venerdì 8 giugno 2018

Come ti sbrago il testimone politicamente scorretto.

Il rinvio a giudizio di ben sei dei denigratori di Pisana Bachetti è un fatto politico, che supera fin d'ora la sentenza che verrà. Sta suscitando un dibattito acceso, tra protagonisti della scena Fermana, in cui pare che i fatti contino meno dei presupposti ideologici, quegli stessi presupposti che hanno infangato il nome della Bachetti, con punte estreme estremamente minacciose, per circa due anni. Rossi ha sparato cartucce a tutto spiano e non sappiamo se ha realmente diffamato la Bachetti, lo stabilirà il giudice, ma posso testimoniare personalmente, essendone stato vittima, un livore e un astio prevaricante rispetto la passione relativa ai fatti, per quanto gravi. Rossi mi minacciò di querela, minaccia rimasta lettera morta e passibile essa stessa di querela, per aver espresso pacatamente un'opinione divergente dalla sua. Segno di un'inasprimento dei toni difficile da giustificare.
Oggi i toni sono gli stessi. La testimonianza di Pisana Bachetti è stata ritenuta attendibile, al contrario di quella della vedova della vittima. Ciononostante sui social, teatro della questione in dibattimento con protagonista Massimo Rossi e altri cinque imputati, persone vicine alle tesi del Comitato 5 Luglio continuano a sostenere, a dispetto di tutti, ipotesi sofistiche a danno della testimone.
Non c'è serenità sulla storia dell'omicidio di Emmanuel Chidi, a Fermo. Ci sono troppi costrutti ideologici, ci sono troppi interessi politici. Ancora una volta i danni sono per Fermo, che risulta città, caduta l'accusa di razzismo, divisa e frastagliata. Quello che non si capisce è il vantaggio politico, che i fatti stanno dimostrando essere nullo con l'avvio alla sparizione di questa sinistra sempre più sganciata dalla realtà. Ed è un danno oggettivo.

Luca Craia