giovedì 22 novembre 2018

La Mezzina ha mietuto le sue vittime. La strada è pericolosa e sottovalutata.


Ancora vittime sulla Mezzina, oggi. Un ragazzo di 32 anni che perde la vita per strada è una tragedia straziante, specie per chi, come me, in vita sua ha percorso moltissimi chilometri per lavoro e sa quali rischi si corrono, molto spesso non per causa propria. Molto spesso gli incidenti sono frutto di comportamenti incauti, ma altrettanto spesso accadono per lo stato delle infrastrutture che, in Italia, come purtroppo sappiamo bene, sono da troppo tempo abbandonate a se stesse con una manutenzione superficiale e insufficiente.
Non so, al momento, come sia accaduto. So però che la strada teatro di questa sciagura è una strada pericolosa. La Mezzina è una strada a scorrimento veloce di fatto ma non di diritto, è una strada che porta ad andare veloci ma non è adatta per farlo, è una strada densa di un traffico che non era stata progettata per sostenere. Ci sono incroci a raso pericolosissimi e poco segnalati, ci sono cartelli insufficienti, una segnaletica latitante e, soprattutto, un manto stradale viscido e insidioso, specie se bagnato e peggio se ghiacciato.
È una strada che manca di manutenzione, che avrebbe bisogno di un asfalto drenante, di segnali chiari, di regolamentazione agli incroci, come le tanto invocate rotonde. È una strada in cui la velocità andrebbe limitata con sistemi attivi e passivi. Invece non si fa nulla. Le rotatorie sono un miraggio, ma potrebbero salvare vite e impedire incidenti gravi se installate a ogni incrocio. E il tutor, che c’era, almeno in un tratto, è stato tolto, eliminando anche l’ultimo deterrente efficace.
Sono profondamente addolorato per quanto accaduto, e sono arrabbiato. Perché gli incidenti capitano, per carità, ma si può e si deve fare del tutto per limitarli. Su quella strada non si sta facendo niente.

Luca Craia