martedì 18 dicembre 2018

Fondo anticrisi del Comune: indovina dove vanno i soldi?


È di 300 Euro a famiglia la cifra messa a disposizione dal Comune di Montegranaro per il “fondo antricrisi”. Non è una somma che cambia la vita ma, come si dice, piuttosto che niente, è meglio piuttosto. Questo piccolissimo aiuto dato per essere “sempre vicini ai soggetti più deboli”, come dice testualmente il vicesindaco Ubaldi, viene distribuito sulla base di un regolamento. Questo regolamento, se lo leggiamo bene, è grossomodo lo stesso con il quale si assegnano gli alloggi popolari.
Ecco, gli alloggi popolari: sappiamo benissimo che quasi tutte le case di edilizia popolare pubblica vengono assegnate a cittadini extracomunitari. Questo avviene perché il regolamento, così come è concepito, esclude di fatto i cittadini italiani per effetto di alcuni fattori reddituali che non tengono conto, per esempio, dei beni posseduti in patria dagli stranieri.
Proprio nei giorni scorsi, il Presidente del Consiglio Comunale, Walter Antonelli, memore degli impegni presi quasi un anno fa anche con i rappresentanti delle associazioni che tutelano gli interessi del centro storico, ha proposto di modificare i criteri di assegnazione degli alloggi popolari inserendo il computo del patrimonio che gli stranieri possiedono fuori dai confini italiani.
Credo che sia ovvio che anche i contributi del “fondo anticrisi” seguano le sorti delle case popolari, visto che i criteri di assegnazione sono più o meno gli stessi. Perché quindi proseguire su questa linea e non valutare modifiche anche in questo campo? Vorrei ricordare a Ubaldi e soci che, tra i soggetti più deboli, oggi purtroppo ci sono tantissimi nostri concittadini in difficoltà a causa della perdita del lavoro e della situazione che, come ben sappiamo, a Montegranaro prende, in certi casi, connotazioni drammatiche.
Ci sono Italiani che hanno pagato le tasse, tante tasse, fino a pochi mesi fa e ora fanno fatica ad arrivare a fine mese, campando solo grazie alle famiglie e a quei pochi beni che, però, influiscono sul reddito ISEE e li tagliano fuori da quasi tutti i sussidi. Ci sono invece stranieri che in patria posseggono capitali anche ingenti, ma in Italia non vengono computati. Credo sia ora di riportare il tutto in una situazione più giusta ed equa.

Luca Craia