giovedì 1 giugno 2017

14 richiedenti asilo a lavorare volontariamente per il Comune di Montegranaro. Uno nel settore cultura.




Sono quattordici i richiedenti asilo che verranno a Montegranaro. Lo ha stabilito una delibera di giunta votata da tutti gli assessori tranne Roberto Basso che era assente. SI tratta di un progetto che fa riferimento a un protocollo di intesa di un paio di anni fa, siglato dalle Prefetture marchigiane, la Regione e l’ANCI, interpretando una circolare del Ministero dell’Interno del 2014 con la quale si raccomanda agli enti locali di trovare qualcosa da fare agli stranieri accolti in Italia che, con la loro inattività, creano situazioni negative.
I quattordici stranieri lavoreranno su base volontaria, ossia non li obbliga nessuno, ma non si capisce cosa accadrebbe se non lavorassero come ci si aspetta. I volontari saranno inviati a Montegranaro dalla Perigeo NGO, una delle tante organizzazioni non governative che gestiscono i flussi dei migranti. La proposta, comunque, è partita dal Comune di Montegranaro che ritiene, evidentemente, che in questo modo si possa sopperire alle croniche mancanze di personale.
Dei quattordici stranieri, tredici saranno impiegati nel settore lavori pubblici mentre uno aiuterà l’assessorato alla cultura. Se questa iniziativa porterà benefici a Montegranaro è presto per dirlo. Certo è che il Comune si adopera molto per sostenere i migranti ma davvero poco fa per sostenere i propri cittadini in difficoltà. Anche questa è una questione di priorità.

Luca Craia

Montegranaro si gioca pure il Santo Patrono?



Parlavo qualche giorno fa con un membro del Comitato Festeggiamenti di San Serafino, l’associazione che da anni organizza la festa civile del 12 ottobre, ricorrenza del Santo Patrono di Montegranaro. Il mio amico mi ribadiva la volontà, per quest’anno almeno, di sospendere l’impegno del Comitato per l’organizzazione dei festeggiamenti, un disimpegno motivato già da tempo sulla stampa dal Presidente, Marino Stizza. La motivazione è giusta e condivisibile anche se rattrista molto: la chiesa del Santo è inagibile e senza chiesa c’è poco da festeggiare.
La festa del Santo Patrono è festa religiosa prima che civile e festeggiare degnamente il Santo dovrebbe comportare anche la possibilità di rendergli omaggio, pregarlo, ritirarsi in meditazione davanti alla sua effige contenente la sacra reliquia. Venendo a mancare questa possibilità che dovrebbe essere il fondamento di tutto il resto, è logico che perdano di significato anche la fiera, i cantanti, gli spettacoli, i fuochi d’artificio e tutto il resto.
Da piazza Mazzini, intanto, assicurano che la chiesa verrà messa in sicurezza e riaperta in tempi brevi. Si parla di un intervento che, secondo l’Amministrazione Comunale, dovrebbe essere risolutivo seppure con costi contenuti, cosa che suona piuttosto strana e comporta un atto di fede da parte dei fedeli che, in quanto fedeli, fede ce l’hanno ma verso nostro Signore e non necessariamente verso l’Amministrazione Comunale. E io, sinceramente, non mi fido neanche delle rassicurazioni sui tempi, viste le evidenti fandonie che si raccontano con leggerezza, vedi il caso della scuola. E, a essere onesti, non mi fido granchè nemmeno dell’intervento di messa in sicurezza.
Comunque il dato è questo: se non c’è la chiesa non c’è la festa. E se non c’è la festa muore un altro pezzo di Montegranaro. E non diamo la colpa al terremoto, le colpe stanno altrove.

Luca Craia

E l’adeguamento sismico della scuola di Santa Maria?



Dovevano arrivare mesi fa, i soldi dalla Regione per adeguare sismicamente la scuola di Santa Maria. Tra una settimana finisce l’anno scolastico e, secondo le dichiarazioni strombettanti del Sindaco e dell’immarcescibile Perugini, i lavori sarebbero dovuto iniziare il giorno dopo per terminare in tempo per l’inizio dell’anno scolastico venturo. Ma non si hanno più notizie. Non ne parla più nessuno. Non interessa, evidentemente, l’argomento.
A questo punto è lecito pensare che, a settembre, i bambini rientreranno nell’edificio così com’è. E così com’è non è sicuro per niente. C’è stato fatto uno studio, pagato anche profumatamente, per farci dire che così non va, che c’è pericolo in caso di terremoto e i terremoti, da noi, non sono cosa rara. C’è anche un progetto, pure quello pagato profumatamente, per metterla a posto. E poi ci sono le chiacchiere, un sacco di chiacchiere sopra le teste dei bambini.
A Montegranaro si fa il diavolo a quattro per due foto di bambini finite su Facebook per sbaglio, ma che la scuola sia tutto meno che sicura va bene, non c’è problema. Così come non c’è problema che ci si raccontino le favole per farci addormentare, evidentemente riuscendo nell’intento, visto che dormiamo tutti sonni beati.
Intanto i soldi si spendono. Si spendono per bellissimi marciapiedi (che poi così bellissimi neanche sono) e per tende canadesi sotto le quali giocare a calcetto. Ci sono priorità evidenti, a Montegranaro. Evidentemente la sicurezza dei bambini non è tra queste.

Luca Craia