Adoro Finardi, dai tempi della radio, di quando
facevo la radio e mettevo la sua canzone La Radio. Finardi è stato un pioniere
della musica italiana, un ribelle tra i ribelli, un rocker quando in Italia, a
fare rock, erano due o tre coraggiosi. Eugenio Finardi era, negli anni a
cavallo tra i ’70 e gli ’80, un elemento di rottura nel mondo del cantautorato
italiano, un musicista vero, bravo e virtuoso, capace di mettere insieme una
musica all’avanguardia con testi graffianti in un mondo, quello della musica
leggera considerata più colta e impegnata, in cui il testo e il messaggio
prevaricavano la qualità musicale.
Sono passati tanti anni da Sugo, Diesel e Roccando
Rollando. Anni in cui il musicista è cresciuto, ha sofferto, ha visto cose
belle e brutte che hanno modificato e affinato la sua visione della vita. La
sua musica si è forse fatta meno “cattiva” ma non ha perso di profondità, tutt’altro.
Certo, il numero dei cosiddetti fans forse è diminuito ma la sua immagine, il
suo mito, la sua importanza nel panorama musicale italiano non possono essere
in alcun modo sminuiti. E sapere che sabato prossimo si esibirà nel mio paese è
per me molto entusiasmante.
Per questo voglio ringraziare l’amministrazione
comunale di Montegranaro, questa volta, per aver portato il mito a
Montegranaro. Ci sarò e mi godrò Finardi, credo che canterò con lui e tornerò
insieme alle sue canzoni a quegli anni in cui credevamo di poter cambiare il
mondo solo volendolo. Magari riprenderò un po’ di quello spirito che, in fondo,
non mi ha mai abbandonato, seppure con la consapevolezza che il mondo non si
cambia facilmente. Ma ci si deve provare. Aspetto sabato per un ripasso di
voglia di cambiare.
Luca Craia
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