sabato 19 ottobre 2019

Il Palasport è sporco? Puliamo noi! Due giovani tifosi della Sutor puliscono il perimetro della Bombonera


A Montegranaro dà fastidio un po’ a tutti, almeno a quelli che amano davvero il loro paese, lo stato di degrado in cui è lasciato il palasport. Dà fastidio anche agli sportivi che frequentano la struttura per i propri impegni e per tifare la propria squadra. La Bombonera è un simbolo, in qualche modo rappresenta l’unità della comunità cittadina, la storia recente del paese, il teatro di grandi gioie e grandi delusioni. Vederlo sporco e lasciato all’incuria fa male, anche perché il luogo ancora svolge una funzione importante, vi si giocano le partite della Sutor, in serie B di basket, nonché vi si svolgono gli allenamenti di tante società sportive.
Per questo due giovani tifosi della Sutor, oggi, hanno tagliato corto: si sono messi i guanti e sono andati a pulire. Francesco Cernetti e Federico Moretti hanno speso il loro sabato raccogliendo il ciarpame abbandonato intorno al palazzetto, lo hanno messo in alcuni sacchi e lasciato ordinatamente perché venga raccolto. Lo avrebbero anche portato all’ecocentro, ma quando hanno finito di lavorare era già chiuso.
Personalmente li voglio ringraziare per questo lavoro e per quello che esso ha rappresentato: i Montegranaresi amano il loro paese e lo vogliono curato. E quando vedono situazioni che si incancreniscono, si rimboccano le maniche e agiscono. Bravi, Francesco e Federico. E grazie.

Luca Craia



Quale progetto per il centro storico se si chiudono le buche sul selciato con l’asfalto? 

La buca c’era da tempo ed era una brutta buca, profonda, in piazzale Leopardi, di fronte all’ospedale vecchio. Quando si divelgono le pietre del selciato del centro storico di Montegranaro, la buca è bella profonda, quanto la pietra stessa. Si vede che se ne sono accorti, in Comune, o qualcuno glielo ha segnalato. Così stamattina qualcuno è venuto e, dentro la buca, ci ha buttato un sacco di asfalto rapido. Avete capito bene: l’hanno chiusa con l’asfalto. E questo nonostante le pietre che si erano staccate fossero a pochi metri di distanza, dentro il perimetro di un albero, quindi era facile rimetterle al proprio posto con una cazzuolata di cemento. Ma si vede che, nei progetti dell’assessore Beverati e del Consigliere Delegato Franceschetti, il centro storico va asfaltato, preferibilmente a toppe. Che idea si ha del centro storico quando si interviene così, anche per l’ordinaria manutenzione? Di quali progetti vogliamo parlare quando si chiudono le buche con l’asfalto in un contesto medievale, su una strada selciata, nel cuore del castello del paese, davanti a quello che, a chiacchiere, diventerà un polo culturale? Che idee si hanno? Che speranze ci sono che si voglia davvero fare qualcosa? Io non ce l’ho una risposta, o forse sì, ma non la dico: non vorrei collezionare l’ennesima querela o subire l’ennesimo fuoco di fila delle truppe cammellate di questo o quell’assessore. 

Luca Craia

Fico e la colf: gravissima presa per i fondelli per elettori e Italiani

Non è una cosa di poco conto, la questione della colf in nero di Roberto Fico. È una cosa gravissima, non tanto per l'illecito in sé, quanto per la perdurante presa per i fondelli nei confronti dei suoi elettori e degli Italiani tutti, che rappresenta nella sua qualità di Presidente della Camera, terza carica dello Stato. 
Fico si può permettere una colf, cosa che, immagino, la stragrande maggioranza dei suoi elettori non può fare, perché ha un ruolo importante in politica, e questo ruolo gli viene dalla fiducia che gli hanno dato gli elettori. 
Gli elettori gli hanno dato fiducia sulla base della sua proposta politica, tutta basata su onestà e moralità. Mentre guadagnava consensi predicando onestà e moralità, Roberto Fico sfruttava il lavoro di una persona ed evadeva il fisco. 
Gravissimo, ma non basta: scoperto da Le Iene, ha portato gli autori del programma televisivo in tribunale accusandoli di diffamazione, aprendo quella che può essere definita una lite temeraria, che ha perso per decisione del giudice. Quindi la finzione nei confronti degli elettori e degli Italiani si è protratta ulteriormente, aggiungendo all'illecito e al comportamento quantomeno ipocrita anche la menzogna. In Paesi più civili del nostro ci si dimette e si lascia la vita pubblica per molto meno. 

Luca Craia

5 pullman targati Lega per Roma da Fermo. Soddisfatto Lucentini.


Sono ben 5 i pullman organizzati dalla Lega di Fermo e partiti stamattina alla volta di Roma per la manifestazione di oggi che vedrà scendere in piazza tutti gli schieramenti di centro-destra. Un automezzo raccoglie i manifestanti di Montegranaro, Monte Urano e Sant'Elpidio a Mare; uno quelli di Fermo, il terzo quelli di Porto San Giorgio, il quarto Porto Sant'Elpidio e l'ultimo le aree dell'interno fino alla Val d'Aso. È un bel po' di gente ed è per questo che Mauro Lucentini, coordinatore della Lega per la Provincia di Fermo, è molto soddisfatto e non lo nasconde.
Ai pullman della lega vanno anche aggiunti altri che sono stati organizzati in maniera privata. 
Quindi è davvero tanta la partecipazione del Fermano a questa manifestazione di protesta contro le politiche del governo, nato dall'alleanza tra antichi nemici quali il PD e il Movimento 5 stelle. Ma sono anche numeri che forniscono un primo quadro di quanto potremmo aspettarci alle elezioni regionali previste per il prossimo anno. Il Fermano dà sempre di più l'impressione di preferire le proposte politiche di destra o, quantomeno, sembra profondamente insoddisfatto di quelle dell'attuale governo nazionale nonché di quello regionale uscente. Ovviamente si tratta di impressioni e non di dati statistici ma, fossi un dirigente PD, comincerei a preoccuparmi.

Luca Craia 

venerdì 18 ottobre 2019

MONTEGRANARO MERITA RISPETTO – IL PALASPORT DI VIA MARTIRI D’UNGHERIA


Comunicato integrale

La mitica “Bombonera”, come viene denominato il palasport di via Martiri D’Ungheria, rappresenta senza possibilità di smentita uno dei luoghi più frequentati di Montegranaro, è l’impianto sportivo per eccellenza dove si è scritta la storia del basket cittadino, il luogo della memoria per generazioni di tifosi, l’impianto dove si svolgono la maggior parte delle pratiche sportive pomeridiane dei nostri ragazzi e dove ci sono le lezioni di educazione fisica della vicina scuola media di cui l’impianto costituisce palestra scolastica.
Se solo facessimo una stima annua delle persone che frequentano l’impianto, per le finalità di cui si è detto, avremo che il numero non sarebbe inferiore alle 90.000 presenze, con una media giornaliera di circa 250  persone, in buona parte ragazzi ed adolescenti.
Numeri impressionanti che ci fanno capire che, oltre ad essere uno dei luoghi più frequentati dai montegranaresi, è anche il luogo che maggiormente ci identifica agli occhi dei molti appassionati di sport che giungono da fuori città e che si recano alla Bombonera per gustarsi lo spettacolo sportivo.
Se lo spettacolo è molto spesso all’altezza delle aspettative, grazie anche agli investimenti delle società sportive, alla passione e al notevole livello tecnico raggiunto dalle squadre di basket cittadine, come pure delle molte altre onorevoli discipline che nell’impianto si praticano, la condizione della pulizia degli spazi esterni è semplicemente indecorosa.
Sporcizia, guano di piccione, stratificazione di foglie marce pluriennali costituiscono l’habitat ideale di grandi ratti che hanno fatto in quegli spazi le loro tane; la condizione dell’area intorno alla Bombonera, senza ombra di smentita, è un posto di tale degrado dove chiunque, sportivo e non, si vergognerebbe di accogliere un ospite.
Le parole, probabilmente, non riescono ad esprimere compitamente lo stato dei luoghi e pertanto le immagini risultano molto più esplicite.
Pensare che quello è il luogo maggiormente frequentato dai nostri figli non può che porci dei dubbi circa l’eventuale rischio sanitario a cui esponiamo i nostri ragazzi.
Ci chiediamo e chiediamo al Sindaco, all’Assessore Basso e alla Giunta tutta, che del problema sono investiti direttamente e che pure frequentano l’impianto anche in veste di fruitori degli spettacoli sportivi, come non possano aver vergogna di dare un’immagine così trascurata e squallida del nostro paese.
Parlare di investire, come si è fatto e si vorrebbe continuare a fare, milioni di euro per nuove strutture sportive senza avere il senno di conservarle, tenerle pulite e fare di quei luoghi un fiore all’occhiello del paese è da stolti.
Noi proviamo vergogna e preoccupazione.

I Consiglieri del Gruppo MONTEGRANARO TRA LA GENTE

A proposito di evasione: l’evasione cinese nel Piceno.


Cercare le fonti dell’evasione non è certamente facile, quello che è facile è fare come hanno sempre fatto tutti, ma proprio tutti, i governi italiani da quando ci si è iniziati a porre il problema: prendersela con i piccoletti, gli artigiani, i commercianti, categorie che, se un tempo potevano anche evadere, e sicuramente lo hanno fatto, in tempi più recenti e con le nuove normative sempre più stringenti, nono riescono più e, soprattutto, non hanno più i redditi di una volta, tutt’altro. Ma la tendenza è di aumentare sempre di più, non tanto i controlli, che già sono più che sufficienti ed efficaci, ma l’aggravio di spese che ne consegue, aggravando una situazione economica che già è grave di suo.
Ci sono, invece, settori economici che non vengono presi in considerazione. Tra questo volevo indicare quello dei terzisti cinesi. Ovviamente non si può generalizzare, ma il sistema è molto diffuso e noto capillarmente, per cui è incomprensibile come non si intervenga per arginarlo, anche in considerazione del grave danno che crea, non solo all’erario, ma all’intera economia.  I Cinesi sono giunti in Italia ormai oltre vent’anni fa, e subito hanno iniziato ad occupare spazi economici nel settore manifatturiero, in particolare in distretti estremamente specializzati, come quello di Prato o quello Piceno, aprendo laboratori di terziario al servizio della produzione di calzature e pelletterie.
Fin da subito i prezzi  di questo tipo di aziende si sono dimostrati estremamente concorrenziali e, nel cercare di capire come mai gli Italiani non riescano a contrastarli sul settore costi al clientre, si trova facilmente il meccanismo che ha portato, in pochi anni, alla totale distruzione del terziario autoctono e una enorme emorragia di denaro verso la Cina. Il sistema è semplice: si apre una partita IVA, si lavora per un paio d’anni scarsi, senza pagare contributi, IVA e senza il minimo rispetto delle normative sulla sicurezza sul lavoro. E si  produce fattura. Poi, dopo poco più di un anno, si chiude per riaprire con altro nominativo e altri codici fiscali e partita IVA. In questo modo si evitano i controlli e si riesce a evadere totalmente. I prezzi sono estremamente competitivi e la concorrenza italiana non ha modo di difendersi, con aziende antiche e consolidate che non possono permettersi si evadere un centesimo. Non solo: il reddito così prodotto rimane quasi interamente all’interno della comunità cinese e in gran parte prende la via della Cina.
Il danno è enorme ma, stranamente, i controlli sono sporadici, rarissimi, e questo tipo di economia prospera nonostante la crisi. A Prato, oggi, esistono quasi esclusivamente i Cinesi. Nel Piceno hanno il quasi totale monopolio delle lavorazioni terziarie, come i tomaifici, avendo falcidiato quelli italiani. Ma l’evasione la andiamo a cercare sempre e solo nello stesso posto: artigiani e commercianti.

Luca Craia