L'attuale ospedale di Fermo |
Si senta parlare, ormai da mesi e mesi, di nuovi ospedali,
seguendo un progetto, pare, portato avanti personalmente dal Presidente Ceriscioli
che vorrebbe un ospedale generale di rete per ogni provincia. La costruzione di
questi nuovi grandi complessi sta già partendo, per esempio, a Fermo, mentre
altrove si sta procedendo con i progetti non senza difficoltà addirittura a
individuare l’area di edificazione. I nuovi plessi dovranno sostituire
totalmente le vecchie strutture perché, nella visione della Regione Marche
circa la sanità, ogni provincia dovrà avere un unico ospedale, almeno per i
casi acuti.
Non è mia intenzione discutere l’opportunità di questa
visione generale e della sua impostazione, sulla quale, comunque, le polemiche
non mancano. Noto soltanto che, a oggi, non mi pare di aver capito la sorte che
spetta ai vecchi plessi. Il problema è serio: parliamo di edifici enormi,
spesso compositi, che da un giorno all’altro sono destinati a rimanere vuoti.
Un edificio vuoto, come sappiamo, è destinato a generare degrado, sia
urbanistico che sociale.
Il progetto del nuovo ospedale di Fermo |
Prendiamo a esempio ancora l’ospedale di Fermo: l’edificio è
molto grande, una sorta di Frankenstein edile, partito dal nucleo antico per
poi svilupparsi su diverse ali aggiunte nel tempo, generando così un’accozzaglia
di stili architettonici che costituiscono un enorme costruzione eterogenea in
mezzo alla città. Rimane difficile, per questo stabile, pensare a un riutilizzo
diverso da quello per cui è stato progressivamente costruito, ed è talmente
grande che anche una destinazione sanitaria alternativa, come residenze
sanitarie e servizi, difficilmente potrà utilizzarlo tutto.
Non avendo ancora sentito parlare, appunto, del riutilizzo
di questi edifici, non posso che augurarmi che, nel progetto complessivo, sia
stata anche valutata questa problematica. Lasciare vuoti edifici di questo tipo
comporterebbe un degrado incommensurabile per le città in cui insistono,
diventando potenzialmente problemi di ordine estetico, urbanistico e sociale la
cui soluzione potrebbe essere estremamente complessa quando non impossibile.
Luca Craia