venerdì 19 luglio 2019

L’Italia saltava in aria nel 1992. Da quel momento è cominciata la fine.


Voi ve la ricordate l’Italia prima del ’92? Io sì, me la ricordo bene, purtroppo anche per ragioni anagrafiche. Mi ricordo un Paese florido, pieno di aspettative, con un futuro immenso davanti, un Paese rispettato nel consesso internazionale, un Paese ricco, potenza industriale tra le più grandi al mondo, un Paese strategicamente fondamentale sia geopoliticamente che economicamente. Mi ricordo un popolo dinamico, giovani pieni di progetti, aziende che crescevano, idee che si potevano concretizzare. Poi è successo qualcosa, e si è rotto tutto.
Noi pensiamo che la situazione attuale sia figlia del 2001 e della crisi mondiale che ne è seguita e che non è più finita. Io credo che, almeno per l’Italia, tutto è cominciato molto prima, esattamente il 17 febbraio 1992. In quel lontano 1992 in cui la politica collassò sotto i colpi della magistratura che decapitò di fatto il Paese lasciandolo senza guida, aprendo le porte alla mafia e a poteri diversi da quelli democratici che avevano fatto prosperare l’Italia fino ad allora.
Anche qui mi ricordo bene cosa accadde: prima la rivoluzione politica, praticata nei tribunali, nelle carceri, i suicidi sospetti, le fughe, una classe politica annullata. Poi i due colpi fatali della Mafia, l’uccisione prima di Giovani Falcone e poi di Paolo Borsellino.
Il Paese cambiò volto, arrivò una nuova classe dirigente fatta da squali della finanza e incompetenti senza esperienza, un duopolio ignobile, l’obbligo di scegliere tra la padella e la brace mentre a governare ci pensavano altri, le decisioni venivano prese altrove. E cominciò il declino, prima di tutto culturale, qualitativo, poi economico e sociale. Ecco come siamo arrivati a questo 2019 spaventoso, dove c’è un governo immobile e non c’è un’alternativa valida, dove c’è una crisi profonda nella società, la povertà che dilaga e la gente che si butta dai ponti perché non vede un futuro.
Tutto questo è cominciato in quel nefasto 1992, quando l’Italia che conoscevamo è saltata in aria insieme a una Croma e a una 126 amaranto.

Luca Craia

giovedì 18 luglio 2019

TAP: a Morrovalle scavi fermi. Voci circa il ritrovamento di ossa umane.


In molti avevano notato che i lavori della TAP, a Morrovalle, s’erano improvvisamente fermati per rimanervi per un lungo periodo. Poi ha iniziato a circolare una voce che parla del ritrovamento di ossa umane lungo il percorso che dovrebbe seguire il gasdotto. In particolare, pare che tale ritrovamento sia avvenuto in località Santa Lucia, lungo la strada che collega Montelupone a Macerata.
La voce sta prendendo sempre più corpo: c’è chi parla di un’intera benna di escavatore tirata su carica di ossa, chi di una fossa comune, chi di un antico cimitero di cui, però, gli anziani pare non abbiano memoria. Al momento non c’è nulla di certo, se non che sono stati notati degli uomini a scavare a mano, senza mezzi meccanici, il che dà da pensare. Comunque, gli scavi non stanno proseguendo, e questo è un fatto. Se la cosa fosse confermata, sarebbe molto interessante vedere a cosa porterà, perché, in questo caso, dovrebbero essere coinvolti Soprintendenza e studiosi. Vedremo.

Luca Craia

Appalti truccati nella sanità, Arrigoni e Zaffiri (Lega): nelle Marche un nuovo caso Umbria? Di Ceriscioli la responsabilità politica per la nomina di Marini all’Asur


Comunicato integrale

“Abuso d’ufficio, turbativa d’asta, concorso in corruzione e traffico di influenze illecite. Sono accuse molto gravi quelle che gli inquirenti muovono a carico dei vertici dell’Azienda Sanitaria Unica Marchigiana e dell’ex consigliere regionale del PD Fabio Badiali, oggi Sindaco di Castelplanio, e per la gravità di tali accuse chiediamo che il presidente, nonché assessore alla sanità, Ceriscioli si prenda la responsabilità politica di aver nominato uomini di sua fiducia come Alessandro Marini e che valuti l’azzeramento delle alte cariche della sanità regionale”.
A dichiararlo sono il Sen. Paolo Arrigoni, Questore a Palazzo Madama e responsabile della Lega Marche, e il capogruppo del Carroccio in Consiglio Regionale Sandro Zaffiri. “Lo chiediamo innanzitutto perché le indagini possano seguire il loro corso in piena e assoluta serenità”, commentano Arrigoni e Zaffiri. “Se le ipotesi di reato fin qui formulate fossero confermate ci troveremmo di fronte ad un quadro inquietante: un sistema di diffusa corruzione, volto a favorire il legame tra politici del PD, ruoli apicali della sanità e un colosso del mondo delle cooperative emiliane come Coopservice allo scopo di garantire l’aggiudicazione di gare e appalti
dietro la promessa di denaro o altri favori”.
“Ci auguriamo – continuano gli esponenti leghisti – che l’inchiesta non porti a scoprire una sorta di “Umbria 2”; per ora è certo che queste due vicende sono accomunate da un panorama poco chiaro”. “Per questo la Lega pretende trasparenza e che il presidente Ceriscioli faccia al più presto chiarezza, riferendo in consiglio, su quanto è emerso. A prescindere dai risvolti penali della vicenda – concludono Arrigoni e Zaffiri - invitiamo però tutti i consiglieri regionali di maggioranza a prendere una posizione chiara rispetto all’opportunità o meno di continuare a sostenere un’Amministrazione regionale che, in particolare sulla sanità, si è resa responsabile di una serie interminabile di brutte figure”.