martedì 12 novembre 2019

Ci voleva l’ospedale per mettere mano alle strade. Speriamo non spariscano nel nulla pure loro.


Finalmente un effetto benefico per la collettività derivante dalla costruzione del nuovo ospedale di Fermo, costruzione che non c’è anche se dovrebbe essere finita da oltre un anno: rimettono a posto un po’ di strade. In effetti, le strade del Fermano sono messe peggio che malissimo e hanno un bisogno estremo di manutenzione prima ancora che di essere adeguate al ventunesimo secolo e, se finora non si è reputato prioritario intervenire su questo fronte, con le elezioni regionali (ma anche fermane) alle porte si è pensato bene di investire 11 milioni sulla rete viaria, il tutto concatenato con il nuovo ospedale. Che non c’è.
Poco importa se, con quei soldi, faranno la rotatoria di innesto tra la strada delle Paludi e la Statale 16, tanto per dire la logica, l’importante è che, alla fine, le cose si facciano. Poco importa anche che tanti lavori si potevano fare prima e risparmiando soldi della collettività. L’importante è, dicevamo, che le cose si facciano. Peccato che, in questi 11 milioni, non figura alcuna rotatoria lungo la mezzina, o che non si parli della viabilità secondaria che è allo sfascio. Comunque, se l’ospedale serve a rimettere a posto un po’ di strade, non tutte, per carità, bene venga l’ospedale anche se arriverà leggermente in ritardo, anche se nascerà in un luogo non ideale, anche se, per raggiungere le strade rimesse a posto, toccherà passare per mulattiere pericolose e scomode. Sempre che, poi, le strade non facciano la fine dell’ospedale e le vediamo terminate davvero tra cinque o sei anni. Intanto votiamo.

Luca Craia

domenica 10 novembre 2019

Il Montegranarese Matteo Giorgetti in concerto all’auditorium RAI di Palermo


Oggi, all'Auditorium RAI di Palermo, e ripeto, Palermo, si è tenuto un concerto di un pianista marchigiano, tal Matteo Giorgetti. Io Matteo lo conosco quasi dalla nascita, figlio di amici miei carissimi, gente che si è fatta il mazzo per il mio paese, Montegranaro. Per dire, la mamma di Matteo è Anita Mancini, e non serve che io spieghi ai miei concittadini chi sia Anita. Ma Matteo ha un valore che prescinde dalla sua famiglia, anche se, si sa, le cerque non fa li melaranci, come si dice da noi.
Matteo Giorgetti ha un talento formidabile per la musica, ce lo ha sempre avuto, fin da bambino. E, oggi che ha 22 anni, comincia a raccoglierne i frutti. Frutti del talento, ma anche di un grande impegno, di tanto lavoro, di ore sacrificate per crescere piuttosto che a cazzeggiare. Matteo, ripeto, lo conosco da piccolo, è sempre stato talentuoso e quadrato nelle scelte, nell'impegno e nel sacrificio. Vederlo decollare mi commuove e mi rende fiero. Matteo è un altro Montegranarese che porta in alto le sue radici e so che le porterà molto in alto perché lo conosco e conosco quanto vale. E vale tanto.
Grazie Matteo, da Montegranarese. Grazie per il tuo impegno per promuovere la cultura. Ma grazie soprattutto per il tuo esempio, di sacrificio senza rinunciare alla tua infanzia, alla tua adolescenza, al suonare rock senza rinunciare a Schuman. Che poi, la differenza è poca. Vola alto. Per te, prima di tutto. Poi, anche per la tua comunità.
 
Luca Craia

sabato 9 novembre 2019

Bibbiano punta dell’iceberg. Affido mascherato sospetto in provincia di Ancona. La denuncia di Marzia Malaigia.


Comunicato integrale

“Il caso di Bibbiano ha scosso l’Italia, ma la triste realtà è che gli illeciti verificatisi nel paesino del reggiano rappresentano soltanto la punta dell’iceberg. Alcune propaggini di questo iceberg sono apparse a più riprese sui quotidiani nazionali negli ultimi mesi. La prassi diffusa è quella di allontanare i bambini solo sulla base di semplici segnalazioni, anche senza precise motivazioni verificate. E voglio ricordare che l’allontanamento dovrebbe essere una misura estrema, motivata da ragioni estremamente serie. Purtroppo,  queste motivazioni in moltissimi casi non esistono o  sono vaghissime, incomprensibili, assurde. Emblematica la testimonianza rilasciata proprio ieri nei giornali da una mamma della provincia di Ancona.Un “affido mascherato” che sarebbe avvenuto proprio nel Tribunale per i Minorenni del capoluogo. Il Giudice in questione, querelato dal legale Miraglia su richiesta della madre biologica della bambina data in affido, avrebbe avuto degli incontri privati con la psicoterapeuta incaricata delle perizie mediche e l’avrebbe convinta, sotto pressioni, a dichiarare l’infermità della madre biologica della bambina data in affido a una coppia, sempre stando alla denuncia del legale, amica del Giudice.
Mi si gela il sangue a pensare che possa esserci davvero anche nella nostra regione  un giro di affari sul dolore dei genitori, sulle lacrime dei bambini… Un sistema che coinvolgerebbe tutte le categorie: dai magistrati, ai dirigenti pubblici, agli assistenti sociali, alle cosiddette psicologhe forensi, agli educatori ecc..
Continuerò ad accogliere chiunque voglia denunciare  la sofferenza nel non poter più vedere il proprio figlio ingiustamente  e seguitero a monitorare il lavoro svolto dalle autorità competenti in seno alla regione”.

Marzia Malaigia