domenica 27 gennaio 2019

5 Stelle, Diciotti e il concetto di lealtà. Il Governo si autodenunci come correo

Sarà che sono antico, ma ho in mente un'idea precisa di lealtà, alla quale non ho mai rinunciato, pagandone lo scotto. Mi pare che dalle parti dei 5 Stelle il concetto di lealtà sia molto approssimativo. Chiedere a Salvini di rinunciare all'immunità parlamentare è un atto di estrema viltà. Si presume che le decisioni del Governo Conte non siano prese singolarmente dal ministro di turno, nella fattispecie del caso Diciotti da Salvini, ma che siano espressione di una collegialità e di una visione unitaria di come intraprendere le azioni di governo.
In quest'ottica è impensabile che gli alleati di governo considerino Salvini unico responsabile delle decisioni prese relativamente al caso Diciotti. Considerando quindi una naturale corresponsabilità in tali decisioni, anziché chiedere al collega e alleato di governo di rinunciare alla sua prerogativa istituzionale, lealtà vorrebbe che ci si assumesse collegialmente la responsabilità di un eventuale reato, per quanto possa sembrare assurdo parlare di reati in questo caso specifico. Il comportamento leale, quindi, sarebbe che i membri del Governo Conte si autodenunciassero a loro volta come corresponsabili del medesimo presunto reato.
Il problema invece sembra essere la corsa a recuperare i consensi persi nei confronti dello stesso alleato. Solo che, con questo comportamento fondamentalmente ignavo, è molto probabile che si ottenga l'effetto contrario. Si rischia, oltretutto, di innescare una crisi di governo grave che possa riportare gli sconfitti alle ultime elezioni di nuovo alla guida del Paese, magari proprio in alleanza con lo stesso Movimento. Tutto questo non può che portare nuovi ulteriori consensi alla Lega. Oltre a una certa slealtà politica, quindi, il Movimento 5 Stelle dimostra anche una marcata incapacità tattica. Le conseguenze per il paese, però, possono essere pesanti.

Luca Craia