giovedì 31 maggio 2018

Torna Risorgimarche ma non si capisce a fare cosa.


A me dispiace criticare Marcorè, come mi è dispiaciuto l’anno scorso essere stato rimbrottato da lui per le mie critiche alla sua iniziativa “Risorgimarche”. Apprezzo molto Neri Marcorè, e non lo dico ironicamente: credo sia molto bravo, piacevole, sicuramente è una persona intelligente e, essendo marchigiano doc, sicuramente è mosso da amore per la sua terra. Però continuo a non capire l’utilità dell’iniziativa.
Risorgimarche è una bella idea. Quando si dà la possibilità alla gente di ascoltare buona musica, oltretutto gratuitamente e in posti bellissimi, non può essere che bello. Quello che contesto è il fine, che non può essere quello dichiarato. Del resto parlano i fatti: quale vantaggio ha portato Risorgimarche dell’anno scorso alle terre terremotate? Nessuno. Non ha portato soldi, non ha portato turismo. Ha fatto venire gente in luoghi ameni, gente che ha usufruito dei concerti e se ne è andata subito dopo. Al massimo ha comprato un panino e una bibita. Non si è risolto nulla.
Credo che l’idea potrebbe essere utile se ripensata. Potrebbe essere utile per raccogliere fondi, sempre che non facciano la fine degli sms. Potrebbe essere utile se studiata e coordinata con le attività ricettive. Potrebbe diventare un utile veicolo per sensibilizzare non solo la pubblica opinione ma anche e soprattutto la politica, anziché corteggiarla come è stato fatto l’anno scorso. Insomma, potrebbe avere una sua utilità ma, così com’è, è come un soprammobile: è bello ma non serve a niente.

Luca Craia