venerdì 3 novembre 2017

Ancora il Partito-Stato. La De Micheli incontra i Sindaci PD in Prefettura. Solo quelli PD.



La notizia circola da qualche giorno, comparsa sulla pagina Facebook “Terremoto Centro Italia” e riportata unicamente dal quotidiano online Picchio News: domenica prossima Paola De Micheli, commissario straordinario per il sisma del 2016, incontrerà i Sindaci del PD dei centri colpiti dal terremoto in Prefettura a Macerata. Sembra un’informazione secondaria ma non lo è.
Non lo è perché costituisce l’ennesimo indizio, se non un’altra prova, del concetto di Stato presente nella mente degli esponenti del Governo Italiano appartenenti all’area politica del Partito Democratico, in concetto che ricorda molto quello sovietico in cui la distinzione tra lo Stato e il Partito Comunista era sempre molto confusa, se non inesistente, e dipendeva dall’interpretazione (e dalla forza politica) del leader di turno. In Italia sta piano piano accadendo la stessa cosa, con un PD che sistematicamente utilizza pezzi di Stato come fossero proprietà del partito.
Così si convoca una riunione di partito, perché di quello pare trattarsi, in una sede istituzionale. E non in una sede qualsiasi, nella sede che rappresenta localmente il Governo: la Prefettura. Però se è una riunione di partito si dovrebbe tenere in una sede di partito e non allocarsi in un luogo che appartiene a tutti, anche a quelli che non militano e non votano quel partito. Il concetto è preoccupante.
Così come è preoccupante che il Commissario Straordinario convochi soltanto i Sindaci del Pd. Perché solo loro? Cosa si dovranno dire di così riservato tanto che gli altri Sindaci sono esclusi dall’incontro? Anche qui confusione tra partito e Stato: la De Micheli, nel momento in cui assume il ruolo di Commissario Straordinario per un evento che ha coinvolto tutti, uomini del Pd e uomini di altri partiti, persone che votano Pd, persone che non lo votano e persino persone che non vanno più a votare, dovrebbe svestirsi del suo ruolo partitico e limitarsi a svolgere quello squisitamente politico e istituzionale. Per cui incontri con i soli Sindaci del Pd, sia in Prefettura che in ristorante, dovrebbero essere evitati nella maniera più assoluta. Altrimenti chi pensa male è anche legittimato.

Luca Craia

giovedì 2 novembre 2017

Una domanda per l’assessore Basso-Quello-Alto



Come abbiamo più volte detto e ripetuto, l’assessore Roberto Basso è di una prontezza impressionante ogni qualvolta si debba intervenire su tematiche varie, che possono spaziare dal Veregra Street ai lavori pubblici, passando per l’associazionismo, ma non si dimostra altrettanto pronto e loquace quando si tratta di fornire spiegazioni circa il suo operato specifico di assessore all’ambiente. Molto combattivo e, se vogliamo, circostanziato nelle risposte, vanta anche un nutrito gruppo di supporter che ne amplificano la voce nel tentativo di annichilire chi osi mettersi in contraddizione, supporter che arrivano da ogni dove, con esponenti politici di lusso come Piero Mennò che interviene da Fermo e nientepopodimenochè il Consigliere Regionale Giaciniti, nonché i soliti noti supporter montegranaresi.
Vorrei sollecitare tanta prontezza del nostro assessore circa il suo assessorato formulando una domanda che rimbalza nel panorama politico montegranarese da tanto, troppo tempo, senza che si sia mai accennato a rispondere. Ci sono anche interpellanze scritte da parte, per esempio, del Capogruppo di Sinistra Italiana, Eros Marilungo, che si è molto dedicato allo studio della situazione. La domanda che formulo a Basso è questa: come mai il Comune di Montegranaro, pur nell’evidente inadempienza contrattuale della ditta che gestisce la raccolta differenziata, in merito al mancato svolgimento di alcuni servizi accessori previsti dal contratto, come la pulizia periodica delle caditoie, non ha applicato alcuna penale? Può rispondere come vuole, Basso: sulla pagina de L’Ape Ronza, sul suo profilo Facebook (dove sono interdetto ma qualcuno mi riferirà senz’altro), sul giornale, sul giornalino del Comune. Basta che risponda, si faccia aiutare dal drappello di assistenti qualificati su cui può sempre contare ma risponda. Così, tanto per coerenza e rispetto verso quei cittadini montegranaresi con le cui tasse si pagano i servizi, anche quelli non svolti.

Luca Craia

Tasse ai terremotati: non si è capito il problema, quindi non lo si può risolvere.



Far pagare le tasse ai terremotati è abominevole, e questo credo sia indiscutibile. Un’economia semidistrutta, che sta cercando, con enormi sforzi e senza aiuti concreti, di riprendere un minimo di attività non può, dopo un anno di blocco pressochè totale nella maggior parte dei casi, trovarsi anche a pagare imposte e balzelli arretrati. Non può perché se non si incassa non si può pagare. Il suggerimento, poi, del commissario straordinario De Micheli, oltre a sembrare una battuta da avvinazzati in osteria, è quanto di più riprovevole si possa immaginare: andare in banca e farsi prestare i soldi, indebitarsi per pagare le tasse.
È l’apoteosi dell’abbandono, uno Stato che dice ai suoi cittadini: sono cavoli vostri, a me i vostri problemi non riguardano. È questo il lato più spaventoso della faccenda, un lato che dovrebbe preoccupare tutti i cittadini italiani e non soltanto i terremotati perché chiunque di noi potrebbe trovarsi, un domani, nelle stesse condizioni di questi cittadini abbandonati dallo Stato. Uno Stato che non aiuta i propri cittadini e li sostiene in un momento di massima emergenza è un Stato aguzzino. Ed è anche stupido, perché se l’economia non si riprende, nessuno pagherà più le tasse in queste zone.
Ma c’è un’altra spiegazione, una più semplice ma non meno spaventevole: lo Stato, il suo apparato, i suoi rappresentanti, il Governo nazionale, quello regionale, lo stesso Commissario Straordinario non hanno capito come stanno le cose, reputano l’emergenza finita, non si rendono conto che i problemi sono ancora tutti lì, per terra, insieme alle macerie ancora da rimuovere. E questo è pericolosissimo perché, se non si ha coscienza del problema, non ci si può certo aspettare che si sappia trovare una soluzione. Nemmeno la si cercherà.

Luca Craia