lunedì 6 agosto 2018

Nuovo incidente in Puglia. Morti 12 braccianti africani. E gli antirazzisti tacciono.


Ancora un incidente stradale sulle strade della Puglia in questi giorni di agosto in cui la raccolta dei pomodori è nel pieno e questa povera gente, i nuovi schiavi del ventunesimo secolo, viene trasportata al lavoro da furgoni nati per il trasporto merci e adibiti ad accogliere esseri umani con accorgimenti a dir poco criminali. La dinamica dell’incidente, avvenuto nei pressi di Lesina, è grossomodo la stessa di quello che si è verificato sabato scorso, solo che qui i morti sono molti di più, ben dodici, tutti africani, tutti braccianti di ritorno dal lavoro.
La casualità di questi sinistri sta facendo emergere alle cronache una realtà che si conosce da sempre ma per la quale nessuno si è mai indignato, nessuno ha mai indossato magliette di nessuno colore, nessuno ha mai protestato se non con iniziative sporadiche e senza supporto politico. I braccianti agricoli sono sempre stati sfruttati, in particolare nel mezzogiorno. Una volta erano gli Italiani, oggi sostituiti dagli stranieri extra comunicati, evidentemente ancora più a buon mercato.
Sono situazioni al di fuori dalla legge ma anche da ogni umanità, eppure sono state tollerate dai governi di sinistra degli ultimi anni (ma anche da quelli che li hanno preceduti), quella stessa sinistra che ha creato un caso dal nulla per l’uovo di Moncallieri ma, in questi casi, tace.
Tace perché probabilmente ha coscienza che quella immigrazione incontrollata che, con le politiche di apertura a oltranza, anzi, di incentivazione degli sbarchi, ha generato, genera e alimenta questo mercato degli schiavi. Oggi sono morti altri dodici schiavi. Chissà quanti ne muoioni di stenti e di fatica in quelle campagne, dimenticati, fatti sparire, persone, esseri umani mai esistiti. Questi giacciono sull’asfalto e non possiamo non accorgercene. Ma quelli che muoiono nei campi non esistono. Sono polvere e tornano alla polvere anche per la giustizia e per lo Stato. Anche per quegli ipocriti pronti ad accusare di razzismo chi vuole fermare tutto questo, magari invitandoci a restare umani. Io, umano come loro, non voglio essere.

Luca Craia