lunedì 8 gennaio 2018

Denunciato a piede libero l’estirpatore di alberi di Natale. Le telecamere inutili. Ora il Sindaco che fa?


Il primo tentativo di strappare gli alberelli


È stato identificato e denunciato a piede libero l’estirpatore di alberi di Natale di Montegranaro, autore dell’atto vandalico che ha tanto fatto arrabbiare il Sindaco Mancini e fatto saltare il tappo anche a qualche santone dell’integrazione a ogni costo. Si tratta di un giovane di origine magrebina, noto alle forze dell’ordine, violento, rissoso, protagonista di numerosi episodi recenti, tra risse, danneggiamenti e lesioni.
È stato identificato grazie alle testimonianze, visto che, a quanto pare, le telecamere di videosorveglianza quella notte non hanno funzionato o, meglio, una non funzionava e l’altra inquadrava tutt’altro. Vale la pena ricordare che c’era già stato un altro tentativo di danneggiare le piantine, proprio il giorno di Natale. Gli alberelli erano stati divelti e poi riappoggiati sul posto, ma la cosa non aveva avuto alcun riscontro e nessuno, a quanto pare, si era nemmeno dato la pena di controllare le telecamere, visto che, in seguito, sono risultate inutili.
Ovviamente, con una denuncia a piede libero, l’ennesima che va ad aggiungersi alla sua ricchissima collezione di denunce, il nostro simpatico amico potrà continuare a seminare il panico per Montegranaro, a meno che il Sindaco Mancini non rispetti quanto promesso, ossia di emettere un provvedimento di allontanamento dal territorio comunale.
Si tratta, però, di una strada difficile da percorrere in quanto il gesto barbaro di danneggiare i vasi di viale Gramsci, per quanto deprecabile, non è di una gravità tale da giustificare un provvedimento tanto severo. Casomai ci sarà da attendere che compia qualche reato più grave, magari che faccia male a qualcuno. In questo caso, allora, allontanarlo forse sarebbe più facile. Per intanto mi sa che ce lo teniamo.

Luca Craia

INSEGNANTI CON DIPLOMA MAGISTRALE "DISABILITATI" DAL CONSIGLIO DI STATO: ARRIVA UNA MOZIONE REGIONALE A FIRMA ELENA LEONARDI (FRATELLI D'ITALIA)



"LA REGIONE SI ATTIVI PRESSO IL MINISTERO PER SALVARE I POSTI DI LAVORO E LA CONTINUITA' DIDATTICA"

Sulla vicenda della recentissima sentenza del Consiglio di Stato n. 11 dello scorso mese di dicembre interviene la capogruppo regionale di Fratelli d'Italia, Elena Leonardi. La presentazione di una mozione che illustra il problema e cerca di sollecitare la Giunta Regionale a farsi carico presso le sedi nazionali opportune è un atto doveroso – esordisce la Leonardi.
Nel documento si evidenzia come questa Sentenza del Consiglio di Stato, abbia definito la nota questione relativa alla legittimità o meno dell'inserimento in Graduatoria ad esaurimento dei diplomati magistrali - ante 2000/2001. Il risultato è un “secco no” nei confronti dell'abilitazione all'insegnamento per i possessori del diploma magistrale che fino a poco tempo fa era, quest'ultimo, invece considerato un titolo a tutti gli effetti abilitante all'insegnamento.
Un pioggia a ciel serono che mette in grave difficoltà insegnanti che hanno un contratto stipulato con l'Amministrazione Scolastica e i bambini che vedono così il rischio dell'interruzione dell'insegnamento con le figure iniziali oltre che la perdita di giorni e giorni di insegnamento.
Leonardi ricorda inoltre come la legge n. 107 del 13 luglio 2015, riforma del sistema nazionale di istruzione, non ha risolto il problema del precariato bensì ha aggravato il problema allargando la condizione di precarietà a tutti quei docenti di ruolo succubi dell'algoritmo ministeriale e delle incoerenti assegnazioni delle cattedre su base nazionale.
La rappresentante del partito della Meloni ricorda che non vi sono nelle graduatorie insegnanti in numero utile per coprire i posti che si renderebbero disponibili a seguito del licenziamento di massa scaturente dalla predetta Sentenza. Per la Leonardi pertanto è pesante la ripercussione dal punto di vista delle forze lavoro attualmente impegnate nell'insegnamento: forte preoccupazione viene espressa sull’intera questione dalle rappresentanze sindacali.
Nella mozione la capogruppo di Fratelli d'Italia chiede alla Giunta Regionale di farsi promotrice presso il Governo Nazionale e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), di una azione politica forte affinché venga assunta una decisione riparatrice al contenzioso in atto, finalizzata alla garanzia della continuità didattico-educativa. Chiede al contempo di assicurarsi che tale atto politico sia assunto urgentemente per poter dare garanzie alle famiglie e agli studenti delle scuole della regione e, nel contempo, ai lavoratori che rischiano il proprio posto di lavoro.
Infine nell'atto a firma Leonardi si chiede di attivarsi per favorire un processo razionale di riordino delle modalità di reclutamento del corpo docente al fine di garantire quella continuità didattica troppo spesso disattesa in questi anni, nonché l'adeguamento degli organici con la fine del precariato. 

domenica 7 gennaio 2018

Il silenzio dell'Ape

Mi hanno fatto notare che non "pungo" sul tema terremoto da un bel po'. Il motivo è semplice: odio essere ripetitivo. E non c'è nulla di nuovo sul fronte occidentale, nemmeno su quello orientale. Che devo scrivere? Che le SAE sono una fetecchia, l'ennesimo insulto alla dignità della gente terremotata? Che è partita la strumentalizzazione elettorale? Che la stampa nazionale (e un po' anche quella locale) è peggio della meretrice di Babilonia? Che la ricostruzione non c'è e non ci sarà almeno in tempi umani? Sono tutte cose che dico da un anno e mezzo, parole cadute nel vuoto, fatica, tempo, fiato sprecati e tasti consumati invano. Confesso che sono infinitamente demoralizzato e demotivato. Se cercassi qualche like in più ve la metterei sul lacrimevole come qualche opportunista sa fare. Io ho cercato di fare incazzare la gente, terremotati e non, perché di motivi per essere incazzati ce ne sono a mazzetti da dodici. Ma non ci sono riuscito, ho peccato di presunzione. Allora godetevi le commoventi storie dei grandi di Spagna, le sceneggiate dei politici e aspiranti tali, le mirabolanti sforbiciate   di nastri tricolori. Se avrò altro da dire lo farò. Per ora vado a cercarmi un antiemetico.

Luca Craia

venerdì 5 gennaio 2018

Porte aperte di notte alla mensa di Montegranaro.

Nella mattinata di oggi le porte della mensa comunale, al piano seminterrato delle scuole medie di Montegranaro, sono state trovate aperte. La cosa è strana in quanto la scuola, è quindi la mensa, sono chiuse da quindici giorni. Non si sa se ci sia stata effrazione e se sia stato rubato nulla, ma l'episodio in sé assume connotazioni quantomeno misteriose. Attendiamo sviluppi.

Luca Craia 

Atti vandalici in viale Gramsci. Il risveglio tardivo del sindaco. Non toccatele il marciapiede.

Non abbiamo mai avuto il privilegio di vedere il sindaco di Montegranaro, Ediana Mancini, così adirata e determinata nel constatare la situazione estremamente grave a livello di ordine pubblico in cui versa il nostro paese. C'è voluto che un Marocchino mezzo matto andasse a far danni nel nuovissimo viale Gramsci ed ecco qua servita l'ira funesta di Ediana. Promette provvedimenti esemplari, il sindaco, visti gli alberelli di Natale divelti da questo delinquente magrebino, provvedimenti mai nemmeno pensati quando i magrebini si accoltellavano, quando venivano sorpresi a rubare, quando spacciavano droga. Ma gli alberelli di Natale danneggiati non si possono tollerare.
È comunque un dato positivo che finalmente ci sia la presa d'atto che a Montegranaro abbiamo un problema molto serio per quanto riguarda l'integrazione di una certa fetta di popolazione straniera. Il sindaco e qualche santone del politically correct si sono finalmente resi conto che non va tutto bene, è che i rapporti tra la comunità italiana e quella magrebina non sono così idilliaci come loro hanno sempre creduto e cercato di far credere agli altri, con immenso danno per entrambe le parti.
Ma l'ira del sindaco è sterile se manca la presa di coscienza che il fatto di viale Gramsci è relativamente marginale all'interno di un problema molto più complesso, un problema che investe la mancata integrazione di una certa parte degli immigrati di seconda e terza generazione. Se i loro padri, quando sono giunti in italia, sono arrivati con l'umiltà di chi cerca lavoro e futuro dovendosi raffrontare con un sistema che non conoscevano, questi ragazzi hanno la sfrontatezza di chi conosce il sistema e i suoi trucchi, sa come adoperarlo per i suoi fini, e comunque non ha la minima intenzione di integrarsi in esso.
È noto, e lo diciamo da tempo immemorabile su queste pagine, che la droga è in mano ai magrebini e che Montegranaro è diventata nel tempo una sorta di supermercato dello spaccio. Vengono da tutto il circondario a rifornirsi da noi e le ire del sindaco di oggi sono decisamente tardive di fronte a fatti di cronaca che hanno riempito i giornali per anni. È ora di prendere atto che abbiamo un problema è che bisogna cercare la soluzione. Una soluzione che non può essere soltanto un provvedimento di espulsione che suona più da spot politico che da reale volontà di risolvere, per poi tornare al consueto atteggiamento di volemose bene.

Luca Craia 

L’assessore Strappa e il nuovo stato sociale che non aiuta gli Italiani.

Non capisco questo continuo ribattere sullo stesso argomento da parte dell’Assessore ai Servizi Sociali di Montegranaro, Cristiana Strappa. Torna periodicamente ad aggiornarci sui numeri del reddito di inclusione sociale (correggendo finalmente la terminologia che, fino a ieri, indicava il provvedimento come “reddito di cittadinanza”) come se questo fosse un traguardo ambito e di cui vantarsi. Credo, invece, che ci sia ben poco da vantarsi se in un paese storicamente ricco e prospero come Montegranaro oggi vi siano oltre 42 famiglie talmente in difficoltà da chiedere aiuto al Comune. È una sconfitta, un segnale terrificante della china che l’economia di questa cittadina sta scendendo a capofitto. E fa da contraltare a una politica nazionale, regionale e locale che di tutto si occupa meno che di trovare soluzioni a una profonda crisi economica e sociale che in Italia, al contrario di altri Stati europei, sembra non dover finire mai.
Poi c’è da interrogarsi su questo nuovo stato sociale, sui servizi di assistenza che si danno ai cittadini, su come questi possano incidere effettivamente sul miglioramento delle condizioni sociali generali. Uno Stato che fa pagare la sanità, che fa vivere i propri pensionati con redditi da terzo mondo dopo una vita di lavoro, sacrifici e contributi versati, che lascia intere famiglie senza reddito dopo aver perso il lavoro a cinquant’anni, che latita sotto ogni forma di sostegno concreto alle difficoltà ma anche alle iniziative, regala pochi spiccioli tramite i Comuni, non si sa bene a chi. Perché c’è anche questo da capire: a chi vanno questi soldi? L’assessore Strappa non lo dice, ma se il criterio è quello del reddito ISEE, ossia lo stesso, per esempio, con cui si assegnano le case popolari, credo proprio che i destinatari di questi contributi non siano cittadini italiani.
La questione è che, fermi restando i diritti umani, uno Stato dovrebbe tutelare prima i propri cittadini e poi chi è ospite. Il principio dovrebbe essere uno e semplice: se non hai reddito e non sei un richiedente asilo per motivi umanitari, non c’è alcun motivo per il quale tu debba restare sul suolo nazionale. Credo che lo straniero che non sia in grado di mantenere se stesso e la propria famiglia non dovrebbe avere diritto al permesso di soggiorno, tantomeno ai sussidi e agli aiuti economici. Non è questione di nazionalismo ma di diritti acquisiti: l’Italiano paga da generazioni e non è giusto che rimanga indietro.

Luca Craia

mercoledì 3 gennaio 2018

Sostituito il portone delle scuole rosse. E i vincoli? E il patrimonio storico?

Nel momento in cui scrivo stanno sostituendo uno dei due portoni storici delle scuole "rosse" di Montegranaro con uno nuovo. Il portone era danneggiato, quindi hanno presumibilmente pensato di sostituirlo piuttosto che restaurarlo. Peccato che dovrebbe trattarsi del portone originale, quindi ultracentenario e, quindi, sottoposto a vincolo della Soprintendenza. Mi auguro che sia stato seguito il necessario iter e che si disponga delle autorizzazioni di legge. In ogni caso mi pare una bestemmia buttare via un pezzo di storia, per quanto relativamente recente. Agendo con questa mentalità rischieranno di perdere gran parte del nostro patrimonio storico.

Luca Craia