venerdì 4 novembre 2016

Raccolta scarpe per i terremotati



Ancora un’iniziativa a favore delle popolazioni terremotate da parte delle Associazioni di Montegranaro, che fanno crescere il loro impegno proprio nel momento in cui la situazione si fa più grave e vicina, emotivamente e geograficamente. Così, in occasione della Castagnata in piazza, trasferita in largo Conti (di fronte al Palazzaccio) per motivi precauzionali, voluta dalle stesse Associazioni radunatesi per l’iniziativa Uniti per Voi e dai commercianti montegranaresi, si inizierà una raccolta di scarpe da destinare alle persone sfollate. L’appello è rivolto agli imprenditori del calzaturiero: servono scarpe nuove, anche difettate purchè il difetto sia puramente estetico e non strutturale. Domenica la raccolta verrà fatta nel luogo della festa, dopodiché sarà possibile consegnare le calzature presso la sede della Croce Gialla, il tutto entro il 12 novembre, data in cui quanto raccolto verrà consegnato nelle strutture ricettive che ospitano gli sfollati. Gli imprenditori che aderiranno avranno regolare fattura.

Luca Craia

giovedì 3 novembre 2016

Il farmacista, l’amico saggio e il neo (piccola storiella con diversi finali)



Un uomo, facendosi la barba, una mattina si accorse di una macchia scura sulla faccia, sotto lo zigomo. Era piccolina, ma si vedeva e non si ricordava di averla mai notata prima. La fece vedere alla moglie che sentenziò: è un neo, non morirai certo per quello. Qualche giorno dopo l’uomo andò in farmacia a comprare dell’aspirina. Mentre stava per andarsene dopo essere stato servito, il farmacista gli disse: “guarda che hai un neo sulla guancia”. “Lo so” disse l’uomo, “non morirò certo per quello”. E il farmacista: “io mi farei vedere da un dermatologo”. L’uomo se ne andò. Lo stesso giorno incontrò un suo amico, ritenuto da tutti molto saggio e tenuto in grande considerazione da mezzo paese, ma che aveva dell’antica ruggine col farmacista. Per scrupolo gli chiese consiglio circa il suo neo e quello: “capirai, è un neo. Non morirai certo per quello. Il farmacista vuole metterti in allarme. Fossi in te lo denuncerei”. L’uomo non denunciò il farmacista ma non fece vedere il suo neo a nessuno specialista. Come finì la storia non lo so, non me l’hanno detto. Forse l’uomo è vissuto tranquillo col suo neo senza problemi, forse problemi ne ha avuti, e con i nei i problemi possono anche essere seri. Certo è che un controllino avrebbe dato un finale unico a questa storia, senza dubbi.

Luca Craia

Piccole gang esasperano e vanno contro l’integrazione



Potremmo chiamarla Il Dispetto del Campanello 2.0 ma secondo me è molto più grave e, soprattutto, danneggia più l’attore che la vittima del dispetto stesso. La cosa capita spesso nel quartiere di San Liborio, particolarmente in un grande condominio che non nominerò per questioni di privacy.
Accade che una banda di ragazzini magrebini, non si sa bene come, riesca a introdursi nell’androne del palazzo e da lì stacchi la corrente azionando gli interruttori dai contatori. Questo è il fatto più grave, perché al buio potrebbero capitare tante cose e i condomini hanno addirittura paura ad andare a riattaccare la luce. Ma non si limitano a questo: suonano i campanelli e insultano chi risponde.
Sono stati visti più di una volta e da più persone, sono stati anche allertati i Carabinieri ma capirete che, se le leggi italiane non consentono di fermare chi compie reati ben più gravi, di fronte a quella che è poco più di una bravata c’è davvero poco da fare. Solo che la gente comincia a esasperarsi, e ne ha pieno motivo. E questo agire stupido e infantile di questi giovani ospiti del nostro Paese danneggia prima di tutto la loro stessa comunità, che in questo modo riceve un ulteriore colpo alla propria immagine in direzione di integrazione e accettazione.
Quindi perché ne scrivo? Perché so che ci sono diversi Magrebini che mi leggono e mi auguro che possano intervenire loro per fermare questa brutta cosa, magari cercando di capire chi sono questi ragazzini, parlando con loro o con le loro famiglie, facendogli comprenderel’errore e le sue conseguenze sulla convivenza pacifica. E speriamo bene.

Luca Craia