A toglierci il dubbio, che in realtà ci stava togliendo il
sonno, di chi avesse tradito Aronne Perugini non votandolo alle elezioni (si fa
per dire) provinciali di Fermo, è arrivata una nota stampa di Paolo Gaudenzi,
che ringraziamo per averci sollevato da questo fardello. Come ricorderete, io
per primo sollevai la questione di chi, tra gli alleati montegranaresi, avesse
negato il proprio voto all’ex presidente della Provincia.
Personalmente ritenevo potesse essere stato Beverati il
quale, in realtà, qualche buon motivo ce l’avrebbe. Poteva anche essere stato
Ubaldi, oppure Antonelli. Ma, senza scomodare Machiavelli, come invece sembra
fare Gaudenzi, ho pensato che Beverati potesse avere più di un mal di pancia
data la sua più che probabile trombatura alle prossime elezioni a favore del
nuovo acquisto, o riacquisto, Andrea Franceschetti.
Invece Gaudenzi si assume la piena responsabilità della
cosa. Ha votato, dice, un candidato di centro destra del territorio,
preferendolo ai suoi compaesani. Atteggiamento curioso, il suo, perché le
logiche, sempre senza scomodare Machiavelli ma rimanendo sui conti della serva,
che ci piacciono di più, sarebbero state o di favorire l’alleato o di votare
quantomeno un compaesano, in modo di dare un po’ di spessore al suo paese,
Montegranaro.
Invece Gaudenzi ha preferito qualcun altro “del territorio”
ma non di Montegranaro. Evidentemente, nelle sue priorità, il suo paese scende
a livello leggermente inferiore rispetto al suo “orientamento culturale” che
però non gli consente di votare quelli di destra ma del suo paese, per ovvi
motivi.
Machiavelli, quindi, non lo scomodiamo, però personalmente
non ci vedo chiaro e ritengo che invece questo sia un segnale che il nostro cronista
sportivo prestato alla politica ha voluto dare ai propri alleati
montegranaresi, un segnale che arriva probabilmente dal suo movimento politico,
Liberi per Montegranaro, un segnale che non ha prodotto danni ma che, a pochi
mesi dalle elezioni amministrative, pare dire: occhio che noi ci siamo, siamo fedeli,
ma non fate scherzi. O forse è proprio un segnale diretto, per gli stessi motivi
ma personalmente, al proprio mentore, Endrio Ubaldi, una sorta di non ti
scordar di me.
Poi magari sono fuori strada, magari Paolo mi dirà che sono
in malafede ma, come diceva Andreotti, e non Machiavelli, a pensare male
eccetera eccetera.
Luca Craia