giovedì 27 luglio 2017

Sciapichetti: i social sono cattivi. La ciclovia va fatta. È come la superstrada.





Non so più come commentare le uscite più o meno estemporanee dei nostri amministratori regionali, uscite che, ogni volta, mi lasciano nel dubbio circa il fatto che ci facciano o ci siano. Quando parla Sciapichetti, poi, è l’apoteosi e non so mai se scriverci sopra o riderci sopra. In genere faccio entrambe le cose, se non che il riso è, comunque, un riso amaro.
Il nostro assessore alla protezione civile oggi rilascia una intervista al settimanale “L’Appennino Camerte” in cui torna a difendere la scelta della ciclabile e afferma che l’opera va fatta perché è strategica. Sciapichetti si lancia in un paragone ardito e afferma: proprio in questi giorni celebriamo l'anniversario dell'inaugurazione del tratto della superstrada 77 Valdichienti Muccia – Foligno. E proprio questa è la dimostrazione che quando si investe nelle infrastrutture il territorio ne usufruisce positivamente”. Quindi la ciclabile rivestirebbe più o meno la stessa importanza della superstrada. In questo caso dovremmo rivedere la nostra posizione perché, almeno io, non ci avevo proprio pensato.
Purtroppo – dice Sciapichetti – viviamo nell'era della comunicazione veloce e dei social che per molti costituiscono la principale fonte di informazione”. Direi per fortuna più che purtroppo, perché se non ci fossero stati i social, Sciapichetti e i suoi soci avrebbero speso i soldi degli sms solidali per la ciclabile in tutta tranquillità. Ora la faranno ugualmente, la ciclabile, utilizzando altri fondi, ma almeno se ne assumeranno la piena responsabilità politica davanti a questi cattivoni dei social che hanno il vizio di manifestare sdegno e contrarietà nei confronti di scelte stupide e scellerate.
Quello che Sciapichetti sembra non aver capito è che la gente non è contraria alla ciclabile a prescindere, piuttosto è contraria al peso prioritario che l’amministrazione regionale vuole dargli a danno di opere che, nella logica dei più, che saranno anche cattivi ma forse hanno una migliore conoscenza dei problemi reali, sarebbero prioritarie. La facessero tra dieci anni, quando tutto sarà ricostruito (ottimista, eh?) non ci sarebbe nulla da dire.

Luca Craia

Fonte: http://www.radioc1inblu.it/notizie-politica/item/4969-sciapichetti-la-ciclabile-civitanova-sarnano-deve-essere-realizzata

Pochi soldi per la prevenzione sismica (microzonazione). Però spendiamo per cantare.



Ora sembrerà che io ce l’abbia con Neri Marcorè, personaggio che invece apprezzo molto sia come attore che come conduttore, specie alla radio. Però Marcorè si presta bene come esempio di come vanno le cose in Italia e mi piace approfittare della sua disponibilità - visto che, oltretutto, in qualche modo, mi risponde (a me e magari ad altri) chiamandomi “guru del web” - per fare un disegno a uso e consumo di chi, magari, non ha capito bene come stanno andando le cose.
Ne ha parlato ieri, anche su queste pagine, il Coordinamento dei Comitati ma mi piace tornarci sopra perché il concetto è importante. Cosa sta accadendo nelle Marche? Nella Marche chi ci amministra considera la prevenzione sismica una cosa da poco, sulla quale non vale la pena investire. Infatti la cifra destinata alla microzonazione, operazione fondamentale per avere un quadro preciso del rischio sismico del territorio, pare sia di 3.7000.0000 Euro. Secondo gli esperti, primo fra tutti il geologo Rodolfo Marcelletti, la cifra è estremamente insufficiente e non permetterebbe di avere un quadro completo ma soltanto uno molto ma molto approssimativo.Questo, è evidente, metterebbe a rischio la vita stessa delle persone perchè non avremmo modo di prevenire.
Nel contempo, però, la Regione Marche stanzia da bilancio, il che significa che i soldi ci sono e sono disponibili, ben 10.000.000 di Euro per la promozione turistica, nella cui cifra rientrano le varie piste ciclabili, grotte e altre operazione che sarebbero magari bellissime e utilissimi in una situazione normale ma non in piena emergenza e, soprattutto, senza avere un quadro del rischio che si corre. Tra questi investimenti figurano, (in piccola parte, intendiamoci) i circa 150.000 Euro utilizzati per l’iniziativa del nostro amico, iniziativa che è stata pubblicizzata come gratuita ma che, come si vede, viene pagata dalla collettività, anche da chi ai concerti non ci va.
Ecco, secondo me c’è qualcosa che non va sulla scala delle priorità. E mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse, magari lo stesso Marcorè, come mai nelle Marche vengono prima i concerti che la sicurezza e, quindi, la vita delle persone. Attendo fiducioso.  

Luca Craia