sabato 29 agosto 2015

Non si parla più di centro storico che intanto muore insieme alla coscienza sociale.


Non si parla più di centro storico a Montegranaro. Dopo anni di impegno per sollevare il problema e farlo diventare una priorità politica e amministrativa, devo registrare che la questione non è più di interesse né per la politica né per la cittadinanza. Sembra che tutto si sia risolto, che magicamente le case non crollino più, che i piccioni siano migrati altrove, che tutto sia pulito e lindo. Invece i problemi sono ancora tutti lì, irrisolti, e non sembra che ci sia né coscienza né la volontà di mettervi mano. Dimenticare il problema cancella ogni speranza di soluzione.
Questo è il risultato di una impostazione politica che attacca violentemente la critica e la segnalazione dei disagi cittadini. Ma è anche la conseguenza di una concezione della vita pubblica fatta di schieramenti delineati, di tifoserie calcistiche, dove anche chi vive nel centro storico, e ne subisce quotidianamente i disagi, sembra quasi non vederli più perché, altrimenti, sembrerebbe tifare per l’altra squadra. Io stesso, che negli anni passati denunciavo costantemente la situazione attaccando l’amministrazione comunale col supporto di tanti residenti del quartiere, oggi, con la nuova maggioranza, vedo molti di questi residenti distanti e freddi, come se denunciare i problemi della città vecchia ora sia diventato schierarsi politicamente contro l’amministrazione comunale.
I problemi, dicevo, sono ancora tutti lì, anzi, si stanno amplificando. Le case cadenti non guariscono col tempo e, se non si interviene, continuano a deteriorarsi e aumentano di pericolosità. La massiccia presenza di animali (piccioni, topi) e la conseguente sporcizia organica è pericolosa per la salute pubblica come e più di prima, ma nessuno se ne cura e se denunci sei un nemico della tua città. Le strade sono sporche e, a parte i passaggi scenografici e sempre più sporadici della spazzolatrice, non si vede più un operatore con la scopa in mano da mesi. Infine il borgo si sta ghettizzando sempre di più, grazie alle politiche di edilizia popolare che hanno concentrato gli stranieri nel centro storico, creando disagi agli italiani residenti storici ma anche agli stranieri stessi che, così, non si integreranno mai.
Eppure ricordo che l’attuale assessore al centro storico, l’architetto Giacomo Beverati, quando nel 2009 si candidò sindaco col Pd, aveva proposto un piano di recupero del centro storico molto valido, credibile e attuabile. Che fine ha fatto questo progetto, ora che l’architetto ha la possibilità di attuarlo? Sono passati quindici mesi dall’insediamento della giunta Mancini e non abbiamo visto un solo provvedimento concreto per il centro storico; solo chiacchiere, promesse e occasioni per far comparire un titolo sul giornale.
C’è una cosa che, purtroppo, questa amministrazione comunale sta riuscendo a fare: far tacere il dissenso. Stanno mettendo i cittadini l’uno contro l’altro, le associazioni in concorrenza tra loro, la gente non parla più, non si espone, preferisce il quieto vivere perché chi parla contro è un nemico, non un cittadino che lamenta un problema, al quale dare ascolto e col quale cercare di trovare soluzioni. Sono molto preoccupato perché, continuando con questo andazzo, tra quattro anni, quando torneremo a votare, il centro storico sarà diventato invivibile ma, soprattutto, la coscienza sociale dei montegranaresi sarà morta e sepolta.

Luca Craia


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