mercoledì 7 novembre 2018

Gaudenzi confessa: non ho votato Perugini, ma gli voglio bene lo stesso. Un segnale?


A toglierci il dubbio, che in realtà ci stava togliendo il sonno, di chi avesse tradito Aronne Perugini non votandolo alle elezioni (si fa per dire) provinciali di Fermo, è arrivata una nota stampa di Paolo Gaudenzi, che ringraziamo per averci sollevato da questo fardello. Come ricorderete, io per primo sollevai la questione di chi, tra gli alleati montegranaresi, avesse negato il proprio voto all’ex presidente della Provincia.
Personalmente ritenevo potesse essere stato Beverati il quale, in realtà, qualche buon motivo ce l’avrebbe. Poteva anche essere stato Ubaldi, oppure Antonelli. Ma, senza scomodare Machiavelli, come invece sembra fare Gaudenzi, ho pensato che Beverati potesse avere più di un mal di pancia data la sua più che probabile trombatura alle prossime elezioni a favore del nuovo acquisto, o riacquisto, Andrea Franceschetti.
Invece Gaudenzi si assume la piena responsabilità della cosa. Ha votato, dice, un candidato di centro destra del territorio, preferendolo ai suoi compaesani. Atteggiamento curioso, il suo, perché le logiche, sempre senza scomodare Machiavelli ma rimanendo sui conti della serva, che ci piacciono di più, sarebbero state o di favorire l’alleato o di votare quantomeno un compaesano, in modo di dare un po’ di spessore al suo paese, Montegranaro.
Invece Gaudenzi ha preferito qualcun altro “del territorio” ma non di Montegranaro. Evidentemente, nelle sue priorità, il suo paese scende a livello leggermente inferiore rispetto al suo “orientamento culturale” che però non gli consente di votare quelli di destra ma del suo paese, per ovvi motivi.
Machiavelli, quindi, non lo scomodiamo, però personalmente non ci vedo chiaro e ritengo che invece questo sia un segnale che il nostro cronista sportivo prestato alla politica ha voluto dare ai propri alleati montegranaresi, un segnale che arriva probabilmente dal suo movimento politico, Liberi per Montegranaro, un segnale che non ha prodotto danni ma che, a pochi mesi dalle elezioni amministrative, pare dire: occhio che noi ci siamo, siamo fedeli, ma non fate scherzi. O forse è proprio un segnale diretto, per gli stessi motivi ma personalmente, al proprio mentore, Endrio Ubaldi, una sorta di non ti scordar di me.  
Poi magari sono fuori strada, magari Paolo mi dirà che sono in malafede ma, come diceva Andreotti, e non Machiavelli, a pensare male eccetera eccetera.

Luca Craia