venerdì 9 marzo 2018

Appelliamoci al nuovo Parlamento: la ricostruzione non c’è, il sistema è da rifare.



I Governi di Renzi prima e di Gentiloni poi hanno impostato la ricostruzione in maniera del tutto errata, probabilmente con un disegno diverso da quello che ci si sarebbe dovuti aspettare, e la situazione attuale è drammatica, nonostante ci si prodighi, tutt’ora, nel propagandare un’immagine del Centro Italia in cui tutto sta filando alla perfezione. La realtà è molto diversa da quella che viene dipinta dal Commissario Straordinario De Micheli ogni qual volta viene intervistata o interpellata.
La realtà parla di 1090 SAE ancora da consegnare dopo oltre un anno e mezzo, che significa che ci sono ancora 1090 famiglie ancora fuori casa, parla di poco più di una decina di domande per i danni leggeri approvata, parla della volontà di abbattere per abusivismo quelle unità abitative erette in autonomia dai terremotati per non lasciare la loro terra e la loro attività agricola. La realtà parla di macerie ancora da rimuovere, di opere pubbliche ferme al palo, di paesi svuotati e desertificati (vedi Castelluccio), di centinaia di aziende chiuse, di migliaia di posti di lavoro persi. La realtà parla di suicidi, di depressi, di gente che sta male fisicamente a causa del terremoto e dell’assurda gestione dell’emergenza che ha condannato migliaia di persone a una diaspora interminabile. La realtà parla di soldi della solidarietà destinati a opere del tutto aleatorie, come la grotta sudatoria di Acquasanta Terme.
Ora è in procinto di insediarsi un nuovo Parlamento, con alcuni nuovi rappresentanti del popolo e molti vecchi politici navigati. A questo nuovo Parlamento, che dovrà presumibilmente esprimere un nuovo Governo, i cittadini italiani che conoscono la situazione devono fare appello perché si riparta con la ricostruzione, perché so riveda l’intero meccanismo, perché si reimposti il tutto e lo si renda finalmente efficace. Dobbiamo fare appello alle nuove Camere che si andranno a insediare perché si desista nel proposito scellerato di desertificare le montagne del Centro Italia e si cominci finalmente a ricostruire, partendo dalle case per giungere alle comunità. Il nuovo Parlamento e il nuovo Governo riprendano in mano la situazione e la resettino, in modo da poter davvero ricominciare. Prima che sia troppo tardi, sempre che non sia troppo tardi.

Luca Craia