Sono preoccupato per i continui annunci di
epurazioni, abolizioni di scorte, cacciate esemplari. Per carità, anche io sono
piuttosto stufo delle interviste finto-melense e subdole di Fabio Fazio, come
del leccaculismo istituzionale di Bruno Vespa o delle manovre contromano di Lucia
Annunziata. Così come ritengo che gente come Saviano approfitti della propria posizione,
in gran parte superata dalla storia, per erigersi a santoni del bene e del male
senza esserne minimamente titolati. E se dovessi dar retta alla pancia vedrei
volentieri taluni personaggi televisivi e dello showbusiness ridotti al punto
di doversi fare il mazzo per portare a casa il tozzo di pane che tutti noi ci
procuriamo sudando sangue.
Ma chi governa un Paese come l’Italia, soprattutto
chi intende farlo presentandosi come il cambiamento, non può partire facendo
liste di coscritti, mandando la gente in Siberia o elencando desaparecidos
multimediali, perché il cambiamento che vogliamo, al di là della pancia, non è
e non può essere questo. Il cambiamento di cui ha bisogno l’Italia è un cambiamento
di giustizia, e non è applicando vendette più o meno estemporanee che si possa
innescare quel processo virtuoso che ci porti finalmente a essere un Paese
moderno e civile. Per cui auguriamoci che questa sete di vendetta, per quanto
possa essere motivata, rimanga nelle esternazioni da bar e non venga mai
applicata.
Luca Craia