sabato 21 luglio 2018

Differenze e affinità tra il Sindaco Basso e il Sindaco Mancini. Idee, progetti e campagna elettorale.


Negli anni ’80, quando i soldi abbondavano, quando c’erano le cosiddette “vacche grasse”, Montegranaro veniva amministrato con progetti sontuosi e opere pubbliche mesopotamiche. Governava il Pentapartito e il Sindaco era un signore che oggi chiamiamo “Basso Quello Basso” per distinguerlo da “Basso Quello Alto” che porta lo stesso cognome ma, diciamolo, in fatto di acume politico rimane lontano anni luce né le premesse lasciano sperare in un miglioramento futuro dovuto all’esperienza. Il Sindaco Basso Quello Basso spendeva un sacco di soldi, soldi pubblici, della collettività, e realizzava con essi cose mirabolanti, meravigliose, stupefacenti. Ricordiamo che l’attuale viale Gramsci, prima di Basso Quello Basso, era una discarica di materiale edile, oltretutto larga circa la metà di adesso. Ricordiamo le fontane, le scuole, i teatri e un sacco di altre opere magnificenti che assicuravano al Sindaco e alla sua compagine un grande credito popolare.
Basso Quello Basso amministrava, su sua stessa ammissione, con il cipiglio del principe illuminato di machiavelliana memoria e nella consapevolezza che, per mantenere il potere, occorressero proprio quelle opere così spettacolari. In questo turbinio di creatività e ricerca di consenso, Basso Quello Basso tralasciava opere che non fossero di impatto. Da qui il problema del centro storico, le strade malmesse e un sacco di altre cose che proprio non andavano, ma la gente era accecata dallo splendore delle grandi opere e non notava la mancanza di quelle piccole. Basso Quello Basso aveva un progetto in testa: la realizzazione della “città-giardino”. Non c’è riuscito, ma ha lasciato indiscutibilmente il segno.
Il Sindaco Mancini, il Vicesindaco Ubaldi, il deus ex machina del PD nostrano Perugini devono aver studiato con attenzione la politica di Basso Quello Basso, specie quella degli anni ’80, e ora cerca di riprodurla, in special modo nella realizzazione di opere magnifiche che riempiano gli occhi degli elettori e catturino consensi. In questi quattro anni di amministrazione, la giunta Mancini ha realizzato diverse opere appariscenti, come la risistemazione dei giardini di viale Gramsci, il marciapiedone sempre di viale Gramsci o il murale ancora di viale Gramsci. Opere non paragonabili per importanza e peso con quelle di Basso Quello Basso, ma il concetto che ne muove la realizzazione è lo stesso: la ricerca del consenso. Anche la prossima realizzazione di un complesso sportivo, questa volta non in viale Gramsci ma dentro lo sprofondo sotto San Liborio, è un’opera tanto appariscente quanto sostanzialmente inutile o, quanto meno, non prioritaria. Opere prioritarie sarebbero ben altre, ma non sarebbero così magnifiche e abbaglianti, per cui si preferisce restare fedeli alla lezione del Sindaco più Sindaco di ogni Sindaco ci sia mai stato a Montegranaro.
Ma c’è una differenza, anzi, più d’una: la prima è che non siamo in un periodo di vacche grasse e sprecare soldi può comportare conseguenze gravissime in futuro per il paese. La seconda è che l’Amministrazione Mancini, al contrario di Basso Quello Basso, non ha uno straccio di progetto in testa, punta solo all’apparire ma non ha una visione di insieme, giusta o sbagliata che sia, di quello di cui necessità la città. La conseguenza è questa produzione random di opere senza filo logico, opere costose per i tempi che viviamo, opere che pagheremo care e che, soprattutto, tolgono risorse alle reali necessità del paese. Ma probabilmente il sistema funzionerà anche nel XXI secolo e questo agire, in realtà piuttosto sconsiderato, pagherà in termini elettorali. Dio non voglia ma ho come la sensazione che il Montegranarese medio andrà a premiare questo modo di amministrare. Per quanto mi riguarda e per quel poco che posso, farò del tutto perché non accada.

Luca Craia