martedì 5 giugno 2018

No alle epurazioni. Il cambiamento deve essere in meglio.


Sono preoccupato per i continui annunci di epurazioni, abolizioni di scorte, cacciate esemplari. Per carità, anche io sono piuttosto stufo delle interviste finto-melense e subdole di Fabio Fazio, come del leccaculismo istituzionale di Bruno Vespa o delle manovre contromano di Lucia Annunziata. Così come ritengo che gente come Saviano approfitti della propria posizione, in gran parte superata dalla storia, per erigersi a santoni del bene e del male senza esserne minimamente titolati. E se dovessi dar retta alla pancia vedrei volentieri taluni personaggi televisivi e dello showbusiness ridotti al punto di doversi fare il mazzo per portare a casa il tozzo di pane che tutti noi ci procuriamo sudando sangue.
Ma chi governa un Paese come l’Italia, soprattutto chi intende farlo presentandosi come il cambiamento, non può partire facendo liste di coscritti, mandando la gente in Siberia o elencando desaparecidos multimediali, perché il cambiamento che vogliamo, al di là della pancia, non è e non può essere questo. Il cambiamento di cui ha bisogno l’Italia è un cambiamento di giustizia, e non è applicando vendette più o meno estemporanee che si possa innescare quel processo virtuoso che ci porti finalmente a essere un Paese moderno e civile. Per cui auguriamoci che questa sete di vendetta, per quanto possa essere motivata, rimanga nelle esternazioni da bar e non venga mai applicata.  

Luca Craia