sabato 28 aprile 2018

IL CAPOLAVORO DEL COMMISSARIO DE MICHELI

Comunicato integrale

Quando nell’apparentemente lontano 9 settembre 2017 il Consiglio dei ministri nominò Paola De Micheli commissario straordinario alla ricostruzione le sue prime dichiarazioni furono :
“E' un incarico importante e gravoso, lo affronterò con umiltà e determinazione" - “opererò non solo per la ricostruzione materiale delle zone colpite dal sisma, ma anche per la rinascita civile e sociale delle comunità"(fonte Ansa).

“RINASCITA CIVILE E SOCIALE DELLE COMUNITÀ “
Non sapevamo cosa intendesse con queste parole, ma da umili terremotati, pensavamo avesse buone intenzioni e comunque, tutto sembrava fuorché, la volontà di trovare scuse ed espedienti per aggredire, proibire e addirittura denunciare penalmente quelle popolazioni già duramente colpite dal terremoto! 
Un Commissario straordinario(straordinario di che ed in che cosa poi...) dovrebbe, a nostro avviso, prendere a cuore le esigenze delle persone sfortunate delle quali dovrebbe occuparsi e mettere in piedi tutte le misure possibili affinché questo stato negativo,inaccettabile e deprimente delle cose, cambi in maniera repentina e radicale.

Così non è stato, anzi.... nei pochi mesi in cui lei stessa è stata operativa, si ricordano gli innumerevoli tagli di nastro di Sae incomplete ed inutilizzabili (nessuna delle Sae “consegnate” durante le inaugurazioni fino a dicembre, potevano essere immediatamente abitate dal terremotato di turno!) o di opere finanziate da privati e dove i politici di turno hanno fatto a gara a presentarsi attribuendosi non si capisce quale merito e quale motivazione alla loro stessa presenza, visto che di pubblico ancora non è stato fatto nulla! 

Da Dicembre il nostro amato Commissario De Micheli va in giro a raccontare che non può “agire o modificare” nulla di concreto e sostanzioso prima perché il parlamento era “depotenziato perché il governo stava per dimettersi, poi perché il governo,dimissionario, non avrebbe avuto la forza di modificare alcuna legge, poi perché effettivamente non vi era la possibilità di “legiferare” causa assenza di governo. 

Nel frattempo......mancano ancora il 35% di Sae, i posti di lavoro perduti sono sulle migliaia di unità, la tutela sanitaria e contrattuale dei lavoratori delle Sae appare una chimera(c’è stato anche uno sciopero), i suicidi e l’incremento dell’uso di ansiolitici tra i terremotati sono purtroppo in costante aumento, la burocrazia blocca, de facto, le approvazioni delle(poche) pratiche presentate e registra un assurdo 16% nelle approvazioni, i villaggi Sae mancano di zone di aggregazione dove le comunità potrebbero confrontarsi e ritrovarsi, non è stata assolutamente istituita una vera zona franca urbana differenziata per danni subiti, gli incentivi ci sono soprattutto da chi viene da fuori e non c’è alcuna priorità alle imprese/ lavoratori colpiti dal terremoto, non è stato fatto assolutamente nulla per dare la possibilità ai non residenti di rientrare ed alimentare quel flusso commerciale indispensabile alle imprese locali non soltanto per il rilancio, ma per il semplice sostentamento delle loro attività, ma ci sono due record del quale questo premuroso Commissario può vantarsi: 

1) AVER IMPOSTO IL PAGAMENTO DELLE TASSE A CHI NON È IN GRADO DI PRODURRE CHIEDENDOGLI DI INDEBITARSI CON LE “SOLITE BANCHE” con tanto di lettera ai sindaci 

2) AVER CONFEZIONATO UN DECRETO GRAZIE AL QUALE ALMENO 400 TERREMOTATI SONO STATI DENUNCIATI PENALMENTE ; DECRETO CHE,ANZICHÉ SALVARE, HA CONDANNATO SENZA APPELLO CHI DA SOLO, CON I PROPRI RISPARMI E SUL PROPRIO TERRENO, SI È COSTRUITO UNA CASETTA DI LEGNO TEMPORANEA PER NON ABBANDONARE LA PROPRIA ATTIVITÀ E/O GOVERNARE LE PROPRIE BESTIE! 

Questa sarebbe la rinascita civile e sociale delle comunità? 
È questo che intendeva caro Commissario? 

AVVISO A POLITICI E POLITICANTI: 
Il tempo concesso sta per scadere, i terremotati sono stanchi di questo teatrino volto a spartirsi le poltrone!
Dovete dare priorità ai problemi che non possono essere rimandati e vanno immediatamente affrontati.
Non possiamo aspettare ancora! 

Convocheremo i comitati dei cittadini e prenderemo insieme una decisione, ma non staremo di certo ad attendere e subite inermi queste incomprensibili ingiustizie!

Francesco Pastorella 
Coordinatore Comitati Terremoto Centro Italia

venerdì 27 aprile 2018

Il deltaplano del deserto. La strategia del terremoto prende corpo.

Se qualcuno si fosse chiesto il perché, secondo chi ha teorizzato la cosiddetta "strategia della desertificazione", tra cui il sottoscritto, chi ha gestito l'emergenza infinita e perdurante del terremoto volesse svuotare di vita i luoghi colpiti dal sisma, oggi ha la risposta nelle foto pubblicate dall'ANSA che ritraggono l'enorme orribile ferita alla montagna inferta dalla spianata destinata a sorreggere il cosiddetto "deltaplano", il centro commerciale che dovrebbe ospitare le attività dislocate di Castelluccio ma che è voluto, finanziato e gestito da una super-multinazionale. Metri cubi di calcestruzzo, metri quadri di orrore in mezzo a uno dei luoghi più belli di Italia. 
Si è riusciti a stendere quella crosta di cemento perché non c'era popolazione a vigilare. Si è riusciti a infliggere questo squarcio sanguinante perché prima si è provveduto a svuotare l'area di esseri umani. Mentre si abbattono casette di legno e si minacciano gli abitanti di terribili azioni legali per aver chissà come deturpato il paesaggio con innocue minuscole costruzioni, alle falde del Vettore si spacca, squarta, massacra il territorio con una tranquillità talmente assoluta che spiega tutto.
A che serve desertificare? A fare questo. Prepariamoci al peggio.

Luca Craia 

Beverati ci riprova: Il Giardino in Piazza torna a Montegranaro sabato e domenica prossimi.

L'edizione 2017

Il 17 marzo scorso era stata annullata per maltempo l’annunciata manifestazione “il Giardino in Piazza”, organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Montegranaro per ridare un minimo di vivacità al centro di Montegranaro, solitamente deserto durante i fine settimana. L’idea è buona e giunge nel 2018 alla sua terza edizione, dopo le prime due che, per quanto molto interessanti, hanno richiamato poco pubblico in generale. Ora ci si riprova, dopo l’annullamento, riproponendo l’intero programma per domani e dopodomani.
L’idea, dicevamo, è molto buona, e vede un allestimento di piazza Mazzini molto particolare, trasformando il cuore di Montegranaro (o quello che dovrebbe esserne il cuore) in un autentico giardino pieno di piante, fiori e arredi da esterno. Come l’anno scorso ci sarà la presenza del celebre personaggio televisivo, esperto di giardinaggio, Alessandro Magagnini che interverrà ripetutamente con diverse proposte. Il programma è comunque molto ricco e prenderà il via alle ore 15 di sabato per proseguire fino alle 21, per poi riprendere alle 10 di domenica mattina e concludersi, sempre domenica, alle 22,30 con un non meglio definito “spettacolo a sorpresa”. Potete trovare l’intero programma sulla pagina Facebook del Comune di Montegranaro.
Credo che i Montegranaresi debbano augurarsi un successo per questa manifestazione, perché è uno dei rari tentativi di portare intelligentemente un po’ di gente in centro, e quando dico centro dico quello vero, dentro le mura castellane, quel luogo troppo spesso e troppo a lungo dimenticato dalle varie Amministrazioni Comunali. Certo, non sarà facile, viste le tante manifestazioni “concorrenti” che si possono trovare in zona, prima fra tutte la Fiera di Primavera a Monte San Giusto. Ma è giusto provarci e confidare in una buona risposta dei Montegranaresi e, perché no, anche di gente da fuori, magari che venga anche per visitare l’ecclesia di Sant’Ugo, per l’occasione aperta da Arkeo nel pomeriggio di domenica (16.00-19.00), oppure per gustarsi una delle tante offerte divertenti del programma.

Luca Craia

Gli adesivi di Salvini impiccato, Pavia che fa compagnia a Macerata. Quando l’antifascismo fa paura.


Premetto, onde sgomberare il campo: chi scrive è convintamente antifascista, anticomunista, antitotalitarista. Ciò detto passiamo ai fatti. Non ha fatto in tempo a sopirsi, anzi, non si è sopita per niente la polemica sui fatti di Macerata del 25 aprile, quando il gruppo antifascista – o sedicente tale – Antifa ha pensato bene, con tanto di benedizione dell’Amministrazione Comunale (poi redentasi, ma a danni fatti) di appendere un fantoccio dalle sembianze di Benito Mussolini, e poi un altro rappresentate un generico fascista, a una forca eretta in pieno centro per far giocare i bambini alla pignatta, insegnando loro che spaccare la testa a un fascista (e, conoscendo i soggetti, fascista può essere chiunque che non la pensi come loro) è cosa buona e giusta. 
A rotative ancora ben calde, con articoli stupefacenti che, invece di condannare il gesto, lo giustificano, lo minimizzano, addirittura individuando responsabilità in chi si è per questo indignato circa l’ennesima sputtanata immeritata per la città di Macerata (vedi Cronache Maceratesi, per esempio), arriva una notizia che farebbe quasi dire “mal comune mezzo gaudio” se solo non fosse che il gaudio non c’è e il mal comune è un male raddoppiato. La notizia racconta che, a Pavia, circolano adesivi raffiguranti Salvini impiccato a testa in giù, riservando la stessa sorte a Trump, Erdogan e Netanyahu, e la scritta in inglese, tanto per far capire che sono imbecilli ma sanno le lingue, "make fascists swing again".
Verrebbe da dire che i cretini fioriscono a primavera come i fiori di pesco. Peccato che non si tratti solo di quattro cretini scriteriati, ma che, come abbiamo potuto vedere dagli articoli di stampa, l’idea di “impiccare” l’avversario politico non fa poi così ribrezzo come ci si aspetterebbe. Del resto ormai da tempo ci siamo accorti di un ritorno di fiamma, a sinistra, di quel concetto becero e reazionario che giustificherebbe la violenza contro il fascista di turno. Chi ha anni a sufficienza come me ricorderà che, negli anni di piombo, per gli estremisti di sinistra e per gli anarchici insurrezionalisti, fascisti erano tutti coloro che non erano comunisti o anarchici e, alla fine dei giochi, rientrò nella definizione anche qualche compagno un po’ troppo moderato.
Ho già scritto della mia preoccupazione per la recrudescenza della violenza di sinistra che, ben inteso, non è né peggiore né migliore della violenza di destra. Del resto, in queste cose non c’è né destra né sinistra, c’è solo l’imbecillità umana. A preoccupare ulteriormente, però, c’è questa tendenza a minimizzare, a non calcolare fatti che in realtà sono gravissimi, a non stigmatizzare questi accadimenti e a non condannarne senza mezzi termini gli autori.
La situazione politica in Italia, senza governo da 54 giorni, è terribile e al momento non si vedono soluzioni. Le forze politiche sono allo sbando, il Paese si sta incancrenendo tra recriminazioni, accuse e timori per il futuro. In questo terreno fertile, gli estremismi ingrassano e crescono rapidamente. Almeno chi è sano di mente, chi ha principi democratici saldi, soprattutto chi ha la responsabilità di informare la gente sia responsabile e non cada nella tentazione del tutti contro tutti. Soprattutto non giustifichiamo la violenza, mai e poi mai. La violenza e la democrazia non possono andare d’accordo.

Luca Craia

Elezioni 2019: centro storico e lotta al degrado siano prioritarie. Sostegno a chi programma interventi. Altrimenti iniziative proprie.


Il centro storico è contagioso. A Montegranaro, quello che era un problema molto serio ma circoscritto al solo paese antico, ha valicato le mura castellane e sta interessando interi quartieri portandoli al degrado urbanistico e sociale che attanaglia da anni e in maniera gravissima il castello. Le responsabilità sono antiche, difficili da individuare, ma sono anche imputabili alle ultime amministrazioni, quelle amministrazioni che, pur essendo perfettamente coscienti di avere un enorme questione da risolvere, nulla hanno fatto se non chiacchiere e iniziative più di facciata che di concretezza.
Risolvere il problema del centro storico è difficile e diventa sempre più difficile andando avanti col tempo e lasciando che la situazione degeneri ulteriormente. Il fatto che il degrado sia in espansione testimonia come il nulla di fatto e il vuoto di programmazione portino danni all’intera città e non soltanto al suo centro. Finchè non ci sarà una presa di coscienza del fatto che, abbandonando il centro storico al suo destino, si segna il destino stesso dell’intero paese, Montegranaro vedrà incancrenirsi ogni situazione di degrado esistente. Del resto vediamo bene come criminalità e spaccio di droga stiano rafforzandosi sempre più, proprio a causa del degrado urbano in cui è stato gettato il paese. In questo quadro spendere soldi a spot in iniziative prive di una visione globale, come è stato il progetto di viale Gramsci, serve solo a gettare fumo sugli occhi alla cittadinanza, in attesa che il problema si manifesti di nuovo e ancora più pesantemente.
Nel 2019 si voterà per rieleggere l’amministrazione comunale che dovrà governare Montegranaro per il quinquennio successivo. Già sono iniziati i primi approcci tra le forze politiche, i primi ragionamenti, i primi tentativi di accordo. Presto, si spera, si metterà mano alla realizzazione dei programmi elettorali da proporre ai cittadini. Negli ultimi anni e, in particolar modo, nell’ultima tornata elettorale, il centro storico è sparito quasi del tutto nei programmi, se non per qualche vago accenno totalmente privo di progetto alle spalle e di uno studio di copertura economica. Auspico che qualcosa cambi, che qualcuno ricominci a mettere la questione centro storico al centro della programmazione politica, consapevole che, non risolvendo il problema, si condanna l’intero paese.

Lotto da anni perché passi la coscienza di quanto sia importante risolvere la questione del centro storico. Ho scritto fiumi di parole e ho realizzato fatti concreti, sporcandomi le mani. Non ho certo il potere di convincere tutti coloro che si impegneranno politicamente per il paese, ma continuerò a fare la mia piccola parte. Per questo sono disposto, nel mio piccolo, a sostenere soltanto chi porterà il centro storico al centro del programma elettorale e ne farà una priorità proponendo un progetto credibile. Chi lo farà avrà il mio appoggio e il mio voto. Se, come nel 2014, nessuno capirà quanto la soluzione del problema sia fondamentale per tutto il paese, cercherò di trovare soluzioni alternative, nessuna esclusa.

Luca Craia