venerdì 9 novembre 2018

Cesetti sta con Ceriscioli. Il partito prima di tutto, pure dei cittadini. Marche a trazione pesarese anche in futuro?


Prende posizione anche Fabrizio Cesetti nella lotta per la segreteria regionale delle Marche del PD. L’assessore regionale, primo Presidente della storia della Provincia di Fermo, l’unico ad avere qualche soldo da spendere e soprattutto l’unico a essere stato eletto dai cittadini, bacchetta il conterraneo Paolo Petrini e prende decisamente posizione di fianco al Presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, che ieri è stato attaccato durissimamente dall’ex deputato di Porto Sant’Elpidio con parole sacrosante ma che potrebbero essere state pronunciate da un oppositore.
Un sintomo preciso, la presa di posizione di Petrini, che manifesta quanto il PD sia diviso nella crisi politica in cui è precipitato. Del resto, qualcuno i conti con la coscienza li deve pur fare, aggirandosi tra le macerie di quella che era una delle regioni più ricche non solo d’Italia ma d’Europa e oggi vive un momento terrificante sotto ogni aspetto, dall’economia all’ordine pubblico passando per la ricostruzione che non c’è.
Non è così che la vede Cesetti che addirittura ritiene che “si è lavorato non bene ma benissimo”, dimostrando come i vetri del Palazzo della Regione di Ancona siano lenti che modificano la realtà. Cesetti non vede i problemi enormi che attanagliano le Marche e i Marchigiani, ma si preoccupa del fatto che Petrini, col suo attacco al vetriolo contro il Presidente Ceriscioli, faccia danno al Partito. E sì, perché nella logica del PD c’è sempre stato prima il Partito e poi, eventualmente e molto indietro nella classifica delle priorità, la gente e il territorio.
Così evidentemente sfuma l’eventuale speranza di Petrini di rappresentare le Marche del sud nella lotta alla segreteria: con la stroncatura del leader maximo del PD meridionale, che segue le manifeste perplessità del segretario provinciale di Fermo, Alessandrini, Petrini pare sia solo nella lotta contro il predominio pesarese. Ancora una volta, quindi, si profila una guida del partito spostata al nord, quel nord che addirittura cercava i fondi per il terremoto, e se il partito ha il volante a nord, c’è da scommettere che anche in Regione la storia non cambi alle prossime elezioni. Speriamo che ci pensino gli elettori.

Luca Craia