sabato 13 luglio 2019

“LA SINDACA HA MENTITO, ALTRO CHE FAKE NEWS”. GISMONDI DURO SUL CASO INQUINAMENTO DA GASOLIO.


Comunicato integrale

In molti ricorderanno l’articolo di stampa dello scorso aprile, mentre si entrava in campagna elettorale, in cui si dava notizia dell’indagine a carico del sindaco Ediana Mancini, per omissione di atti d’ufficio, riguardante l’inquinamento da idrocarburi della falda acquifera sotto via Di Battista.
E si ricorderà anche la frettolosa e decisa smentita data il giorno stesso dalla Mancini, affiancata dalla sua giunta, in cui si liquidava la questione come una “fake news”.
In campagna elettorale nè io, nè i miei sostenitori, abbiamo mai cavalcato tale vicenda, primo perchè non abbiamo mai fatto degli attacchi agli avversari uno strumento di azione politica, secondo perchè davamo per scontato che un sindaco, se assicura ai cittadini che “nulla le viene contestato”, dice la verità.
Ora scopriamo invece che la sindaca Ediana Mancini è indagata e lo sapeva. Quindi ha mentito alla città ed era consapevole di farlo. Ha definito fake news una notizia fondata, ha detto che era tutto falso, ha lasciato intendere addirittura che fosse una manovra per inquinare la campagna elettorale.
Il punto non è sapere se la Mancini abbia commesso un reato: non è la politica a doversi sostituire alla magistratura, che farà il suo corso. Può accadere che un amministratore pubblico venga sottoposto ad indagini e che spieghi e difenda il suo operato in tutte le sedi. Quello che è inaccettabile, ed offende tutti i montegranaresi, è che un sindaco menta alla sua città. Un gesto che fa ancora più rabbia, perchè compiuto da chi non ha mai perso occasione per proclamarsi campione di trasparenza ed onestà. La Mancini venga a riferire in Consiglio comunale dell’indagine che la riguarda, perchè tutta la popolazione ha diritto di conoscere come stanno le cose. Inoltre, spieghi anche per quale ragione il Comune non ha mai fatto nulla per sanare l’inquinamento della falda acquifera di via Di Battista.

Gastone Gismondi

venerdì 12 luglio 2019

Impalcatura sempiterna di via Don Minzoni. Presto i lavori di messa in sicurezza. Battaglia vinta.


Combatto da quando è stata eretta, quella maledetta impalcatura, ossia dal 2001, per farla rimuovere. L’intervento di messa in sicurezza di uno stabile in via Don Minzoni, a Montegranaro, datato appunto 2001, è sempre stato di per sé più pericoloso dello stabile stesso: ingombrante (decine di automobile ci hanno lasciato le fiancate), raffazzonato, con pezzi attaccati alla bell’e meglio pronti a decollare al minimo rifolo di vento. Una battaglia, la mia, quasi ventennale per fare in modo che si ripristinassero almeno le condizioni minime di sicurezza. Nel tempo quella bruttissima impalcatura è diventata il simbolo del degrado del centro storico di Montegranaro.
Lo scorso anno, d’estate, scrissi per l’ennesima volta all’Ufficio Tecnico del Comune di Montegranaro denunciando la caduta dal tetto di alcune lamiere, cosa estremamente pericolosa insieme a tutto il resto dei pericoli che sia lo stabile che l’impalcatura rappresentano. Quella missiva finalmente ha smosso qualcosa, forse perchè andata per conoscenza anche a Procura e Prefettura: è stato dato l’incarico a un professionista per progettare una nuova messa in sicurezza che libererà la strada dall’ingombro e farà in modo che non ci siano più pericoli derivanti dallo stabile e dall’impalcatura.
La notizia è che presto cominceranno i lavori. È stata stanziata la somma necessaria e ora non rimane che procedere all’affidamento dell’incarico alla ditta che procederà alla realizzazione del progetto di messa in sicurezza. Per me è una vittoria importante, simbolica quanto lo è stata l’impalcatura fino a oggi. Una medaglia che mi appendo da solo, e lo faccio senza falsa modestia, una medaglia che attesta che l’impegno alla fine paga molto più di tante chiacchiere.

Luca Craia


Abbattuta la quercia monumentale di Villa Luciani


È morta da tempo, nonostante le battaglie per salvarla del compianto Livio Botticelli e nonostante fosse uno dei beni più preziosi di Montegranaro, tanto da essere annoverata tra gli alberi monumentali più importanti delle Marche. In realtà, la roverella di Villa Luciani, a Montegranaro, risultava essere, finchè è stata in vita, l’essere più antico della valle dell’Ete Morto. 
Poi, però, è morta pure lei e ora è secca e piena di parassiti, diventando anche un pericolo, per il rischio che si stacchino rami o che cada direttamente l’intero fusto. Per questo motivo si è deciso di abbatterla. È una cosa molto triste, ma purtroppo necessaria. L’abbattimento è stato effettuato tramite il taglio del fusto a raso del terreno. Un altro pezzo importante della storia del paese che se  ne va.

Luca Craia