mercoledì 31 ottobre 2018

Povera Italia, poveri noi.

Povera l’Italia delle magliette sceme, indossate da persone sceme. Povera Italia di scemi che si fingono intelligenti, degli scemi che gli credono. Povera Italia dei furbi contornati da scemi per consentirsi di fare i furbi senza che nessuno se ne accorga.
Povera Italia di popolo che si spacca tra juventini e interisti, tra antirazzisti razzisti e razzisti antirazzisti, tra rossi impalliditi e neri ingrigiti, tra gialli che tendono al rosso, tra rossi che tendono al nero, tra neri col nero buio in testa.
Povera Italia dei nostalgici, dei marciatori di Predappio, degli sbandieratori di Lenin, dei pacifisti che ti menano se non la pensi come loro, dei progressisti che vogliono andare a prendersi gli avversari casa per casa.
Povera Italia di quelli che rivogliono il servizio militare perché ci pensi lo Stato a educare i figli, mica io. Povera Italia dei genitori che insultano gli insegnati e si sorprendono perché i figli sono maleducati.
Povera Italia dei rivoluzionari che vai avanti tu che poi io arrivo, degli indignati col potere ma meno che con quello che poi hai visto mai che mi fa comodo, dei mafiosi grossi, dei mafiosi piccoli, dei mafiosi che non sanno neanche di essere mafiosi.
Povera Italia degli odiatori appecorati, dei fan club, dei marchesidelgrillo de noantri, dei progressisti con la villa e dei conservatori con il mutuo, degli operai senza lavoro, dei lavori senza futuro, dei centri commerciali che guai se li chiudi sennò che facciamo la domenica, dei jovani che non hanno voglia di lavorare manco se gli do 500 Euro al mese per undici ore al giorno sette giorni su sette,
Povera Italia dei quando c’era lui, dell’uomo forte che ora ci pensa lui. Povera Italia dell’accoglienza pelosa, della schiavitù umanitaria, del facciamo i soldi ma restiamo umani e del restiamo umani ma facciamo i soldi.
Povera Italia perduta e persa, dimenticata e abbandonata. Poveri noi, smarriti e soli in mezzo a questa folla delirante.

Luca Craia