giovedì 5 aprile 2018

Di Maio come fa sbaglia. Il Pd e l’avvelenamento pozzi. Un capolavoro che massacra il Paese.


È un capolavoro di strategia politica, quello messo in campo da Renzi e dal suo fido entourage al termine della propria parabola politica (o presunto tale). Una strategia che parte da lontano, probabilmente concepita nel momento in cui si è percepita la concreta possibilità di un’imminente fine politica. Allora il nostro, probabilmente consigliato da qualche stratega maggiormente dotato (non lo stimo così astuto e intelligente) ha imbastito una trama di una precisione impressionante, facendo in modo che, o si sarebbero vinte le elezioni, o si sarebbe lasciato al vincitore un Paese nella condizione di non essere governato a meno di non rimetterci l’osso del collo.
Sappiamo come sono andate le elezioni: la legge elettorale ha punito i suoi ideatori ma ha anche fornito un quadro in cui una maggioranza politica non c’è, occorre crearla facendo accordi, trattando, scendendo a compromessi. Ed è questo il punto: Renzi sapeva benissimo che il Movimento 5 Stelle era potenzialmente il nuovo partito di maggioranza relativa e, nonostante le urne lo abbiano stabilito ma in maniera forse minore rispetto alle reali aspettative di tutti, ora il pallino è in mano a Di Maio.
E Di Maio, qualsiasi cosa faccia, la sbaglierà. Per sua stessa natura, per le sue impostazioni di base, per le dichiarazioni più volte ribadite e con le quali ha probabilmente ottenuto il 30 e passa per cento dei voti, il Movimento 5 Stelle non ha facilità a scendere a compromessi, non è agevolato nell’accordarsi, fa una fatica bestiale semplicemente a dialogare con i possibili partner di un potenziale governo. Tutto questo semplicemente perché il Movimento 5 Stelle ha sempre e con forza accusato tutta la classe politica di essere il male assoluto. Ora, è evidente, si trova nella condizione di doverci per forza parlare. E spiegarlo al proprio elettorato è difficilissimo.
Ma Di Maio ha anche un’enorme responsabilità: quella di rendere governabile il Paese o di consegnarlo a qualche improbabile coalizione contronatura, tipo Lega-Pd. Ed eccola la trappola: Di Maio, come fa, sbaglia. Se si allea con la Lega c’è mezza base pronta a rinnegare il voto, se si allea con il Pd c’è l’altra mezza base pronta alla pugna, se non si allea con nessuno c’è tutta l’Italia che gli chiederà conto del perché, avendo la possibilità di attuare, se non tutto, buona parte del programmo proposto agli elettori, l’abbia buttata via.
In tutto questo giochetto il M5S sta perdendo consensi. E questo è un capolavoro per i renziani, un muoia Sansone con tutti i Filistei in cui i Filistei, purtroppo, sono gli stessi Italiani. L’Italia ha necessità di essere governata, quanto meno per superare l’impasse politica generata da questa ignobile legge elettorale, farne un’altra che sia almeno decente e tornare al voto per esprimere una maggioranza politica in grado di governane senza tanti fronzoli. L’ultimo regalo di Renzi e i suoi è stato quello di affondare ancora di più il Paese, con l’intento di massacrare l’avversario e senza curarsi delle gravissime conseguenze che questo comporta. L'avvelenamento dei pozzi del nemico che si ritira. Ma, del resto, non è che al Pd di Renzi abbia mai fregato qualcosa dell’Italia e degli Italiani.


Luca Craia