venerdì 29 dicembre 2017

RISCHIO IDROGEOLOGICO DEL FIUME POTENZA: INTERROGAZIONE REGIONALE DI FRATELLI D'ITALIA



ELENA LEONARDI: LA REGIONE ACCELERI L'ITER SU PROGETTI E AVVIO LAVORI. PORTO RECANATI NON PUO' ASPETTARE.

Comunicato integrale
 
Un altro inverno con "l'ansia da fiume", è questo che i residenti che si trovano accanto al Potenza sono costretti a vivere per l'ennesima volta, dopo gli allagamenti del 2011. Lo dichiara Elena Leonardi, capogruppo regionale di Fratelli d'Italia, la quale ha presentato un interrogazione sulla criticità da rischio idrogeologico del Fiume Potenza che va dal cosiddetto "Mulino dei Gatti" sino alla foce.
"ho subito accolto l'appello del Comitato di Quartiere "Santa Maria in Potenza" il quale si batte da diversi anni affinchè si sblocchi la situazione legata al dissesto degli argini e all'alveo troppo stretto in alcuni tratti ricadenti nel comune di Porto Recanati.
La Leonardi, che è anche cittadina di Porto Recanati, ha a cuore questo problema e nell'atto depositato in Regione cita l'Accordo di Programma stipulato tra il Ministero dell'Ambiente e la Regione stessa. Si evidenzia il fatto che dall'Accordo di Programma del 2010 sono intercorsi ben sette anni, e con questo ultimo stralcio deliberato prima della vigilia di Natale, si rischia di dilungare ulteriormente l'avvio dei lavori.
Per la Leonardi non si può più tergiversare, ora che la cifra di 1,2 milioni di euro, è stata definita ed è stanziata dalla Regione con fondi del proprio bilancio, è necessario avviare subito l'iter progettuale definitivo e programmare i lavori medesimi.
Nell'interrogazione la capogruppo regionale di Fratelli d'Italia sottolinea come la situazione dell'area si sta aggravando per le persistenti piogge degli ultimi due mesi caratterizzate da precipitazioni intense in archi temporali molto limitati.
La Leonardi chiede al Presidente della Giunta Regionale se non considera come prioritaria questa situazione e qual è nel dettaglio il cronoprogramma relativo a progettazione ed avvio lavori per la messa in sicurezza dell'immediato intorno del fiume Potenza nel comune di Porto Recanati.

L’Ape fa il bilancio




È tempo di bilanci di fine anno. Le attività commerciali, le imprese, le famiglie fanno i conti e vedono com’è andata, se è stato un anno proficuo. Anche le persone fanno i bilanci, quelli morali, sul proprio operato come uomini, come membri di una comunità, come responsabili del proprio ruolo. Mentre il bilancio della mia, di impresa, lo lascio volentieri alla mia brava commercialista, e quello umano e personale me lo faccio intimamente senza sentire grande necessità di condividerlo, vado a valutare il 2017 di questo blog esternando le mie considerazioni.
L’Ape Ronza ha chiuso il suo ottavo anno di vita e ha aperto il nono, vivendo un 2017 molto denso e importante, fitto di accadimenti, di sviluppi, di soddisfazioni e di amarezze. Il blog è cresciuto molto in questi dodici mesi, almeno in termini di popolarità, se così si può definire quanto un blog come questo venga seguito da lettori più o meno assidui.
La vocazione della pagina è sempre stata sovraccomunale, pur rimanendo incentrata sulle vicende montegranaresi che, come chi mi segue sa bene, vedo come il microcosmo che fa da specchio in scala al macrocosmo nazionale. I fatti gravi legati al terremoto, però, fatti che, pur non toccandomi direttamente, richiamano la mia attenzione per il forte legame affettivo che mi allaccia ai territori colpiti, hanno dato una veste nuova al blog che spesso è stato interpretato come uno spazio per dar voce a chi non trova spazi per parlare, un piccolo strumento per mantenere la luce accesa su problemi che in tanti vorrebbero al buio, senza riflettori.
Ho allacciato rapporti umani e di collaborazione importanti e piacevoli, ho avuto la soddisfazione di godere dell’interesse addirittura di Neri Marcorè, che mi ha definito “aspirante guru del web”, o di talune istituzioni che spesso si sono disturbate a ribattere alle accuse che, da queste pagine, venivano loro rivolte. La soddisfazione più grande, però, è data dal fatto che molte persone colpite dal terremoto hanno veicolato il loro malessere e la loro protesta attraverso la mia tastiera, e questo dà definitivamente un senso a quello che faccio, perché lo faccio per questo.
Anche nel microcosmo Montegranaro le cose sono andate in modo simile, vedendo il blog come qualcosa di estremamente fastidioso per la politica, anche se il fastidio è stato spesso espresso in maniera indiretta e talvolta spericolata, arrivando addirittura alla famosa delibera liberticida con cui l’Amministrazione Comunale si è presa la briga di minacciare la stampa e questo spazio di azioni legali rabbiose. Minacce di azioni legali che sono piovute da ogni dove, da esponenti politici e da aspiranti tali, da giornalisti e personaggi del bordo della vita pubblica. Minacce non solo legali, ma anche fisiche non sono mancate, come non sono mancati i pacchi di insulti, le strumentalizzazioni, i voltafaccia e le ipocrisie.
Tutti buoni motivi per chiedersi il classico “ma chi me lo fa fare” e, credetemi, me lo sono chiesto spesso. Ma mi sono dato anche una risposta, che è questa: se do tanto fastidio un motivo ci deve essere, e vale la pena andare avanti, se non altro per capire quale esso sia. Per cui L’Ape Ronza chiude il 2017 con un bilancio molto positivo e con l’aspettativa di impegnarsi nello stesso modo anche per l’anno venturo, commettendo errori inevitabili, acchiappandoci qualche volta, ma sempre e solo con l’unico obiettivo che mi sono sempre dato e che, grazie a Dio, in molti mi riconoscono: cercare, nel mio piccolo, di migliorare il mondo o, quanto meno, lo spazio di mondo che mi è dato di occupare.

Luca Craia

Integrazione della comunità magrebina sempre più lontana con i fatti di sangue di Natale.



A me, francamente, di essere tacciato di razzismo o xenofobia non interessa nulla, in quanto parto sempre dal presupposto che, con la mia coscienza, i conti li faccio io. Per questo voglio manifestare, senza ipocrisia alcuna, tutta la mia preoccupazione per la situazione che si sta verificando a Montegranaro, speculare e forse un po’ più grave di quella generale, nell’inserimento sociale della comunità magrebina. Due fatti di sangue gravi, anzi, gravissimi in tre giorni, due liti finite in tentato omicidio, una il giorno di Natale e l’altra il 27, a chiudere, si spera, un anno fatto di episodi simili che fanno vacillare il senso di sicurezza dei cittadini e dovrebbero farci interrogare su come si possa convivere con questi presupposti.
Che nella comunità magrebina ci siano tante brave persone è fuori discussione, ci sono come in ogni comunità. Ma qui il problema serio è che la comunità stessa non agisce per espellere il male dal suo interno ma sostanzialmente lo protegge e difende. La questione nasce da lontano, da quando Montegranaro era ancora paese ricco dove trovare lavoro e futuro. Sono venuti in massa, prima solo gli uomini, adattandosi a vivere in condizioni disumane per lavorare e per poi ricongiungersi con le famiglie. Dopo qualche anno sono arrivate mogli e figli. Lavoravano e non creavano problemi, eccetto qualche caso sporadico.
Poi è venuta la crisi, è cominciato a mancare il lavoro e la prospettiva per il futuro. I più volenterosi sono andati altrove, anche all’estero, e sono rimasti quelli, diciamo, con situazioni più precarie, più al limite, ovviamente insieme ai pochi fortunati che hanno mantenuto un reddito. Insomma, un vaglio di natura economica che ha scremato la comunità. A questo va aggiunto un altro fattore importante: la mancata integrazione delle seconde e terze generazioni, quei giovani che non sono riusciti a farsi assorbire dal tessuto sociale italiano e che, in moltissimi casi, non hanno voluto, per motivi culturali o sociali.
Oggi, quindi, ci troviamo di fronte a una situazione contraria a quella di una ventina di anni fa, in cui in molti pensavamo che la convivenza fosse possibile e, anzi, costruttiva. Ora accade, invece, che sono rimasti quasi soltanto i fattori divisivi, e la percezione, purtroppo suffragata dai fatti di cronaca, è che la convivenza con questa comunità diventi sempre più complicata e difficile da realizzare.
C’è una legislazione ipergarantista che peggiora il quadro e non consente l’azione repressive e rieducativa che lo Stato dovrebbe svolgere nei confronti di chi delinque. Questi piccoli criminali, che stanno sgretolando un costrutto delicatissimo come la pacifica convivenza tra due etnie, una autoctona e una oriunda, tendenzialmente poco conciliabili, non vengono nemmeno puniti in maniera concreta per i loro misfatti, tornando a occupare stabilmente il loro posto all’interno della comunità straniera.
E la stessa comunità non agisce per espellerli, forse perché non ha in mano gli strumenti ma anche e soprattutto perché culturalmente non attrezzata per farlo. In questo modo, però, l’integrazione diventa impossibile, e a nulla servono le iniziative politiche, come i corsi di italiano per stranieri, che appaiono più estemporanee che appartenenti a un progetto, a una visione di insieme che, evidentemente, chi ci governa non ha.

Luca Craia

giovedì 28 dicembre 2017

Pubblicato il calendario della raccolta differenziata 2018. Solo cartaceo, un pdf è troppo ecologico.


Il Comune di Montegranaro ha pubblicato il nuovo calendario per la raccolta differenziata valido per tutto l’anno 2018. È importante munirsene perché in esso è indicato anche come verrà effettuato il ritiro dei rifiuti in periodi di festa, nei quali, spesso, si verificano variazioni alla normalità. Il calendario può essere ritirato presso i seguenti esercizi commerciali:

EUROSPIN - Via Fermana Sud
SI CON TE - Via Fermana Nord
TIGRE - Via Fermana Nord
SMA - Piazza San Liborio
SMA (Comprameglio) - Piazza Cavour
COAL - Via Veregrense
COAL - Via Alpi (Villa Luciani)
BAR TABACCHI MORLACCO - Via dei Monti (Zona Vagli)

La cosa curiosa è che non esiste una versione digitale del documento. Scansionare e mettere online un pdf dello stesso dovrebbe essere cosa piuttosto semplice, specie per un’amministrazione comunale “social” come quella montegranarese. Eppure esiste soltanto la versione cartacea. Forse un PDF che non sprechi inchiostri, toner e carta è troppo ecologico persino per un comune riciclone.

Luca Craia