Si tratta di un vecchio articolo del 2013 ma lo ripubblico perchè potrebbe essere interessante per qualcuno a cui sia sfuggito.
Dai rilievi nel
sottosuolo e dai ritrovamenti archeologici recenti nasce un’ipotesi
affascinante circa l’importanza militare della nostra città. La Montegranaro
altomedievale era di per sé una fortificazione formidabile per la morfologia
della collina sulla quale è costruita, estremamente irta e scoscesa. In
particolare i crinali a nord e a est risultano tutt’ora estremamente ripidi. I
ritrovamenti recenti (ipogei, resti della Pieve), lasciano supporre l’esistenza
di una cinta muraria più a monte rispetto a quella di cui oggi rimangono parti
visibili.
La presenza di un portico asimmetrico e di un pozzo eccentrico rispetto al
cortile in una casa limitrofa alla Pieve, unite all’orientamento di una
finestra monofora ritrovata in quella che pensiamo fosse la sacrestia dell’antica
chiesa, fanno pensare che l’attuale corso Matteotti in realtà risultasse, nella
parte che va dalla torre dell’Annunziata fino a Porta Marina, privo di
costruzioni. Dove ora sorge Palazzo Conventati probabilmente c’era solo uno
spazio vuoto, così come per quanto riguarda piazzetta delle Erbe.È interessante notare la modificazione della linea del piano stradale che, negli anni, è stata abbassata. Si nota, infatti, che il portale dell’antica Pieve è ben più alto rispetto alla strada, così come l’ingresso di Palazzo Cruciani. Inoltre, sopra l’attuale porta della torre dell’Annunziata, si evidenzia un graffito con tre croci stilizzate. Si tratta probabilmente di un segno lasciato da viandanti o pellegrini. Notevole è, però, l’altezza del graffito, oltre i tre metri. Tutto ciò lascia ragionevolmente pensare che l’inclinazione attuale del piano viario sia stata modificata rispetto all’originale la cui pendenza era decisamente minore, per poi declinare decisamente subito sotto la torre, il che si tramutava in un’ulteriore forma di difesa qualora si fosse superata la barriera di Porta Marina.
La torre
dell’Annunziata, quindi, segnava probabilmente il punto di ingresso del
castrum, chiuso da una linea di mura che scendevano lungo via Garibaldi e
risalivano lungo via Solferino per congiungersi in via Conventati con le mura a
nord; all’altezza della torre vi era una porta di ingresso. La linea difensiva
primaria, quella tutt’ora parzialmente visibile, proteggeva ulteriormente
l’abitato andando da Porta Marina fino a Porta Spina. Il tratto di mura a nord
era quasi certamente unico in quanto la scoscesità del crinale era già
sufficiente a creare una forte linea di difesa.
Porta Marina
contava su due torri simmetriche, una all’angolo dell’ex farmacia e l’altra
all’angolo dietro l’ex negozio di Rossetti, in via Di Battista. Le mura poi
scendevano lungo via Di Battista fino all’altezza dell’attuale chiesa di San
Pietro Apostolo che potrebbe essere stata anch’essa una torre così come è
pensabile la presenza di un’ulteriore porta. Da lì riscendevano esternamente
all’attuale via Castelfidardo fino a Porta Romana, estremamente fortificata
perché posta su un crinale più dolce, per risalire lungo via Sant’Ugo e
ricongiungersi alle mura di tramontana a Porta Spina di cui, in via Sant’Ugo,
vi è tutt’ora traccia.
Luca Craia
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