri trasfusionali, tra cui quello di Montegranaro, in troppi giorni della settimana: da questo punto di vista l’atteggiamento dell’ASUR è una vera mortificazione, che non possiamo non censurare e condannare, anche per rispetto ai volontari ed ai loro sforzi.
Appare infatti schizofrenico da una parte chiedere ai donatori sempre maggiori quantità di sangue senza che i donatori stessi possano effettuare donazioni a causa della mancanza di personale medico: una così bella macchina del dono e di concreto aiuto verso il prossimo, quale quella dell’AVIS, rischia di rimanere ferma.