sabato 16 settembre 2017

Ristrutturazione in vicolo Penna. Una notizia in controtendenza per il centro storico di Montegranaro



Una buona notizia. Ogni tanto abbiamo anche bisogno di buone notizie, altrimenti la sensazione di sfascio che ci affligge e ci trascina in una sorta di depresso immobilismo potrebbe prendere il sopravvento e farci desistere da ogni iniziativa. Nel centro storico di Montegranaro vedere un’impalcatura nuova troppo spesso è allarmante perché, nella maggior parte dei casi, si tratta di un’ennesima messa in sicurezza di qualche stabile pericolante. In questo caso no, si tratta di una ristrutturazione.
In vicolo Penna c’è una bellissima casa, forse uno degli angoli più belli di questo bellissimo e particolarissimo centro storico che sarebbe una perla se solo si attuassero politiche per il suo recupero e rivalutazione piuttosto che le trite e ritrite stupidaggini che da anni ci propinano come soluzioni. Nei giorni scorsi è stata eretta un’impalcatura a ridosso della casa non per sorreggerla ma per ristrutturarla. Questo è un fatto estremamente positivo.
La casa è stata acquistata da un privato che ha deciso di investire nel centro storico. Una decisione in controtendenza, autonoma, che ha poco a che fare con le iniziative estemporanee e inutili come le case a un Euro o altre scempiaggini. C’è semplicemente un cittadino che pensa che investire nel centro storico sia possibile.
Ed è possibile: vivere nel centro storico, nonostante i tanti problemi che non possiamo nascondere, è ancora un vivere privilegiato: silenzio, poche auto, un panorama mozzafiato, la sensazione di risiedere nella magia di un luogo prezioso. È questa la politica che si dovrebbe perseguire. Bisogna avere cura del centro storico, tenerlo pulito, in ordine, curarne gli arredi, prestare la massima attenzione all’ordine, anche quello pubblico. Se la Cosa Pubblica facesse la sua parte, se cominciasse a risolvere i piccoli problemi anziché far finta che non ci siano, sarebbe un ottimo inizio. In realtà basterebbe innescare un circolo virtuoso e riportare la gente a investire nel castello. La casa di vicolo Penna dimostra che si può fare. Occorrerebbe farlo capire a chi prende le decisioni per tutti e che, fino a oggi, ha solo fatto comunicati stampa vuoti e sterili.

Luca Craia

venerdì 15 settembre 2017

Montecavallo senza Chiesa cerca un prefabbricato per la messa

L'appello è partito sui social, in particolare dalla pagina Facebook "Aiutiamo Montecavallo": il paese, uno dei più colpiti dei Sibillini, sta lottando da sempre contro lo spopolamento. Si contava di poter riprendere un barlume di normalità anche tramite la celebrazione della Santa Messa in chiesa, con tanto su tempi brevi per la sua ristrutturazione. Purtroppo la constatazione che questa ristrutturazione non avverrà in tempi brevi, parlando di un periodo di almeno due o tre anni per il recupero del tempio, gli abitanti che sono rimasti sul posto si sono resi conto di non avere un luogo dove celebrare le funzioni. Ovviamente pensare di andare a messa in una tensostruttura, con le temperature destinate ad abbassarsi drasticamente da qui a breve, è impossibile. Per questo l'appello di oggi: troviamo un prefabbricato da donare a Montecavallo per essere adibito provvisoriamente a Chiesa.

Luca Craia 

Pazzaglini e Einstein: la sfiducia e la rabbia (misurata) di un Sindaco.



Non ha mai lesinato critiche al Governo, Giuliano Pazzaglini, Sindaco di Visso, uno dei paesi più colpiti dal terremoto nelle Marche. È da tempo che il Primo Cittadino della perla dei Sibillini tuona contro il Governo Nazionale e quello regionale per gli inqualificabili ritardi coi quali si sta portando avanti la macchina dell’emergenza post sisma. La situazione è esasperante sotto ogni aspetto, vista la sostanziale stasi a cui è facile trovare riscontro semplicemente facendosi un giro nelle zone colpite.
Pazzaglini cita direttamente le parole di Matteo Renzi che, in tema di olimpiadi, disse: “Se hai paura che qualcuno rubi, organizzi controlli efficienti. E arresti il ladro. Se invece - per paura che qualcuno rubi - costringi il cittadino a rinunciare al grande evento, la criminalità ha già vinto. E tu, politico, hai perso”. Sono parole condivisibili ma in netta contraddizione con quanto sta accadendo per una situazione ben diversa e molto più grave di quella rappresentata dalle olimpiadi.  Per la ricostruzione, invece, Renzi “ha disposto affinché i comuni fossero esautorati” dice il Sindaco “e  ‘il grande evento’ (leggi ricostruzione), non c'è”.
La domanda che si pone è se questo “evento” ci sarà mai. “Visto che fino ad ora non c'è nemmeno il piccolo evento (che poi tanto piccolo non sarebbe visto che penso a casette, negozi e stalle) se non cambia sistema temo che la risposta non potrebbe essere favorevole. E questo direi che è un grande problema”. Il punto è questo: l’economia sta morendo, neanche tanto lentamente, e questi sono danni che si riparano male, se mai si riuscirà a ripararli.
“Un problema non può essere risolto allo stesso livello di conoscenza che l'ha creato” afferma Pazzaglini citando Einstein. È uno spunto sul quale vi invito a riflettere con molta attenzione. Pazzaglini, in realtà, l’analisi l’ha già fatta ed è un’analisi che condivido, riassunta semplicemente così: “Chi sono io per contraddire Einstein?”

Luca Craia

giovedì 14 settembre 2017

Che fine ha fatto il Partito dei Lavoratori a Montegranaro?

Lo confesso: la foto dell'articolo l'ho rubata alla pagina Facebook della Festa de l'Unita di Montegranaro sperando di non beccarmi una denuncia o, quantomeno, la solita minaccia di denuncia, come piace attualmente fare da quelle parti. L'ho fatto perché è una foto che ci dà in segno dei tempi: una platea sparuta a quella che, un tempo, era una festa che richiamava folle oceaniche. 
Oggi quel Partito, il Partito dei lavoratori, un tempo fortissimo in quanto forza politica in un paese a grande vocazione industriale e quindi pieno di, appunto, lavoratori, addirittura si vende la sede della Sezione, 0una sede acquistata proprio grazie agli incassi che si realizzavano nel corso di quelle feste. E gli incassi si realizzavano grazie al sacrificio e all'impegno dei tanti attivisti che si prodigavano per far crescere quel partito. 
La foto ritrae una folla tutt'altro che oceanica e ci mostra, nel contesto attuale, un partito che di attivisti deve averne davvero ben pochi. I tempi cambiano, ha detto il segretario provinciale del Pd, proprio a proposito della situazione relativa alla vendita delle sedi delle sezioni. Solo che cambiano in peggio e nessuno, a quanto pare, se ne interroga. 
Per carità, i voti continuano a venire, almeno fino alle ultime elezioni sono venuti: le hanno vinte, seppure alleati coi fascisti. Ma probabilmente quel partito in realtà non esiste più. Non rappresenta più i lavoratori, chissà, forse proprio perché i lavoratori sono rimasti pochi. Non rappresenta più le classi deboli, almeno quelle italiane, magari trovando più remunerativo occuparsi d'altro. 
Fatto sta che la definizione di democratico, per un partito che addirittura vende la sede del dibattito, appunto, democratico interno comincia a calzare ben poco. Tempi che cambiano.

Luca Craia 

Interrogazione parlamentare sui ritardi nell’Alto Nera del Movimento 5 Stelle. Il testo integrale



È stata presentata oggi, da parte dei deputati del Movimento Cinque Stelle Patrizia Terzoni e Filippo Gallinella, un’interrogazione parlamentare, diretta al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'interno, per cercare di capire le motivazioni reali dell’immenso ritardo accumulato nella gestione dell’emergenza post sisma. I commenti sono superflui, sono argomenti che, da queste parti, trattiamo ormai da troppo tempo. Prendiamo atto, comunque, che finalmente qualcuno a Roma comincia a capire che qui c’è un problema serio, per cui ringrazierei i due Deputati del Movimento Cinque Stelle. Di seguito trascrivo il testo integrale dell’interrogazione perché credo sia giusto venga divulgata nella sua interezza.

Premesso che: nel comune di Ussita (Macerata), epicentro del terremoto del 26 e 30 ottobre 2016, ad un anno dalle prime scosse, lo stato di ricostruzione è praticamente fermo e non sono ancora stati adottati neppure quei provvedimenti volti a risolvere le situazioni emergenziali di maggiore evidenza;
 tra queste la messa in sicurezza del territorio a mezzo di demolizioni e puntellamenti, con conseguente drastica riduzione della zona rossa, e la conclusione delle verifiche Fast con le relative ordinanze sindacali;
la zona rossa, infatti, dal 30 ottobre è in vigore su tutte le 18 frazioni di Ussita che si estendono su un'area di circa 55,3 chilometri quadrati da allora sono state eseguite solamente 21 demolizioni, uno smontaggio controllato e cinque messe in sicurezza; da ciò si evince quanto poco sia stato compiuto, a parere degli interroganti, per la messa in sicurezza di tutte le frazioni, passo imprescindibile prima di procedere alla vera e propria ricostruzione;
allo stesso tempo, le verifiche Fast risultano ancora da completare e le relative notifiche/ordinanze sindacali sono molto indietro: su un totale di 1420 verifiche da fare, sono solo 165 le ordinanze emesse e ciò rende impossibile determinare lo stato reale del patrimonio edilizio e far iniziare il processo di determinazione del danno, con le successive schede aedes, e quindi la vera e propria ricostruzione, a partire da chi ha subito danni lievi;
tali verifiche sono fondamentali anche per certificare le case agibili e quindi emanare l'autorizzazione al rientro;
quali iniziative, di competenza il Governo intenda intraprendere affinché siano effettuate con la massima rapidità tutte le operazioni di messa in sicurezza del territorio;
quali iniziative di competenza il Governo intenda intraprendere per garantire che siano portate a compimento le verifiche Fast con la massima rapidità;
se intenda verificare se anche in altri comuni, colpiti dal terremoto, esiste la stessa problematica su descritta.

(foto dal blog Centroabruzzonews)