giovedì 11 ottobre 2018

Centro storico: conviene elettoralmente investirci?


Nei giorni scorsi ho avuto modo di dialogare, via Facebook, in maniera piacevole e costruttiva, sia in una discussione pubblica che in privato, con Oreste Basso. A Montegranaro lo conosciamo tutti, credo: Oreste Basso è stato assessore in passato ed è considerabile persona piuttosto influente sulle decisioni e sul pensiero che accompagna le scelte dell’attuale Amministrazione Comunale montegranarese, sia per i suoi trascorsi amministrativi all’interno dell’area di centro-sinistra, sia perché padre dell’Assessore Roberto Basso che è senza dubbio uno degli elementi più pesanti in seno alla Giunta Mancini.
L’idea che Basso padre ha in mente riguardo al centro storico e alle problematiche che lo affliggono è di una radice culturale da cui nasce lo spopolamento e il degrado. In sostanza, secondo Basso, la quasi totale non carrabilità del paese antico unita a una cultura della comodità e della velocità del vivere moderno che ci fa pretendere di avere l’automobile sempre a portata di mano e di poter con essa raggiungere ogni luogo, è la base di ogni problema legato al centro storico montegranarese. Partendo da questo presupposto, ogni investimento urbanistico sarebbe inutile in quanto la gente non andrebbe a vivere nel castello “neanche se gli regali la casa ristrutturata”.
È un’opinione che va rispettata ma che è, secondo me, profondamente errata in quanto il problema fondamentale è proprio il degrado urbano che affligge il quartiere, un degrado che rende ogni investimento privato un suicidio. Se un privato, e ne ho conosciuti diversi che ci hanno provato, volesse acquistare un immobile e ristrutturarlo, si troverebbe davanti a spese di ristrutturazioni più alte del normale, magari compensate dal basso costo di acquisto, per poi però avere in mano un immobile su cui si è investito molto e che non vale niente a causa delle condizioni degli altri immobili, dei quali molti sono abbandonati, senza una proprietà definita e gravemente fatiscenti.
La posizione dell’ex Assessore, però, è una spiegazione, se non un alibi, per le politiche di qualsiasi Amministrazione Comunale si sia succeduta negli anni: non si è investito perché sarebbe inutile. Un alibi, fondamentalmente, ma anche una mentalità profondamente errata e perniciosa che, se portata avanti, condannerebbe a morte il quartiere storico. In verità la convinzione che il centro storico sia un patrimonio comune da recuperare sta facendosi largo tra i Montegranaresi, benchè ci sia una certa fetta di popolazione che ancora non riesce a comprendere l’importanza del centro storico per l’intera comunità cittadina.
In questo senso chi si candida ad amministrare il paese per il prossimo quinquennio dovrebbe iniziare sia a cambiare questa mentalità bloccante nei confronti di ogni iniziativa di recupero, ma anche ragionare sulla remuneratività elettorale di mettere mano in maniera seria e concreta al problema per risolverlo. Se è vero che nel centro storico l’elettorato è estremamente insignificante da un punto di vista numerico, è anche vero che, per moltissimi Montegranaresi, la soluzione del problema rappresenterebbe un investimento proficuo per il futuro del paese. Quindi non sarebbero solo i pochi elettori residenti in centro storico a premiare iniziative risolutive sul quartiere, ma ci sarebbe molto probabilmente un plauso e un ritorno elettorale da parte di una larga fetta di Montegranaresi. Inviterei tutti i prossimi candidati, indistintamente rispetto agli schieramenti, a fare un’opportuna riflessione anche su questo e non soltanto sull’opportunità sacrosanta di dare finalmente priorità agli investimenti nel centro storico.

Luca Craia