giovedì 6 settembre 2018

Fino al crollo di Genova, la Provincia di Fermo non aveva idea dello stato delle infrastrutture.


Dopo il crollo di Genova, che ha ovviamente scosso tutta l’Italia e ha fatto in modo che tutti, comprese le istituzioni, ci ponessimo interrogativi che prima non ci passavano neanche per la testa, il Provveditorato per le Opere Pubbliche Interregionale Toscana-Marche-Umbria ha sollecitato tutte le Province ricadenti nel territorio di competenza a redigere una relazione circa la situazione delle infrastrutture ricadenti sotto la responsabilità provinciale e a indicare dove fosse necessario intervenire per tutelare la pubblica incolumità.
La risposta della Presidente della Provincia di Fermo è stata stupefacente: dopo aver ordinato, in tutta fretta, una prima indagine sostanzialmente sommaria, si sono riservati “di rimettere gli esiti di un’ulteriore e più approfondita ricognizione non appena disponibile”. La Provincia afferma di non avere gli uomini e i mezzi necessari per avere un quadro preciso della situazione. Praticamente non hanno la più pallida idea di come siamo messi in termini di strade, ponti, muri e quant’altro ci possa cadere in testa o dal quale possiamo cadere di sotto e via discorrendo.
Posso capire la situazione economica in cui si trova l’Ente, non diversa, probabilmente, da quanto accade nel resto d’Italia. Ma dichiararlo tranquillamente sulla stampa come se fosse la cosa più normale del mondo, lasciando intendere, probabilmente in maniera involontaria, che del problema, fino a oggi, non ci si è affatto curati, potrebbe essere risibile se non fosse tragico.

Luca Craia