venerdì 15 novembre 2019

ELENA LEONARDI (FDI): "VICINANZA AI VIGILI DEL FUOCO IN MOBILITAZIONE NAZIONALE.


LA POLITICA DEVE ESSERE RICONOSCENTE ALLE FORZE DELL'ORDINE NEI FATTI E NON SOLO CON LE PAROLE". 

Comunicato integrale

"In questa giornata di mobilitazione nazionale, rinnovo la mia vicinanza al Corpo dei Vigili del Fuoco che sta manifestando a Macerata, a Pesaro e in tutta Italia per rivendicare garanzie e tutele. I nostri vigili del fuoco, sempre in prima linea nei momenti più drammatici, lavorano ormai da anni sotto organico e in carenza di mezzi ed hanno proclamato quattro giornate di sciopero nazionale di fronte alla mancanza di risorse a loro dedicate nella legge di bilancio al vaglio del Governo. Una situazione che perdura da troppo tempo e che mette fortemente a rischio il soccorso o, ancora peggio, potrebbe costringere i vigili del fuoco a dover scegliere le situazioni nelle quali intervenire. Condizioni lavorative non riconosciute opportunamente, aggravate per giunta dalla mancanza della copertura Inail e non adeguatamente valorizzate dal punto di vista retributivo e previdenziale. Sconfortanti le parole di una giovane vigilessa del fuoco che ai giornalisti raccontava che sono tutti costretti a pagarsi le spese per quanto riguarda gli infortuni senza avere la certezza di un rimborso in futuro. Quotidianamente assistiamo al valore del lavoro che svolgono tutti i corpi e le forze dell'ordine al servizio della popolazione, una presenza che diventa ancora più fondamentale in momenti critici come quelli delle emergenze, come quelle che hanno colpito negli ultimi anni il nostro territorio. 
Raccolgo e rilancio le parole dei pompieri che oggi hanno manifestato a Macerata. “La politica – hanno detto – ha il dovere di puntare sulla sicurezza e la prevenzione, e trovare le risorse è solo questione di volontà”. Proprio in forza di questa mia convinzione alcuni anni fa avevo raccolto le richieste provenienti proprio dalle forze dell'ordine, e mi ero fatta promotrice di una mozione per prevedere il non assoggettamento al pagamento della quota di accesso e della compartecipazione alla spesa sanitaria in favore di soggetti appartenenti alle Forze dell'ordine ed ordinamento civile e militare, Arma dei Carabinieri, Forze Armate e Vigili del fuoco che non godono di copertura assicurativa Inail, misura che da questo luglio la Regione ha finalmente attuato. Si tratta forse di una goccia nel mare delle legittime garanzie e richieste mosse da coloro che dedicano la vita per la protezione e la sicurezza di tutti noi e attraverso i quali le istituzioni e la politica devono dimostrare una riconoscenza nei fatti, non solo con le parole". 

Elena Leonardi
Capogruppo Fratelli d'Italia in Consiglio regionale delle Marche

Ancona, 15 novembre 2019

RUOLI DIRIGENZIALI DI NOMINA DI GIUNTA. Zaffiri (Lega): “Fermare sul nascere ogni tentativo di radicare il sistema di potere per il futuro”.


Comunicato integrale

“La fresca nomina del dirigente del Servizio Attività produttive della Giunta regionale è un campanello d’allarme sul probabile avvio della campagna di occupazione scientifica dei posti di potere in un’ottica futura”.
Non usa giri di parole il capogruppo della Lega in Consiglio regionale Sandro Zaffiri per porre l’attenzione sulle procedure di nomina dei dirigenti in scadenza da parte della Giunta regionale.
“La scadenza, quella vera, quella che più preoccupa il Presidente Ceriscioli – afferma Zaffiri – è la sua. E’ probabilmente per questo motivo e per i tanti dubbi circa la sua riconferma che ha iniziato a colorare alcune caselline, partendo con la nomina di questo dirigente, della cui professionalità siamo certi, ma che non appartiene ai ruoli interni e rimarrà in carica fino ad ottobre 2022”.
Fin qui tutto bene, perché le norme sono state pienamente rispettate? Forse. Ma continuo a ritenere che si tratta di scelte di opportunità. E’ per questo motivo che per quel che riguarda le nomine dei direttori di Area Vasta e degli altri dirigenti della Sanità sarebbe il caso di non procedere a rinnovi frettolosi, solo per avere un posizionamento nella undicesima legislatura regionale, rimandando ogni scelta al futuro esecutivo regionale.

Sandro Zaffiri

Il centro storico di Montegranaro non offre nulla. Anche la parrocchia ha i portoni chiusi.


Tra le tante misure necessarie per rendere vivo un centro storico moribondo come quello di Montegranaro, è chiaro ormai da tempo che sia necessario attirare gente che lo frequenti e lo viva. Servono negozi, servizi, locali, ovviamente adatti e rispettosi del contesto, ma anche iniziative, eventi, attrattive anch’esse rispettose della cornice che le ospita. Se è vero che non fa affatto bene al quartiere antico trasformarlo in discoteca per una settimana estiva, producendo solo disagi per i pochi residenti rimasti, è altrettanto vero che, organizzare eventi tagliati su misura, ragionati e opportunamente finanziati, può contribuire a innescare un processo contrario al degrado attualmente in corso.
A Montegranaro, nel centro storico non c’è nulla. C’è un bar solitario e temerario, che meriterebbe il plauso di tutta la cittadinanza solo per il ruolo di presidio di civiltà che si assume suo malgrado, Per il resto, il nulla. La domenica puoi andare in giro nudo, come diceva mio nonno, che tanto non ti vede nessuno. Iniziative non se ne prendono, eccetto qualche evento sporadico proposto dalle associazioni, uniche promotrici di iniziative in grado di attrarre un po’ di pubblico, e un cartellone teatrale risicato che certamente, con cinque o sei proposte, sposta poco più di zero. C’è Veregra Street, una settimana all’anno, che effettivamente porta un sacco di gente. Ma è una volta all’anno e sta diventando, anno dopo anno, un’orgia di cibo e alcool penalizzando la parte culturale e producendo gravi disagi ai residenti (basti pensare alla musica a tutto volume fino all’alba, che costringe chi può a vivere altrove per tutta la durata del festival).
Dopo il terremoto, anche la parrocchia ha chiuso quasi totalmente i battenti. La chiesa di San Francesco è inagibile da oltre tre anni, nonostante i danni siano lievi e sanabili celermente. Nei locali adiacenti alla chiesa di San Pietro una volta si faceva catechismo, che portava molta vivacità in via Castelfidardo. Poi ci hanno portato la Caritas e, infine, il nulla. Ora c’è solo silenzio. L’oratorio di San Giovanni Battista, voluto dal compianto don Peppe Trastulli, l’ultimo “pioà”, proprio come luogo di aggregazione, dove fare iniziative culturali, incontri, conferenze, oggi è destinato ad attività culturali e sostanzialmente interdetto a chi volesse utilizzarlo per gli scopi di cui sopra. Tutto questo contribuisce al degrado, alla desertificazione anche culturale del centro storico.
Che non ci sia una politica rivolta alla soluzione dei problemi della città antica ormai è assodato: non c’è un’idea, un progetto, manca persino la volontà. Ma non deve essere solo la politica a impegnarsi, anche le altre componenti della società civile devono svolgere un ruolo nel mantenere vivo il paese. Purtroppo, a Montegranaro, la morte del centro storico passa anche attraverso il disinteressamento da parte di tutti.

Luca Craia