martedì 10 aprile 2018

4.6 a Muccia. La terra non smette di tremare. Nottata durissima.



Nottata di passione per l’area montana del centro Italia: scosse di importante intensità si sono susseguite raggiungendo, alle 5,11 i 4,6 gradi della scala Richter. L’epicentro è stato localizzato a 2 chilometri a sud-ovest di Muccia, a una profondità di 9 chilometri. Una scossa di questo tipo viene ancora definita “debole” ma si avvicina pericolosamente alla soglia dei 5 gradi, in cui la scala inizia a indicare movimenti medio-forti. Unanimemente i geologi definiscono normale questa attività sismica che si protrae ormai da anni nell’area in questione, attività legata ai due grandi eventi del 2016 e che, presumibilmente, andrà avanti ancora per parecchi mesi. L’entità della scossa di questa notte ha anche dimostrato quello di cui parlava Emanuele Tondi pochi giorni fa, ossia la possibilità di ripetersi di eventi simili ma comunque inferiori a quelli principali.
È comunque preoccupante, non tanto l’attività sismica in atto, quanto che le istituzioni se ne curino relativamente. Scosse di questo tipo possono aggravare i danni già fatti in precedenza: pensiamo ai danni indiretti a stabili in zona rossa sostanzialmente integri ma confinanti con altri edifici danneggiati: queste scosse potrebbero danneggiare severamente anche queste costruzioni che, ad oggi, potrebbero essere recuperate agevolmente. I ritardi con cui si sta procedendo nella cosiddetta ricostruzione sono, quindi, potenzialmente pericolosi quanto le scosse, se non di più.
Va anche considerato l’effetto psicologico sulle popolazioni, già fortemente provate da una situazione difficile da sostenere e che va avanti da troppo tempo. Il continuo tremare della terra non fa che peggiorare la percezione di pericolo e abbandono di questa gente che avrebbe invece finalmente bisogno di certezze. Anche di questo le Istituzioni dovrebbero preoccuparsi.

Luca Craia