giovedì 3 ottobre 2019

Mostra di ceramiche sacre a Sant’Ugo e aperture straordinarie per San Serafino


L’ecclesia di Sant’Ugo di Montegranaro è di per se luogo preziosissimo, unico al mondo, un posto che vale la pena di vedere almeno una volta, ma anche molte di più, e che ogni volta fa scoprire dettagli e misteri. Non pago di questo, Arkeo ha pensato di impreziosirla ulteriormente mettendo in mostra una piccola esposizione dell’opera artistica in ceramica di Paola Iannucci, maestra ceramista lancianese ma montegranarese di adozione che, da qualche anno, ha aperto una bottega nel centro storico di Monte San Pietrangeli, un laboratorio dove produce le sue creazioni e impara agli altri l’arte della ceramica, collaborando anche con scuole e istituzioni. Paola è una ceramista finissima e molto apprezzata ed esporrà in Sant’Ugo alcune sue creazioni a carattere sacro.
Tutto questo avverrà in concomitanza con due aperture consecutive dell’ecclesia, quella ordinaria della prima domenica del mese di ottobre, il 6, e quella straordinaria per la festa di San Serafino, santo patrono di Montegranaro, articolata in due date, il 12 e il 13 ottobre. Sant’Ugo sarà visitabile domenica 6 col consueto orario 16.00 – 19.00, sabato 12 al mattino dalle 10 alle 12 e al pomeriggio dalle 16 alle 19, e domenica 13 dalle 16 alle 19. Ci saranno i volontari di Arkeo, come sempre a disposizione per spiegazioni e approfondimenti, e ci saranno le opere di Paola Iannucci ad aggiungere bellezza a bellezza. Il tutto, naturalmente, è gratuito.

Luca Craia

Rimodulazione del ticket? Altri soldi sottratti alla classe medio-bassa. I ricchi non pagano il ticket.


Che la legge di bilancio sarebbe stata, come si dice, di lacrime e sangue si sapeva da tempo. Devono scongiurare l’aumento dell’IVA, che sarebbe un autentico disastro per gli Italiani, sia a livello di famiglie che di imprese. Per farlo devono reperire un sacco di soldi, tanti, e da quello che si vede si direbbe è che non abbiano la minima idea di dove andarli a prendere, da cui le preoccupazioni manifestate anche dallo stesso Mattero Renzi nei giorni scorsi. Quello che stanno cercando di farci credere è che non costerà nulla agli Italiani, il che è una baggianata pazzesca, una fake news, come piace tanto dire ai politici. I soldi li possono trovare solo nelle tasche degli Italiani, a meno che non prendano davvero misure serie e concrete per ridurre l’evasione, cosa che non pare proprio.
Tra le tante proposte c’è anche quella di “rimodulare” i ticket sanitari. Rimodulare, in politichese moderno, significa aumentare, ma c’è anche chi becca e crede che significhi altro. Lo sforzo del Governo è di farci credere che sì, aumenteranno i ticket, ma solo per i più ricchi. Tranquillizzante, vero? Solo che i più ricchi, invece di pagare il ticket, vanno a pagamento dagli specialisti più bravi. Il ticket lo pagano i poveracci che lo specialista non se lo possono permettere. Per cui, se vogliono reperire soldi dal ticket pagato dai ricchi, va da sé che non beccheranno un centesimo. Quindi toccherà andare a prendere i soldi al solito posto, ossia nelle tasche della classe media. Come? Semplicemente definendo ricchi quelli che hanno un reddito ISEE superiore a un tappo di bottiglia. Oggi, con la storia del reddito ISEE, le agevolazioni le prendono solo gli extracomunitari e pochi altri. Perché dovremmo immaginare qualcosa di diverso per la rimodulazione del ticket?

Luca Craia

mercoledì 2 ottobre 2019

Visso senza acqua. C’è la soluzione ma mancano le autorizzazioni. Situazione oltre l’assurdo.


Riuscite a immaginare, voi che la conoscete, Visso senza acqua? Due fiumi con acqua fresca e gorgogliante l’hanno sempre caratterizzata, nel bene e nel male. Nel bene, perché l’acqua è vita, e perché è una delle bellezze di questo splendido borgo, nel male perché, per esempio, proprio per la presenza di tanta acqua, non è stato facile adempiere a tutti gli obblighi previsti per individuare le aree dove allestire le SAE.
Oggi accade il paradosso: Visso è rimasta senza acqua. Il fatto è imputabile ai danni che il sima ha generato nei confronti della fonte principale di approvvigionamento idrico e questo ha innescato una situazione per la quale, un paese ricchissimo d’acqua, non ha più acqua per le abitazioni e per le aziende, come denuncia un comunicato del Sindaco diffuso in queste ore.
La soluzione c’è: basterebbe allacciarsi all’acquedotto del Nera, che preleva l’acqua proprio di uno dei due fiumi che passano in paese e che rifornisce buona parte della provincia di Macerata ma non Visso. La soluzione è stata prospettata alla Regione che, ci mancherebbe altro, ha dato il nulla osta. Ma l’acqua ancora non si vede perché mancano le autorizzazioni. I timbri. La gente di Visso è senz’acqua non perché non ci sia l’acqua ma perché non ci sono i timbri. E questa e l’Italia. E questo, anche questo, soprattutto questo, è il terremoto nel centro Italia.

Luca Craia