martedì 31 gennaio 2017

In effetti non sto messo tanto bene



Le foto, una volta pubblicate su una pagina pubblica di Facebook, diventano pubbliche e ognuno le può usare come crede, con buona pace dell’autore. Certo, se le firmi, la firma dovrebbe restare, ma siccome in genere me ne dimentico, sono abituato a vedere le mie foto che circolano a destra e a manca e, visto che sono consapevole del fatto che non siano affatto delle opere d’arte, sostanzialmente me ne frego e qualche volta me ne compiaccio pure.
Quando però finiscono su un giornale, dove sulla pagina c’è tanto di divieto di riproduzione, senza che nessuno, se non altro per rispetto e cortesia, te lo chieda, e a mettercele c’è uno che il giorno prima si è posto il quesito circa il mio stato generale di salute, chiedendo a se stesso e ai suoi amici, tra i quali un simpaticissimo amministratore locale, come sto messo, un po’ la cosa mi fa agitare. Perché mi fa capire che sto messo davvero male, se faccio campare sulle mie spalle certa gente. Perché di questo si tratta: fare mambassa tutti i santi giorni su un blog e poi prendere pure per i fondelli l’autore significa solo che l’autore è un gran minchione. Devo rivedere le mie metodiche.
                                      
Luca Craia

lunedì 30 gennaio 2017

Veregra Street a rischio?



È sempre molto tranquillo e ogni volta esprime soddisfazione, l’assessore alla cultura del Comune di Montegranaro, Giacomo Beverati, quando parla delle cose che organizza. Sono sempre grandi successi, a prescindere dal consenso che riscuotono e dalla partecipazione popolare. Un assessore particolare, davvero poco presente e incisivo che, addirittura, al pranzo delle associazioni di ieri che radunava quasi quattrocento attivisti del panorama culturale e sociale di Montegranaro, non si è fatto vedere nemmeno per un fugace saluto. Scelte.
Nessuno, tanto meno Beverati, però parla del rischio che Veregra Street quest’anno salti o, quantomeno, che debba attorcigliarsi intorno ai cantieri di viale Gramsci. Ma il problema pare concreto, se si pensa che, per quando si farà il bando e si assegnerà l’appalto per i lavori di rifacimento del viale, che è teatro di mezzo festival, arriverà marzo se andrà bene. Da lì a giugno si fa presto a fare il conto di quanto tempo si ha a disposizione. Ammesso che la ditta sia rapidissima ed efficientissima, ma ci saranno poco più di sessanta giorni per finire in tempo, sempre che non ci si metta nulla di traverso. Fossi l’assessore alla cultura, qualche preoccupazione ce l’avrei.
Nota a margine: chissà se, nel progetto definitivo per via Gramsci è stato previsto il rifacimento del viottolo ammazzacaviglie che si trova sul lato ovest del giardino? Speriamo di sì, visto che lo stesso Perugini affermò all’epoca non tanto remota che si trattava di una sistemazione provvisoria.
Seconda nota a margine: chissà se quest’anno sarà concessa la possibilità di fare baccano fino a tardissima notte o se si opterà per un maggior rispetto per i residenti, per il paese e per le regole e le leggi stesse? Anche qui, speriamo.
                                                     
Luca Craia

L’eco assordante della Valnerina va da Ancona a Roma



Risuona assordante l’eco dell’ultimo chiacchiericcio sterile di un rappresentante dello Stato, del più importante rappresentante dello Stato, il suo capo, il Presidente della Repubblica, il primo degli Italiani che oggi era a Camerino a prendersi la sua dose di inquadrature e applausi artefatt i, senza dialogo, senza incontrare la gente e la sua rappresentanza. La sentite, l’eco? Rimbalza da una parete all’altra delle gole della Valnerina, è talmente forte da coprire il rumore dell’acqua che scorre sull’asfalto al posto delle macchine.
Fa rumore, la voce di Mattarella, e si unisce alle tante promesse vane che continuano a rincorrersi tra gli speroni di roccia, bagnando le parole dell’acqua gelida del Nera per poi risollevarsi e volare da Ancona a Roma, sopra le nostre teste. E bisogna prestarci attenzione, a questa eco, a queste voci vergognose, perché non ce le vogliono far sentire. Ci vogliono solo far vedere uno Stato che finta di esserci ma è altrove, che viene sulle nostre montagne e si porta le telecamere ma non parla coi nostri Sindaci, non parla con chi sta vivendo un dramma immenso, incommensurabile.
Rotolano lungo le montagne ai lati della strada che da Visso va a Terni, che portava il sangue a questa terra, il nutrimento, che la faceva respirare. Rotolano le promesse, le bugie, la necessità di effettuare “studi seri prima di poter mettere mano alla strada e riaprirla”, studi che non sono neanche partiti. Ed è l che vedi quanta organizzazione c’è, quanto reale interesse c’è a risolvere il problema. Perché, caro Presidente della Repubblica che parli da solo, caro Presidente della Regione che stai ad Ancona, caro assessore alla Protezione Civile che sei venuto tante volte ma non hai fatto nulla di concreto, se non si riapre la Valnerina, è inutile anche ragionare sulla ricostruzione. Se non c’è collegamento, transito, per una terra che campa di collegamenti e transito, diventa tutto un esercizio retorico.
E allora fermiamoci e ascoltiamo l’eco delle gole della Valnerina. Fateci attenzione, si distingue bene quello che dice. E dice: “bugie, bugie, bugie…”
                                      
Luca Craia