lunedì 30 ottobre 2017

Programma triennale delle opere pubbliche. Che faranno a Montegranaro?

È stato pubblicato oggi dal Comune di Montegranaro il Programma Triennale delle Opere Pubbliche per il periodo 2018/2020. Salta all’occhio che questa amministrazione, nel 2020, presumibilmente non ci sarà più o, se ci sarà, sarà comunque al governo del paese con un nuovo mandato, quindi potrebbe sembrare un documento oltremodo ottimistico ma, essendo la legge a renderlo obbligatorio, questo è.
Il documento elenca le opere che si vorrebbero fare nei prossimi tre anni e ovviamente non significa necessariamente che si faranno, specie se queste figurano al secondo o addirittura al terzo anno. Però è interessante perché ci dà il polso di quello che hanno in testa i nostri governanti. Scorrendo l’elenco, per esempio, scopriamo che è sparito il progetto per un centro sportivo a San Liborio, nella cosiddetta “lottizzazione Rossi”. Che ci abbiano ripensato o no non lo sappiamo ma lì non c’è.
Tra le voci, sempre per fare un esempio, compare una “riparazione danni sisma chiesa di San Serafino per un importo cospicuo: 1.040.000 Euro. E qui sorge la domanda: ma non hanno riaperto la chiesa dicendo che era a posto? Adesso che danni devono riparare spendendo un milione? Idem dicasi per la torre dell’Annunziata, oggetto di un intervento di recupero finanziato da Città Vecchia ma che figura anche nell’elenco alla voce “riparazione danni torre dell’Annunziata”. Anche qui, di che danni parliamo?
Interessante anche notare la voce “lavori di sistemazione e realizzazione centro sociali nei quartieri”, che viene programmata per il secondo anno, quindi per il 2019, anno in cui terminerà, in primavera, il mandato di questa amministrazione, oppure la voce “completamento sistemazione viabilità e infrastrutture connesse”, che appare addirittura al 2020, anno in cui ci sarà un’altra amministrazione a governare Montegranaro, che poi sia composta dagli stessi elementi odierni poco importa. Insomma, se ne potrebbe dedurre che non ci sia tutta quest’intenzione di creare i centri sociali e mettere a posto le strade. Comunque, qui sopra vi ho messo la tabella, se vi volete divertire a spulciare tra le varie opere in programma. E poi, chi vivrà vedrà.


Luca Craia

sabato 28 ottobre 2017

Scoppia la polemica sulla messa in sicurezza del cimitero. Basso attacca Lucentini. Interventi tardivi e rischi per le persone.

Non parla mai delle materie che competono il suo assessorato, Basso-Quello-Alto, l’assessore all’ambiente responsabile della raccolta differenziata di Montegranaro e, politicamente, di tutti i disservizi che si riscontrano. Pur se tirato in ballo su queste pagine più e più volte non ha mai speso una parola per spiegare la situazione dal suo punti di vista. Però su materie che, invece, non gli competono affatto è sempre pronto a dire la sua e con un cipiglio impressionante, quasi fosse lui il Sindaco.
Oggi il nostro si cimenta da lontano, dal suo profilo Facebook, per la precisione, profilo peraltro a me precluso (mi ha bloccato da tempo) ma dove non mi risparmia mai critiche e sfottò pur sapendo che non avrò mai la possibilità di rispondere, nel commento di un commento apparso sulla pagina Facebook di L’Ape Ronza. Stamattina ho pubblicato le foto inviatemi da un lettore, che ritraggono la messa in sicurezza del loggiato del cimitero di Montegranaro, messa in sicurezza che arriva tardiva, molto, ma almeno arriva. Certo, se pensiamo che per un anno la gente ha transitato indisturbata sotto quelle logge che oggi vengono fasciate e bendate come al pronto soccorso, qualche preoccupazione viene.
Il commento incriminato, però, è quello di Mauro Lucentini, capogruppo di minoranza di Viviamo Montegranaro. Lucentini, sotto le foto da me pubblicate, dice: “Sicurezza di cosa??? Due striscette di legno dovrebbero sorreggere tutto quel peso in caso di crollo. Mi viene da piangere!!!! L'incompetenza non regna sovrana solo fra gli amministratori a quanto pare”. Basso-Quello-Alto gli risponde, dicevamo, dalla lunga distanza del suo profilo e pubblica un post al fulmicotone attaccando a testa bassa il collega di opposizione dall’alto della sua competenza di ingegnere. Secondo lui la messa in sicurezza è più che adeguata, e ci fa un mezzo trattato di calcoli strutturali del quale non possiamo che ringraziarlo.
Lucentini non ci sta e contrattacca, questa volta, però, direttamente sotto il post dell’assessore e non da lontano come quest’ultimo. Inutile che vi dica la reazione del fan club piddino che chiama rinforzi addirittura da Fermo. La discussione lascia i tecnicismi e passa alla politica di basso livello, per non dire all’insulto personale. Molto itneressante.
Non sono un ingegnere ma ho fatto un paio di telefonate per capire e mi è stato detto che le messe in sicurezza con le fasce sono normali, ma occorre sostenere anche l’arco, cosa che, nel nostro caso, non sembra sia stata fatta. Ma fidiamoci dei tecnici che hanno provveduto all’intervento, magari dicendo una preghiera di più quando siamo sotto al portico. Rimane il fatto che tutto questo poteva essere fatto mesi fa e che non sarebbe stato certo un intervento particolarmente complesso. Non lo hanno fatto e hanno messo in pericolo la vita delle persone. Il punto è solo e soltanto questo.


Luca Craia



venerdì 27 ottobre 2017

STRUPRO DELLA BIMBA TREDICENNE: DURO ATTACCO DI FRATELLI D'ITALIA


ELENA LEONARDI: BASTA CON GLI EQUIVOCI SULLO STATUS DI RIFUGIATO – TEMPI CERTI E NORME DA RIVEDERE A TUTELA DEGLI ITALIANI

Comunicato stampa integrale
La sconvolgente vicenda della bambina tredicenne stuprata ad Ascoli è allucinante e merita la totale attenzione da parte delle istituzioni, quelle regionali comprese. Ad intervenire è la capogruppo regionale di Fratelli d'Italia, Elena Leonardi, la quale chiede un intervento unitario al fine di premere affinché i tempi sul riconoscimento dello status di rifugiato non diventino un alibi ma siano veloci e permettano rapide espulsioni.
Purtroppo le Marche non sono un'isola felice, lo stupro della tredicenne da parte di due immigrati ospiti di una struttura di accoglienza fa seguito ai già noti stupri di Rimini messi in atto da giovani extracomunitari residenti nel pesarese, uno dei quali è proprio un richiedente asilo.
I dati sono allarmanti: ogni giorno 11 stupri in Italia, quelli denunciati, e in quattro casi su 10 sono stranieri, oltre 2300 casi sino all'inizio di settembre. Se si pensa che gli stranieri sono l'8% della popolazione questo vuol dire che stiamo accogliendo soggetti anche molto pericolosi che, stando ai dati del Viminale, hanno "una propensione allo stupro 10 volte superiore" a quella degli italiani.
Siamo arrivati al limite della sopportazione, per crimini di tale brutalità che segnano le vite di tutte le vittime serve non solo una condanna unanime ma un'azione più forte che parte dallo Stato.
E' ora che chi governa, sia a livello nazionale sia a livello regionale, inizi a trattare il problema per quello che è: un vero e proprio allarme sicurezza per l'aumento delle violenze.
Una riflessione andrebbe fatta anche in merito all'istituto, tutto italiano, della cosiddetta "protezione umanitaria" che consente un permesso di soggiorno di ben due anni al momento del diniego dello status di rifugiato per assenza di requisiti riconosciuti a livello internazionale dalla Convenzione di Ginevra e alle protezioni sussidiarie stabilite a livello europeo.
La componente delle azioni criminose compiute da extracomunitari è anch'essa in aumento, e non è solo una percezione ma ogni giorno fatti di cronaca lo testimoniano.
E' ora che si intervenga perché chi delinque in Italia non solo deve pagare la pena a seguito di condanna ma va ad esso negata qualsiasi possibilità, di rimanere sul suolo italiano facendo decadere ogni beneficio di accoglienza.

Beverati ha gli incubi ma si deve svegliare.



Beverati dimostra ogni giorno che passa quanto sia impreparato al ruolo al quale è chiamato a prestarsi. Nella sua fulminea risposta al comunicato odierno delle tre associazioni che si occupano di centro storico, già nella stessa tempistica, dimostra quanto non ponderi come dovrebbe le proprie azioni. Ma il problema sta nel merito della risposta che, appunto, non è una risposta.
Addirittura Beverati parla di critiche su fantomatiche strisce pedonali che deve aver probabilmente sognato. Però non cita una sola delle obiezioni che gli sono state mosse, non dà una singola risposta, si limita al contrattacco e lo fa sul piano politico parlando con soggetti che politici non sono. L’accusa mossa alle tre associazioni di essere politicizzate è vecchia quanto grave, offensiva verso le stesse e i loro associati, così come la velata minaccia, neanche tanto velata, di querela per le critiche mosse. È grave perchè denota, ancora una volta, quanto Beverati e la sua compagine siano poco propensi al confronto e davvero poco inclini a incassare le critiche e utilizzarle in modo positivo.
La questione non è di rispetto, parola usata a sproposito dall’assessore. La questione è di democrazia, una parola che sta perdendo sempre più di significato. Rimango anche io disponibile a proseguire il confronto ma certo è che, con questi presupposti e con i precedenti che già abbiamo reso noti, sarà davvero dura.

Luca Craia