mercoledì 10 luglio 2019

Terremoto: mettere in sicurezza il Paese, priorità e opportunità di crescita.


Non paragoniamo l’Italia alla California, non paragoniamola al Giappone. L’Italia non è paragonabile con nessuna delle grandi aree soggette a pari rischio sismico semplicemente perché in Italia c’è stato il medioevo, in California no. In Italia ci sono vestigia del passato, testimonianze antiche e preziose, e gli stessi centri storici, le stesse abitazioni che vi insistono, costituiscono un patrimonio culturale ma anche turistico e, quindi, economico, a cui non possiamo rinunciare. Immaginiamo Visso senza il suo centro storico, immaginiamo Norcia, Camerino. Sono città in cui il centro storico, le antiche costruzioni, sono il volano, se non per tutta l’economia locale, per buona parte di essa. Sono la part più fragile, la più pericolosa in caso di sisma, ma non è possibile rinunciarvi.
E non è necessario rinunciarvi. Oggi esistono tecnologie che consentono di rendere antisismiche anche le costruzioni più antiche. Certamente non si possono raggiungere i livelli di un edificio moderno e costruito fin dalla base con le conoscenze moderne, ma si può fare in modo che la gente non muoia dentro le case antiche in caso di terremoto. Queste, però, tecnologie costano, e non è pensabile che tutti i cittadini interessati possano sopportare l’investimento necessario. Ma, se non si interviene sulla totalità delle costruzioni, si rischia di rendere vano ogni intervento in quanto, se ci sono stabili non adeguati, saranno quelli a far danno a chi, invece, ha effettuato i lavori. Per questo motivo serve una politica globale, un investimento pubblico e una specifica volontà di intervento da parte delle Istituzioni.
In un Paese come l’Italia, dove puntualmente ogni pochi anni avviene un evento sismico di portata tragica, questo ragionamento dovrebbe essere prioritario, intervenire per prevenire nuovi danni e nuove vittime durante il prossimo terremoto, che verrà sicuramente, questo è certo, dovrebbe essere la prima cosa di cui ogni Governo dovrebbe occuparsi. Invece le priorità sono ben altre e il terremoto, quello passato, è soltanto una fastidiosa seccatura per la politica, figuriamoci pensare a quello futuro. Eppure la vita dei cittadini dovrebbe preoccupare chi governa, nonché evitare nuovi ingenti danni, come accade a ogni sisma, dovrebbe essere logico e immediato nella mente dello statista e dell’uomo di governo.
Ma c’è un altro fattore da non sottovalutare che dovrebbe indurre le Istituzioni a investire in prevenzione, programmando un massiccio intervento di messa in sicurezza su scala nazionale: il rilancio dell’economia. Un investimento pubblico di questa portata, seppure ingente, sarebbe la scintilla che farebbe partire un processo economico virtuoso che porterebbe lavoro e ricchezza capillarmente in ogni angolo d’Italia. Certo, servono ingenti capitali, ma siamo in Europa e a quello dovrebbe servire l’Europa, tanto più che l’Italia non è l’unico Paese UE ad avere questa necessità.
È una questione politica, evidentemente, e non di soldi. È una questione di scelte. Purtroppo oggi la politica è attenta soltanto al superficiale, a quello che dà visibilità, a interventi e proposte appetibili mediaticamente. Forse programmare un intervento su scala nazionale per salvare vite umane, evitare di pagare danni ingentissimi e rilanciare nel contempo l’economia italiana è meno remunerativo che accapigliarsi su quattro barconi o fare a gara a chi è più fascista a favore di telecamera.

Luca Craia

martedì 9 luglio 2019

Marzia Malaigia: combattimenti cani allarmanti e anacronistici. C’è l’ombra della criminalità organizzata?


Comunicato integrale

Ho letto con stupore ed angoscia sulla stampa locale, questa mattina, le testimonianze riguardanti combattimenti clandestini di cani che si svolgerebbero in orario notturno a Lido Tre Archi. Fiduciosa che le forze dell’ordine, con il consueto impegno e scrupolo, svolgano tutti gli approfondimenti del caso, per verificare tali eventi e smascherarne i responsabili, non posso nascondere la mia forte preoccupazione.
In questi anni in Consiglio regionale mi sono molto impegnata, tra le altre cose, per far crescere l’attenzione e la sensibilità verso gli animali. Un impegno condiviso con i colleghi dell’Assemblea legislativa, insieme ai quali sono stati approvati provvedimenti importanti, dalla mozione sulla ricetta elettronica veterinaria alle spiagge pet friendly per amici a 4 zampe e padroni. Di fronte ad un impegno politico e amministrativo che ha prodotto risultati tangibili, fa male sapere di questi episodi allarmanti ed anacronistici, che fanno ripiombare i nostri territori nel passato e nella violenza.
Oltre al maltrattamento verso gli animali, barbari appuntamenti di questo genere fanno temere l’ombra di forme di criminalità organizzata. Non scopriamo certo ora che Tre Archi sia una zona difficile, sotto svariati punti di vista. Ma che in aree densamente abitate, a due passi dal mare, possano avvenire combattimenti clandestini di animali mandati al macello, che foraggiano guadagni e traffici illeciti di malavitosi, non può lasciare indifferenti e deve indurre ad una risposta rigorosa.

Marzia Malaigia

CERISCIOLI CANTA VITTORIA ALLA FESTA DELL’UNITÀ. Zaffiri (Lega): “Facile essere leoni in casa propria”


Comunicato integrale

“E’ troppo facile elencare vittorie in casa propria. Ceriscioli vada a dire le stesse cose che ha detto alla Festa dell’Unità ai terremotati oppure mettendosi in coda alle file dei nostri ospedali per prenotare una visita”.
Le parole del Governatore sul palco di Porto Sant’Elpidio hanno un suono distorto alle orecchie del capogruppo della Lega nord in Consiglio regionale, Sandro Zaffiri.
“Ceriscioli e quello che ha l’ambizione di essere il rinnovato Pd – afferma Zaffiri – pare non abbiano ancora imparato nulla dalle lezioni precedenti, cioè non riescono a partire dall’ammissione dei propri errori”
“Come si fa a scaricare le colpe dei ritardi della ricostruzione su questo Governo (che ricordiamo essersi insediato poco più di un anno fa)? La verità è che il mancato coinvolgimento delle realtà locali e l’incapacità di saper alleggerire le pratiche della ricostruzione (una ricostruzione che è ferma al 3%!) hanno creato una stagnazione che fa registrare un evidente fallimento”.
“Sulla sanità, poi, Ceriscioli raggiunge il top – rileva Zaffiri – Se, come afferma il Governatore, l’obiettivo della riduzione delle liste di attesa era un suo pallino dal giorno del suo insediamento (per chi non lo ricordasse, oltre quattro anni fa) non c’è da stare allegri. Il problema non è lasciare campo aperto ai privati per fare della Sanità pubblica un far west, ma fare in modo che i privati contribuiscano, attraverso accordi seri, a migliorare l’efficienza del servizio. La Giunta regionale non ha avuto il coraggio di fare scelte di campo, ma ha sempre trovato soluzioni intermedie, di compromesso, in una visione miope, che ha cercato di accontentare la singola categoria o piccole porzioni di territorio, ma ha scontentato tutti gli altri”.



Sandro Zaffiri

Capogruppo Lega Nord Consiglio Regionale delle Marche

Zingaretti lancia la caccia al diffamatore. Basta odio sui social. Solo terrore giudiziario.



La minaccia di querela, di adire le vie legali, di farti scrivere dall’avvocato è da tempo uno strumento in mano a chi fa politica, sia esso di destra, di sinistra, di sopra o di sotto, per azzittire chi protesta, chi critica, chi dice qualcosa che fondamentalmente non piace. Ne so qualcosa personalmente, visto che di querele me ne sono già prese due, ho speso dei bei soldi per difendermi e per farmi dire che la querela era infondata. È un sistema che funziona, perché una querela infondata la sopporti, due un po’ meno, quando cominciano a diventare tante sono un bel problema, soprattutto economico, anche se poi vinci tutte le cause. Il sistema italiano funziona così: chiunque ti può querelare per diffamazione, se ha soldi per farlo, anche se non ci sono i motivi minimi. Intanto ti porta in tribunale, ti fa pagare un avvocato e, quando il procedimento viene archiviato, perché quasi tutti vengono archiviati, se ti vuoi rifare dei soldi che hai speso devi fare causa a tua volta. Così chi ha soldi da spendere, come può essere un’organizzazione politica che, magari, gli avvocati manco li paga, chiude la bocca a chi crede che in democrazia ci sia libertà di opinione e di espressione.
Ora Zingaretti codifica questo sistema: apre una pagina apposita perché chiunque, e dico chiunque, può segnalare contenuti che sembrino diffamatori. Dal sembrare diffamatorio all’esserlo ce ne passa, ma intanto si mette a punto un sistema preciso per creare delle belle liste di cattivoni, magari da minacciare soltanto di azioni legali, oppure da portare in tribunale.
La motivazione è condivisibile: c’è davvero un clima d’odio imperante sui social, un clima in cui qualsiasi imbecille può dire le peggiori cose, magari coperto dall’anonimato di un profilo falso. Ma se si ritiene di mettere un freno all’odio istillando altro odio, oppure creando un clima di terrore giudiziario,  credo che la strada intrapresa sia piuttosto perigliosa, soprattutto per la democrazia stessa. Perché, vedete, in questo calderone in cui verranno infilati coloro che criticano il PD di Zingaretti, rischiano di finirci, non solo i cretini che sparano scempiaggini a vanvera, ma anche quelli che, a ragione, muovono critiche circostanziate. Come in questo caso: questo posto rischia tranquillamente di finire segnalato sulla pagina dei cattivi. Sono molto preoccupato, e non sto scherzando. 
Luca Craia