venerdì 29 maggio 2020

Come si tornerà a scuola a settembre. Le indicazioni del Ministro Azzolina.

La grande confusione dimostrata dal Ministro per l’Istruzione, Lucia Azzolina, sembra trovare un po’ di ordine, almeno sulla linea da seguire. È di oggi, infatti, un comunicato apparso sui social della Azzolina con cui il Ministro spiega le linee guida per il ritorno in classe a settembre. Vediamole:
- Distanza interpersonale di un metro
- Mascherina per tutti i maggiori di 6 anni di età
- Scaglionamento degli ingressi
- Nessuna prova delle febbre per entrare a scuola, ma se si hanno 37.5 gradi di temperatura si deve restare a casa
- Valorizzazione degli spazi esterni per lo svolgimento della ricreazione, delle attività motorie o per programmate attività didattiche
- Prima della riapertura della scuola sarà prevista una pulizia approfondita di tutti gli spazi.
Certo, di perplessità ne scaturiscono parecchie, prima fra tutte su come faranno i ragazzi a sopravvivere a una mattinata con la mascherina indossata in via continuativa e chi riuscirà a convincerli a farlo. Ma anche sul distanziamento non sembra chiaro cosa accadrà, vista la situazione delle aule, spesso già troppo piccole senza distanziamenti. Non sarà facile organizzare il tutto e, visto come si è mossa finora il Ministro, c’è il dubbio che ci si riesca. Aspettiamo maggiori dettagli.

Luca Craia

MISURE ECONOMICHE D’EMERGENZA, CENTRODESTRA ABBANDONA L’AULA DEL CONSIGLIO PRIMA DELLA VOTAZIONE


Comunicato integrale

Nessuna intenzione di condividere un atto confuso, generico, dispersivo e tardivo che non fa nulla per dare la scossa che davvero servirebbe a riattivare il sistema economico e sociale di questa regione.
Questa la motivazione di fondo che ha portato i consiglieri regionali del centrodestra (i leghisti Zaffiri, Carloni, Malaigia e Zura Puntaroni, la capogruppo di Forza Italia, Jessica Marcozzi e il collega di partito Piero Celani, la capogruppo di Fratelli d’Italia, Elena Leonardi) ad abbandonare l’Aula assembleare prima della votazione sulla manovra economica d’emergenza.
Una sorta di conferma di quanto già avvenuto in Commissione Bilancio (Carloni e Marcozzi hanno abbandonato i lavori della Commissione per protesta) per sottolineare l’assoluta inconsistenza di una operazione che, nonostante il gioco a rialzo sui numeri da parte dell’assessore Cesetti, che oggi “tocca quota 250 milioni”, risulta, al contrario, poco strutturata e frammentaria.
Misure che si perdono in mille rivoli nel tentativo di voler dare tutto a tutti, ma in maniera assolutamente insufficiente, e che non determinano le condizioni essenziali per una effettiva ripresa e successivo sviluppo della nostra regione. Nessun investimento, ma solo infiniti interventi spot in perfetto stile pre-elettorale.
Circa 150 mila tra piccole e medie imprese che non ottengono quanto sperato, famiglie e lavoratori a cui viene a malapena assicurata la possibilità di reggere all’emergenza con poco più di mille euro a testa, diffuso malcontento del personale del comparto sociosanitario, il tutto condito da evidenti complicazioni dell’iter burocratico a carico dei richiedenti per ottenere soldi veri che sicuramente tarderanno ad arrivare.

La decrescita (forse) felice del basket montegranarese.

Ovviamente dispiace che la squadra di serie A del tuo paese sparisca nel nulla, dopo anni di grandi soddisfazioni. Dispiace ma era prevedibile e previsto, perché un paese di poco più di 12.000 anime difficilmente può trovare le risorse per giocare campionati la cui partecipazione è estremamente onerosa e difficile anche per realtà urbane ed economiche ben più grandi. Purtroppo, quello che mi aspettavo capitasse con un ridimensionamento graduale, è precipitato, forse a causa delle conseguenze dell’epidemia. Ma la sostanza non cambia: Montegranaro non può più permettersi i sogni di qualche anno fa, quando la situazione era estremamente diversa in termini demografici e, soprattutto, economici.
Leggo però con molto piacere della volontà di collaborare con l’altra squadra, quella storica, quella che ha fatto battere i cuori di generazioni e generazioni di Montegranaresi e oggi continua a far battere i nostri, pur militando in campionati minori. Finalmente forse si ritrova l’unità, in un paese che non perde occasione per dividersi, per spaccarsi. Essere uniti, in un mondo in cui servono risorse e forze costanti, è importante, forse fondamentale, e queste prime dichiarazioni di intento fanno ben sperare per un accordo tra le due realtà che punti esclusivamente a creare qualcosa di positivo per la nostra comunità.
Certo occorrerà applicare quello che oggi sembra essere un principio largamente condiviso, forse a causa della contingenza: la resilienza. Sotto questo aspetto, la Sutor ha fondato la sua esistenza sulla consapevolezza di essere una squadra che rappresenta una comunità, che la deve rispecchiare e che deve puntare a obiettivi alla sua portata. Ha ritrovato in questo modo la dimensione di un tempo e rappresenta davvero la Montegranaro sportiva e la Montegranaro comunità cittadina.
Ora c’è da ridimensionare le aspettative di chi pensa troppo in grande, pochi in realtà, vista l’affluenza di pubblico recente al Palasavelli. A Montegranaro ora non serve alcun palazzetto, anche se piacerebbe a ognuno di noi averne uno più bello e funzionale dell’amata Bombonera. Ora abbiamo da affrontare problemi più seri e certe promesse elettorali, per quanto efficaci, dovrebbero rientrare nel nome della serietà.
Quello che dobbiamo fare ora è sostenere con forza la nostra squadra, fare sentire la vicinanza della gente di Montegranaro, un sostegno incondizionato, non subordinato al livello del campionato che si gioca ma soltanto alle ragioni del cuore e dello sport. Montegranaro ha il basket nelle vene, e questo scorre ancora.

Luca Craia