Non è giusto togliere la scorta a chi non la pensa
come te, come fosse una vendetta politica, una punizione. È, o sembra che sia,
un enorme abuso di potere, un’ingiustizia di cui un ministro non può
macchiarsi, nemmeno per sbaglio, nemmeno interpretando male. Salvini sbaglia di
grosso perseguendo il dichiarato intento di togliere la scorta a Saviano, anche
se ci siano buoni motivi, anche se, in realtà, non sia una vendetta ma una
decisione dettata da valutazioni oggettive. Suona come un’ingiustizia e tanto
basta. Salvini è abile e intelligente, non deve fare questi errori.
Allo stesso tempo, però, le parole di Saviano sono incommentabili,
vergognose. Dire a un Ministro della Repubblica “sei il ministro della malavita”
è gravissimo, anche se c’è uno scontro in atto con lo stesso ministro. Un
Ministro della Repubblica è una Istituzione e, in quanto tale, merita rispetto
istituzionale. Possiamo scherzare, fare satira, dissacrare, ma quelle di
Saviano sono accuse pesantissime, violentissime. Sono accuse che vengono da un
uomo che ha fatto della legalità e del rispetto delle leggi e delle regole la
propria bandiera, la propria ragione di vita. La contraddizione enorme sta
proprio in questo: Saviano viola le regole, le norme, usa violenza contro le
Istituzioni che ha sempre dichiarato di difendere, e per questo motivo, proprio
per questo, vive sotto scorta. E, anche avesse ragione, con il tono, il tempo
usato, il modo, la violenza assoluta delle sue dichiarazioni, passa dalla parte
del torto senza attenuanti.
Luca Craia