Riceviamo e pubblichiamo
COS’E’ LA MICROZONAZIONE?
Innanzi tutto è importante sapere che la
Microzonazione Sismica è uno strumento di riduzione del rischio che consente di
capire come si comporta il terreno a seguito di un’onda sismica. Queste prove
consentono quindi di conoscere come devono essere ricostruite le nostre case su
quel terreno per poter essere considerate sicure.
I test, se eseguiti seriamente, sono piuttosto
costosi in quanto consistono nell’eseguire un foro di 35 mt di profondità (da
cui il nome DOWN HOLE) attrezzato per prove sismiche eseguite dal Centro
Microzonazione Sismica (CMS). Seguono quindi altre prove geofisiche e
geotecniche di dettaglio che consentono di disegnare la mappa delle “microzone”
ognuna delle quali presenta una propria risposta sismica locale. Pertanto ogni
paese dovrebbe avere una mappa che copra la maggiore superficie possibile di
area abitata; quindi maggiore è il numero di BUCHI maggiore è l’accuratezza
QUANTI SOLDI SONO STATI STANZIATI?
Andiamo a vedere quanti soldi sono stati stanziati
per queste importanti prove.
Leggendo l’ordinanza 24 di Errani pagg 77-78-79-80
(https://sisma2016.gov.it/wp-content/uploads/2017/05/Ordinanza-24-del-12-maggio-2017.pdf)
capiamo che i fondi complessivi per questa operazione sono circa 3,7 mln € per
i 140 comuni del cratere ovvero 26.000€ A TESTA!
IL PARERE DEGLI ESPERTI
Come hanno evidenziato autorevoli geologi come il
dott. Rodolfo Marcelletti (incaricato dal comune di Ussita della microzonazione
di III livello) in un suo post su facebook, è emerso che, i comuni che hanno
molte frazioni abitate, (come molti dei comuni del cratere), saranno costretti
ad effettuare, vista la scarsità di fondi messi a disposizione, UNA SOLA PROVA
DOWN HOLE, scegliendo quindi UN UNICO PUNTO DOVE EFFETTUARE IL BUCO. Per tutte
le altre frazioni si farà finta che il terremoto non ci sia mai stato.
Sempre secondo gli esperti, gli stanziamenti minimi
per consentire un’indagine seria dovrebbero essere proporzionali al numero di
frazioni abitate da monitorare.
Il minimo stanziamento che eviti di considerare
queste prove come l’ennesima farsa,
dovrebbe essere, a loro avviso, non inferiore ai 30/40 mln€ (10 volte
quanto stanziato).
LE REGIONI E I GARANTI
Cosa fanno le Regioni? Prendiamo ad esempio la
regione Marche che dovrebbe poter disporre di 24 mln € e, qualora realmente
interessata alla sicurezza della propria popolazione, dovrebbe pretendere fondi
affinché la microzonazione venga realizzata nel migliore dei modi. Notiamo
invece che la stessa interviene nel bilancio e sposta 10 mln € destinati alla
prevenzione sismica verso il capitolo della promozione destinazioni turistiche!
Si avete capito bene.
Inoltre veniamo a scoprire che l'atto è stato inviato
ai componenti del Comitato di Sorveglianza che si pronunceranno il 27 luglio.
Dopo la beffa dei soldi degli sms solidali destinati
all'ammodernamento di una statale che con il terremoto c'entra nulla e al
ripristino di una grotta sudatoria chiusa da più di 20 anni, un'altra beffa per
i terremotati che vedono confluire, i soldi a loro destinati, su progetti
tenuti per anni nel cassetto, riaperti grazie alla disgrazia chiamata sisma ,
che si è abbattuta esclusivamente sui terremotati, ma non sui nostri
amministratori regionali .
Domanda: ma questi garanti, questi comitati di
sorveglianza, ma che cosa controllano?
LA NOSTRA PROPOSTA
Noi però non siamo soltanto quelli che si oppongono,
protestano, polemizzano e alzano i toni delle discussioni.
Nel lontano febbraio abbiamo proposto al sottosegretario
De Micheli di utilizzare l'Eni (ente governativo, con grandissime capacità e
mezzi) per effettuare la microzonazione di 3 e 4 livello a costi,
auspicabilmente convenienti.
Ma dobbiamo constatare che si è preferito rivolgersi
altrove e rinunciare ad un ovvio risparmio.
Vogliamo inoltre dare un contributo di progettualità
e programmazione che sembra mancare a una classe politica e dirigente
impreparata a gestire un’emergenza e poco incline a pensare il futuro delle
nostre terre.
Quindi la nostra proposta generata dagli studi del
dott. Rodolfo Marcelletti e dall'ing. Alessandro Santi, è la seguente: visto che nei finanziamenti
per la ricostruzione sono già previste voci di spesa per indagini geologiche
dei singoli proprietari, perché non creare una BASE DATI CENTRALIZZATA nella
quale far convergere i risultati di ogni singola prova fatta dai cittadini? In
questo modo i dati raccolti potrebbero essere aggregati per realizzare quella
mappa complessiva del territorio che rappresenterebbe un fondamentale tassello
per la messa in sicurezza di tutto il territorio.
Questo a nostro avviso sarebbe un approccio serio,
che garantirebbe un risultato utile e non l’ennesimo BUCO NELL’ACQUA.
Coordinamento
Comitati Terremoto Centro Italia
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