martedì 20 novembre 2018

DANNI DA FAUNA SELVATICA – PER FRATELLI D’ITALIA LA PROTESTA DAVANTI ALLA REGIONE CONFERMA L’ASSENZA DI CONCRETE POLITICHE DI PREVENZIONE DA PARTE DELLA GIUNTA REGIONALE


ELENA LEONARDI: HO CHIESTO ED OTTENUTO CHE LE ASSOCIAZIONI DEGLI AGRICOLTORI FOSSERO RICEVUTI DALLA CONFERENZA DEI CAPIGRUPPO

Comunicato integrale

La giornata di protesta organizzata dalle associazioni degli agricoltori di fronte a Palazzo Leopardi sulla situazione dei danni da fauna selvatica ha visto la presenza del capogruppo regionale di Fratelli d’Italia la quale è intervenuta ascoltando le ragioni degli operatori del settore.
Nonostante la Delibera di Giunta Regionale di inizio novembre, che ha affrontato alcune problematiche sull’attività venatoria, anche a seguito dell’ordinanza del Consiglio  di Stato sulle aree Natura 2000, molti dei problemi a carico del settore rurale permangono e sono molto pesanti. La riprova – esordisce Elena Leonardi – è proprio la conferma della manifestazione di protesta di questa mattina nella quale, tra l’altro, gli agricoltori chiedono una efficace autodifesa del fondo agricolo e l’utilizzo dei chiusini o dei recinti di cattura. Il problema, continua Leonardi, è grave poiché non riguarda solo i cinghiali, che sono gli animali a fare più danni, ma anche storni, piccioni e ungulati vari.
Non posso che condividere le richieste degli agricoltori – prosegue Leonardi – come ad esempio un efficace Piano Faunistico aggiornato e un Regolamento Unico Regionale sul risarcimento danni con lo sblocco del pagamento degli incidenti stradali.
La Leonardi esprime soddisfazione per aver ottenuto segnale positivo alla sua proposta di incontro urgente con la Conferenza Regionale dei Capigruppo che si è svolta proprio nella sala Agricoltura della Giunta Regionale. Occorre - afferma la Leonardi - lavorare con un approccio condiviso e non per compartimenti stagni in settori che tra di loro sono in forte connessione come quello dell'ambiente rurale, il mondo agricolo e quello venatorio.
Il mondo agricolo va sostenuto – conclude Leonardi – non solo con incentivi e sostegni finanziari ma anche permettendo agli imprenditori di vivere e lavorare sereni al fine dell’ottenimento di raccolti che permettano la permanenza nelle zone rurali della Regione, visto che sono il più importante presidio contro il dissesto idrogeologico e contro lo spopolamento delle aree interne.


“Risolta la criticità ma il modo di procedere non cambia”


Comunicato integrale

“Dovrei essere soddisfatta della risposta che peraltro conoscevo già essendo stata informata da appartenenti del Corpo dei Vigili del Fuoco. Quello di cui non sono soddisfatta è ciò che ho sempre affermato, ossia il modo di procedere di questa Giunta”. E’ intervenuta così quest’oggi in Aula il consigliere regionale Lega, Marzia Malaigia rivolgendosi all’Assessore Sciapichetti che ha fornito rassicurazioni circa i rimborsi  agli appartenenti ai Vigili del Fuoco per il trasporto pubblico locale di cui si chiedeva nell’interrogazione presentata. “Quando non c’è programmazione e progettualità - ha proseguito la Malaigia -  si procede come state facendo da tre anni e mezzo a questa parte : correre ai rispari solo dietro  segnalazione dei consiglieri di opposizione o solo dopo le proteste e manifestazioni  dei cittadini stanchi dell’inefficienza e dell’incapacità di questa Regione”. “Basta affacciarsi da quest’Aula che anche questa mattina possiamo assistere all’ennesimo grido di protesta da parte degli agricoltori che non si trovano adeguatamente tutelati circa gli ingenti danni che sono costretti a subire da parte della fauna selvatica”.  Soddisfatta dunque per la soluzione della problematica. Ma ovviamente nutro perplessità sul fatto che si possa continuare ancora a procedere con tale pressapochismo come avvenuto sino ad ora. Ho difficoltà ad avere fiducia per la gestione e lo sviluppo della nostra Regione con una Giunta che continua a procedere a casaccio per tentativi ed errori”.” Continueremo per nostro conto a farl luce sulle criticità dei nostri cittadini- conclude la Malaigia- ma è necessario e non più procrastinabile un’assunzione di impegno seria e fattiva da parte del Governo regionale”.

Montegranaro deserta, escono solo i vandali. Un paese morto è un paese che va in mano ai delinquenti.


Vedere un paese morto, nel fine settimana, è una cosa a cui non ci si abitua, anche se orai sono anni che la situazione è questa. È una cosa che fa male, specie a chi, come me, ricorda ben altri scenari nei fine settimana, quando la gente usciva, andava al cinema, andava nei caffè, si incontrava e parlava. Oggi Montegranaro, come del resto moltissimi paesini dell’entroterra, nei fine settimana è un luogo desolato e desolante, dove circola solo chi deve andare a fare qualche commissione. E, nelle ore tarde, il deserto si trasforma in terreno di scorribande tra balordi, dove il cittadino farebbe meglio a non avventurarsi.
Il processo di desertificazione dei centri urbani dell’entroterra ha radici profonde, parte dal richiamo delle città della costa di un tempo che si è trasformato nel richiamo dei grandi centri commerciali, che si sono sostituiti alle varie Civitanova o Porto San Giorgio che sia, spopolando anche quelle che una volta erano le mete del passeggio domenicale. Quindi è un fenomeno che non riguarda solo Montegranaro. Solo che a Montegranaro non vi si pone riparo, e questo nonostante i programmi di rilancio, gli investimenti e le volontà verbali di cambiare registro. Si sono spesi anche dei bei soldi per riportare la gente di Montegranaro a spasso a Montegranaro, ma i risultati non ci sono, si è fallito miseramente, sperperando denaro pubblico.
Il punto è che Montegranaro non ha attrattive. Non ne ha per i giovani, e questo è abbastanza naturale, ma non ne ha nemmeno per le famiglie. Il cinema è chiuso, i locali sono pochi e poco seducenti; addirittura, dopo il terremoto, è stata chiusa anche la chiesa di San Francesco che, comunque, portava gente in centro per la messa. Il risultato è quello che vediamo tutti o, almeno, quelli che ci provano a farsi un giro in centro la domenica: il marciapiedone è vuoto, lo sono i giardini, la piazza è spettrale, il Campo dei Tigli è il Bronx. E non è questione di freddo o caldo, di stagioni, di orari. È sempre così, appena meglio d’estate.
Occorre ripensare tutto, e sarebbe opportuno ripensarlo prima di spendere altri soldi. Occorre un progetto complessivo, non opere faraoniche realizzate al solo scopo di inaugurarle. È importante, perché un paese vivo è anche un paese che combatte il degrado, che non dà spazio ai delinquenti. Un paese vivo è anche un paese in cui è conveniente aprire una nuova attività o investire in quelle vecchie. Un paese vivo è un luogo migliore in cui vivere. Ma non servono le feste di una settimana o le discoteche in piazza fino all’alba, serve un progetto serio, ponderato, che porti a investimenti produttivi e non a soldi buttati al vento gelido di viale Gramsci.

Luca Craia