venerdì 29 dicembre 2017

Minimizzare e scaricare le responsabilità. Le magie di capodanno (e di tutto l’anno) che guariscono i problemi.



Foto Ansa

Oggi mi è capitato di vedere un servizio del Tg1 sul disastro delle Sae nelle Marche. Un servizio ignobile, lo dico senza mezzi termini, e non che ci si potesse aspettare qualcosa di diverso dall’informazione della rete ammiraglia della Tv di Stato di un Paese in pieno regime finto-democratico, ma mi ha irritato lo stesso. Il servizio non negava l’esistenza di problemi nelle casette per i terremotati, e raccontava anche il fatto che alcuni sindaci si sono rifiutati di consegnare quell’insulto alla dignità umana mascherato da unità abitative. Il servizio, piuttosto, minimizzava, faceva parlare un paio di anziani terremotati per pochi istanti, interventi dai quali l’ascoltatore poco attento e che si approvvigioni di notizie soltanto attraverso i canali istituzionali, traeva la naturale conclusione che i problemi sono di piccola entità, magari ingigantiti dai Sindaci per proprio tornaconto politico o elettorale. E, in ogni caso, la responsabilità è di Arcale.
Contemporaneamente apprendo dall’Ansa che a Sarnano arriva il capo della Protezione Civile, Borrelli e, magia delle magie di capodanno, le SAE dello scandalo guariscono da sole, alla faccia di chi non crede ai miracoli. Foto di rito con Ceregioli dal sorriso storto e l’immancabile tagliatore di nastri compulsivo Sciapichetti dichiarando che si è trattato di un equivoco, non si sono capiti sulla data di consegna, pensa un po’.  Comunque l’errore è sempre e solo dell’Arcale.
È la magia della manipolazione, del possedere la diffusione e la creazione della notizia, la possiblità di controllarla, di manipolarla, di indurre il pensiero nella mente della gente. C’è gente esperta, che lo sa fare e lo fa. E lo fa non soltanto in questo modo, se vogliamo, macroscopico. Pare che su Twitter ci siano profili di finti terremotati creati non si sa da chi (ma possiamo immaginarlo) per minimizzare i problemi, per smontare le accuse, per ridicolizzare la protesta. Ma sappiamo da tempo dell’esistenza di una controprotesta ragionata e studiata, con l’utilizzo di personaggi a volte persino inconsapevoli per rendere la questione lacrimevole ma non politica, per assolvere, nella commozione generale, il politico o il funzionario di turno. Sono i vari cavalieri erranti dei social, le varie passionarie, i vari tecnici che si stanno anche arricchendo col terremoto ma gestiscono gruppi social in cui non si può polemizzare, pena l’espulsione, o profili in cui chi parla di problemi viene esposto al pubblico ludibrio.
L’importante è che la responsabilità, che comunque c’è ed è talmente enorme da non poter essere negata, venga data al fato o all’elemento più debole di tutta la catena dei lestofanti, in questo caso chi costruisce le casette che, però, ricordiamolo, sono sbagliate di partenza, e queto lo sapevano tutti, a partire dalla Protezione Civile per finire con i tagliatori di nastri compulsivi. E vedrai che la colpa, alla fine dei giochi, tra una lacrima indotta ad hoc e un divieto di arrabbiarsi troppo, finirà in capo a chi, come me, da un anno e mezzo dice che le cose stanno come stanno. E già, lo si fa per tornaconto, noi.

Luca Craia

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