lunedì 27 agosto 2018

L’incubo dell’autostrada chiusa: la comunicazione preventiva non c’è stata.


È stato un brutto momento, anche lungo, quello vissuto nel Piceno durante gli ultimi giorni della scorsa settimana quanto, a causa di un incidente in galleria, la società che gestisce l’A14, Autostrade per L’Italia, ha chiuso il tratto autostradale piceno per diversi giorni, sversando il traffico della grande arteria sulla statale Adriatica e generando una situazione di blocco pressochè totale per quale moltissimi automobilisti sono finiti in una sorta di trappola.
La domanda che ci siamo posti in molti è stata se questo fosse o non fosse evitabile. Io credo che la decisione di chiudere l’autostrada sia stata giusta e giustamente prudente, allo scopo di evitare che gli automobilisti potessero correre qualsiasi rischio legato alla stabilità strutturale della galleria che, in effetti, sembra essere fortemente compromessa. Il problema, però, risiede nella mancata informazione nei confronti degli automobilisti, informazione che poteva essere data in maniera molto più capillare sia tramite i media che sul posto.
I media nazionali non hanno trattato la situazione, che in realtà è stata gravissima e pesantissima, con la dovuta concretezza fornendo un’informazione del tutto insufficiente. Io stesso ho sentito definire dal TG1 gli ingorghi lungo la Statale 16 come “rallentamenti”, segno che non si aveva la minima cognizione di quello che stava accadendo e che tutto era meno che una serie di rallentamenti.
Nel contempo non si è provveduto a fornire percorsi alternativi sul posto. Non c’erano cartelli che indicassero strade interne, non c’era personale che desse indicazioni agli automobilisti bloccati. Eppure i percorsi alternativi c’erano, ma gente di passaggio, ovviamente, non li conosce. Giustissima quindi la chiusura dell’autostrada, ma molto migliorabile l’informazione e la gestione del traffico che ne è seguita.

Luca Craia