venerdì 15 dicembre 2017

Accesa discussione Perugini-Beverati. Un Consiglio semi-infuocato. Approvata la lettera dei fondisti.



Non sono mancate le accuse verso la maggioranza che governa Montegranaro, ieri sera in Consiglio Comunale, accuse più che motivate anche se partite da angolazioni diverse, sul tema del gasdotto che dovrà attraversare il paese. La storia è nota e ne abbiamo già parlato ripetutamente: Montegranaro, come altre cittadine del circondario, vedrà passare sul proprio suolo una linea di condutture che trasporta gas metano ad alta pressione. Per realizzarla sarà necessario espropriare dei terreni e questo ha provocato preoccupazione nei proprietari degli stessi che, in alcuni casi, hanno la propria dimora a pochi metri dalla linea del gasdotto che, al contrario di come ha cercato di farci credere l’assessore Perugini, può esplodere eccome, come già è successo a Pineto, in Abruzzo, pochi anni fa.
Così i fondisti interessati si sono riuniti d’urgenza, visto che nessuno si è preso la briga di informarli per tempo, e hanno scritto una lettera che ieri sera è stata consegnata nelle mani del Segretario Comunale. Nel testo c’era una serie di richieste volte a garantire, se non la sicurezza assoluta, almeno il massimo della stessa a chi vive o possiede immobili nelle aree interessate. Il testo è stato parzialmente modificato ma è rimasto invariato nella sostanza, e quindi è stato assimilato quale emendamento al provvedimento di approvazione del progetto.
Il progetto, infatti, è stato approvato con il solo voto negativo del Movimento 5 Stelle che ha motivato la propria posizione non soltanto con il comportamento scorretto della maggioranza che ha tenuto nascosto il progetto fino a pochi giorni dalla scadenza dei termini per la sua approvazione, ma anche e soprattutto con un ragionamento macropolitico condivisibile che vede nell’investimento in infrastrutture dedicate allo sfruttamento degli idrocarburi e dei combustibili fossili una contraddizione con le ventilate ma mai applicate politiche di incentivazione delle energie rinnovabili. C’è anche il risvolto geopolitico legato alla provenienza di questo gas, l’Azerbaijan, dittatura temibile la quale trae certamente vantaggio politico ed economico dalla diffusione dei propri prodotti energetici.
È qui che Giacomo Beverati deve aver sofferto le pene dell’inferno. Conosco sufficientemente bene l’architetto per capire il suo travaglio di fronte alla scelta di dover votare un provvedimento sposato dalla sua maggioranza in aperta contraddizione con le sue convinzioni politiche ed economiche, convinzioni che vanno in direzione diametralmente opposta delle quali non ha mai fatto mistero. Il suo voto positivo, alla fine del dibattito, deve essergli costato parecchio e immagino il suo sentimento di sconfitta, di contraddizione con se stesso.
Probabilmente è stato questo a motivare lo screzio, intuito dal pubblico ma non sentito nei termini, con il collega Perugini che pare non volesse nemmeno votare l’emendamento dei fondisti. Beverati deve essersi imposto, almeno quello, visto che ha dovuto votare un qualcosa totalmente contrario ai suoi principi. La sua postazione di voto, fuori dal banco della Giunta, del resto potrebbe essere un segnale di malcontento evidente. Comunque il provvedimento è passato, i fondisti hanno ottenuto quello che chiedevano e Montegranaro sarà attraversata da una linea di gas potenzialmente pericolosa ma alla quale, almeno a quanto ci è stato detto, non possiamo opporci. E la chiamano democrazia.

Luca Craia

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