Scelgo un
detto popolare per un nuovo post sul blog di Luca Craia, che con grande
disponibilità ha ospitato qualche mio scritto, sul tema del terremoto, che mi
sta molto a cuore. In rispetto a quanto da lui deciso, mi asterrò da qualsiasi
osservazione sul sisma, le sue conseguenze e la situazione attuale, che sono
sotto gli occhi di tutti. Voglio cogliere questa piccola occasione per
riflettere quanto siano importanti le convinzioni dell'opinione pubblica.
Schiere di
teorici della teoria delle masse, persuasori occulti, apocalittici e integrati,
guru del web, in tanti si cimentano nell'espressione del proprio punto di
vista, chi più o meno goffamente, tutti con la malcelata speranza di diffondere
il “verbo” di quanto, più o meno in buona fede, siano convinti di dover
sostenere. In effetti le idee sono come organismi unicellulari, che si
propagano da persona a persona con diversi mezzi, dalle parole, ai libri,
all'universo web. Tanto più un'idea è forte, tanto più influenza i
comportamenti delle persone, è persino banale dirlo. Erroneamente c'è chi pensa
che basti urlare più forte, per farsi sentire. Ma in effetti non è così, chi ha
un po' di dimestichezza con la materia sa che le persone scelgono di aderire
alle convinzioni che sono più vicine al loro sentire.
Ho chiesto io
stessa a Luca Craia di poter mettere qualche mio post, sotto pseudonimo, per
evitare interferenze con il mio lavoro. Ho apprezzato di questo blog la grande
faccia tosta del curatore, l'autentica volontà di ragionare sui fatti e sulle
cose, anche se non sempre ho condiviso le conclusioni di certi ragionamenti o
le prese di posizione espresse. Ma tant'è, il mondo è bello perchè è vario.
Siamo tante formichine, ciascuna con il suo granello di sabbia, quel mondo fatto
delle nostre convinzioni, che ci cuciamo intorno. Per questo è indispensabile
leggere, approfondire, confrontarsi, ribattere e controbattere. È il dialogo
che mantiene viva la democrazia, rendendo all'opinione pubblica il suo unico
potere, quello di orientare i propri rappresentanti a perseguire quello che
autenticamente è il bene comune. Ecco di solito accade così, si fa la sparata,
si alzano le barricate, ma poi la gente ha la memoria corta e quello che
succede in silenzio, accade e basta, senza il pubblico controllo.
Ho scritto un
insieme di frasi banali per dire che una volta spenti i riflettori, nel
silenzio qualsiasi cosa può accadere, o non succedere mai. Ecco l'ape che ronza
invece fa un rumore, che anche se a volte non piace, è utile a chi vuole
leggere le parole qui scritte, per evitare che “fatta la festa, gabbatu lu
santu”. Per solidarietà a Luca Craia, anziché con il mio solito pseudonimo
Sibilla Onorati, mi firmerò Sibilla Ammainati.
Sibilla
Ammainati